09/01/2009, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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L’Onu vota la tregua, ma a Gaza continuano bombe e missili

di Joshua Lapide
La risoluzione del Consiglio di sicurezza è stata votata da 14 su 15. Gli Usa si sono astenuti. Si chiede un cessate-il-fuoco; libertà di passaggio per gli aiuti umanitari; il ritiro delle truppe israeliane. Allo stesso tempo si condanna ogni atto terroristico e ogni violenza contro i civili e domanda vigilanza contro il contrabbando di armi e munizioni nella Striscia. Cresce il numero di morti palestinesi (750) e israeliani (16). L’Unrwa ha fermato le operazioni di soccorso dopo l’uccisione di un suo autista. La Croce rossa internazionale accusa Israele di non prestare soccorso ai feriti.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Il Consiglio di sicurezza Onu ha votato nella notte una risoluzione che esige un “immediato e durevole” cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza; il “pieno ritiro” delle forze israeliane e condanna “ogni violenza e ostilità dirette contro i civili e tutti gli atti di terrorismo”. Intanto, nella notte, aerei israeliani hanno compiuto almeno 30 raid uccidendo 12 persone, fra cui una famiglia di 6 palestinesi. Stamane da Gaza sono stati lanciati 14 missili colpendo le zone di Beer Sheva, Ashkelon e Sderot. Un israeliano è rimasto ferito.

Quattordici dei 15 membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione (n. 1860), ma gli Stati Uniti si sono astenuti, pur apprezzando testo e fini della stessa.

Il testo esige pure che non sia impedito “l’approvvigionamento e la distribuzione di assistenza umanitaria, compreso il cibo, carburante e cure mediche”; apprezza le iniziative che mirano a creare ed aprire “corridoi umanitari e altri meccanismi per garantire la distribuzione degli aiuti”. Esso chiede a tutti gli Stati membri di intensificare gli sforzi per “prevenire [a Gaza] traffici illeciti di armi e munizioni e assicurare la riapertura dei passaggi”.

La risoluzione apprezza “l’iniziativa egiziana e altri sforzi regionali e internazionali che sono in atto”.

Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha invitato israeliani e palestinesi al Cairo per dialogare sulle condizioni di una tregua durevole, che renda sicure le frontiere di Gaza (senza contrabbando di armi e munizioni), riapra i passaggi della Striscia e tolga il blocco israeliano al territorio.

Ma sul terreno lo scontro continua. Nella notte i raid israeliani hanno fatto hanno fatto vittime soprattutto nelle aeree di Beit Lahiya e Jabaliya. Da parte israeliana, sono stati uccisi 3 soldati (si dice per “fuoco amico”, portando il bilancio dei morti a 11 militari e 4 civili.

Secondo fonti mediche palestinesi, a Gaza più di 750 persone sono morte dal 27 dicembre, il giorno in cui Israele ha lanciato l’offensiva. Molti di essi sono civili.

La morte di circa 50 persone per il bombardamento di una scuola dell’Onu ha fatto crescere le critiche contro Israele. Che si difende dicendo che Hamas si fa scudo proprio dei civili e che la scuola in questione era usata dai miliziani. Ma i responsabili locali dell’Onu lo negano.

Ieri l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ha deciso di sospendere ogni operazione in Gaza, dopo che l’autista di un convoglio Onu è stato ucciso da colpi sparato da un carro israeliano. Anche la Croce rossa internazionale ha criticato lo Stato d’Israele perché i suoi soldati non aiutano i feriti. Ieri, alcuni membri della Croce rossa, in un’operazione di recupero, hanno trovato alcuni bambini vicino al corpo senza vita della loro madre. I soldati non hanno aiutato i bambini – violando le leggi internazionali - e hanno cercato di allontanare i soccorritori dalla scena proprio durante le tre ore di tregua che Israele ha concesso ogni giorno per la cura dei feriti e l’approvvigionamento degli abitanti.

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