L'unione dei popoli e delle religioni della Russia
Rileggendo la storia e la realtà russa passata e presente il patriarca Kirill condanna quanti “lanciano appelli in difesa della purezza dell’Islam o dell’Ortodossia”, perché "possiamo avere diverse culture e tradizioni, ma siamo un unico popolo”. Mentre nel quartiere moscovita di Kommunalka viene presentato un centro multireligioso dove dovrebbero essere costruite una chiesa ortodossa, una sinagoga, una moschea e un tempio buddhista in uno spazio comune.
Negli ultimi mesi si verificano in Russia diverse tensioni a sfondo etnico e anche religioso, con l’attivismo sempre crescente dei nazionalisti della “Comunità russa” che organizzano azioni contro i migranti interni dalle zone del Caucaso e quelli provenienti dall’Asia centrale, con toni estremisti a livello ideologico filo-nazista, e a livello religioso con espressioni di “Ortodossia radicale”, sostenuti anche dalle forze dell’ordine e benedetti dalle comunità monastiche ortodosse più zelanti. Un’altra fonte di grande preoccupazione è la controversia religiosa intra-ortodossa tra le diverse giurisdizioni delle Chiese in Ucraina, dove le autorità civili premono sempre più su quella filo-moscovita Upz: nei giorni scorsi è stata revocata la cittadinanza ucraina al metropolita di Kiev, Onufryj (Berezovskij), ritenendola incompatibile con la sua cittadinanza russa originaria. Altri vescovi e sacerdoti della Chiesa Upz ora rischiano la stessa misura restrittiva, che potrebbe portare all’espulsione del clero russo dall’Ucraina.
A queste e altre sfide ha cercato di rispondere il patriarca di Mosca, Kirill (Gundjaev), in un ricevimento alla cattedrale di Cristo Salvatore accanto al Cremlino, davanti ai membri della Commissione per il dialogo interreligioso, una struttura creata direttamente dalla presidenza della Russia, sottolineando l’importanza del dialogo multietnico e multireligioso come caratteristica precipua della vita della società russa. Egli ha ribadito che “noi abbiamo la fortuna di appartenere a diverse comunità etniche e religiose, possiamo avere diverse culture e tradizioni, ma siamo un unico popolo”, che si ricapitola nella tipica sobornost, la “comunione universale” del mondo russo.
Kirill assicura che questo tipo di unione “è un fenomeno molto raro nella storia della civiltà umana”, una prerogativa eminentemente russa. Ricordando gli imperi antichi, “da quello romano fino a quello sovietico”, il patriarca osserva che in questi sistemi i popoli vivevano effettivamente insieme, “ma il più delle volte questa unità, soprattutto nelle fasi di aggregazione, si basava solo sulla forza”. La forza dell’etnia principale, del centro politico della capitale, Roma, Costantinopoli e quelle successive, erano “fattori statali che imponevano l’unificazione”, come avveniva anche ai tempi sovietici, dove prevaleva il fattore ideologico, anche se a parere del capo degli ortodossi “l’ideologia era abbastanza equilibrata, offrendo una prospettiva di politica nazionale senza discriminazioni per fattori etnici”. Questo permetteva di consolidare i rapporti tra le persone, ma “adesso l’Unione Sovietica non c’è più, qualunque sia la nostra reazione a questo, eppure la nostra unione si è conservata”.
Con queste espressioni il patriarca riassume effettivamente il passaggio della storia russa degli ultimi decenni, ritrovando la continuità tra impero sovietico “ateista” e impero russo “ortodosso” kirill-putiniano. Come il presidente Vladimir Putin, il patriarca Kirill (anch’egli Vladimir di nascita) è cresciuto nella fase di restaurazione staliniana sotto la segreteria di Leonid Brežnev, che ha “riparato i danni” del disgelo khrusceviano, in cui era stato condannato il “culto della personalità” del leader supremo e si era aperta una finestra al “disordine occidentale”. Non è casuale che nell’ultimo congresso dei comunisti russi del Kprf, nei giorni scorsi, la denuncia di Nikita Khruščev al XX Congresso del Pcus contro Stalin nel 1956 sia stata dichiarata “un errore di valutazione”, chiudendo il cerchio anche a livello storico-ideologico.
Eppure il patriarca insiste sulla dimensione più “profonda e spirituale” di questa continuità tra comunismo e comunione, affermando che “i fattori politici, geopolitici e ideologici, nei quali si fondeva l’unione assolutamente eccezionale del nostro popolo multietnico, oggi sono scomparsi, ma noi siamo insieme”. È quindi la superiorità dell’ispirazione religiosa a rendere unico il popolo russo, non le dimensioni socio-politiche o ideologiche, ma “la sapienza popolare forgiatasi nell’esperienza storica, che ci permette di custodire un’unità che non è soltanto a parole o nelle dichiarazioni, ma nella realtà vissuta”.
Secondo la narrazione patriarcale, “la fede in un unico Dio è stata sempre il fondamento spirituale nella vita del nostro Paese multietnico”, così che tutte le verità professate dai russi, “la fraternità, la collaborazione, l’aiuto reciproco, il rispetto di tutti” non rimangono soltanto delle dichiarazioni formali o dei termini vuoti nella retorica quotidiana, ma sono “espressioni di una mentalità radicata nelle persone, che provengono dal profondo del cuore”. Kirill si proclama profondamente convinto che “non solo il dialogo, ma la semplice convivenza quotidiana e la cooperazione tra ortodossi e musulmani” in Russia, che “per grazia di Dio non è oscurata da alcun tipo di conflitto” è una delle forze unificanti delle “persone credenti” e della solidarietà dell’intero popolo multietnico. L’islam russo è un’eredità del giogo tataro-mongolo, con la conversione dei khanati dell’Orda d’Oro alla fede musulmana alla fine del XIV secolo, poco prima della “rinascita della Santa Russia” proprio nelle battaglie contro gli invasori che dominavano il Paese da un paio di secoli, e che sono stati poi integrati dagli zar vincitori.
Con queste riletture della storia e della realtà russa passata e presente, il patriarca rivendica il ruolo determinante della Chiesa nella fondazione dello Stato russo e ammonisce i leader religiosi a “non porre ostacoli al processo di consolidamento”, ricordando che “ci sono forze da tutte le parti che si contrappongono allo sviluppo di queste relazioni”. Egli condanna coloro che “lanciano appelli in difesa di quella che ritengono la purezza dell’Islam o dell’Ortodossia”, dimenticando che le buone relazioni tra le confessioni tradizionali della Russia sono “conquiste dei nostri teologi e ministri del culto, basandosi sui reali progressi della storia della nostra Patria multietnica, su quella comunione che si è formata nell’esperienza delle persone, non nelle cattedre delle università o nelle accademie teologiche, o in qualche circolo intellettuale”, annuendo alle obiezioni provenienti da varie parti del mondo accademico russo.
In questa interpretazione, “gli ortodossi e i musulmani lottano fianco a fianco per la nostra Patria, e possiamo elencare moltissimi esempi di coloro che, pur nella diversità della fede, sono uniti nello scopo di far crescere il nostro grande Paese, e questa cooperazione deve continuare anzitutto tra ortodossi e musulmani, le principali religioni monoteistiche”, benedicendo di fatto la comparazione dell’Ortodossia militante all’Islam schierato a difesa delle sacre leggi. Le altre religioni tradizionali secondo la legge russa sono il buddismo, diffuso soprattutto tra gli eredi delle etnie tataro-mongole, e l’ebraismo, presente nelle zone caucasiche fin dall’antica Rus’ di Kiev, e poi diffuso nella Russia ottocentesca in seguito alle peregrinazioni dai vari Paesi dell’Europa.
A supportare le tesi patriarcali si è quindi aggiunto il rabbino capo della Russia, Berl Lazar (milanese di nascita, cresciuto in America e russo “di adozione” da oltre un trentennio), che ha confermato come “noi russi abbiamo un unico Padre che ci unisce”, intervenendo alla presentazione di un centro multireligioso nel quartiere moscovita di Kommunalka, dove dovrebbero essere costruite una chiesa ortodossa, una sinagoga, una moschea e un tempio buddista in uno spazio comune. Egli si è congratulato per la collaborazione dei leader delle religioni russe tradizionali a tutti i livelli federali e regionali, ricordando la sua recente visita alla città di Derbent, nel punto più meridionale di tutta la Federazione russa sulle rive del mar Caspio, dove pure si sta aprendo un complesso che rappresenta l’Ortodossia, l’Islam e l’Ebraismo con luoghi di culto, sale museali e una biblioteca, il tutto finanziato dall’imprenditore e oligarca Sulejman Kerimov, senatore ultra-putiniano per la repubblica del Daghestan, sottoposto a ogni genere di sanzione internazionale. Il rabbino lo ha lodato per la sua comprensione di “quanto sia importante che le religioni russe tradizionali non si limitino a vivere una accanto all’altra, ma mostrino la capacità di collaborare e trovare linguaggi comuni, per dimostrare che ciò che ci unisce è molto di più di quello che ci divide”, circostanza quanto mai necessaria proprio nelle zone del Caucaso settentrionale, dove le “religioni abramitiche” si fanno la guerra da oltre un millennio.
Lazar riconosce in effetti che “non tutto fila liscio tra di noi”, in quanto molti ministri del culto “di livello medio e inferiore” sono spesso contagiati dai movimenti estremisti, che riaccendono i fuochi dei conflitti interetnici e interreligiosi, ma secondo il rabbino capo “sono espressioni marginali all’interno delle loro stesse comunità”, senza insistere sui pogrom antisemiti degli ultimi anni proprio nelle zone caucasiche, ma sulla necessità di “lottare insieme contro queste provocazioni”. Alla domanda su quanto sia possibile conservare le relazioni amichevoli tra le varie confessioni, in tempi di continui conflitti interreligiosi a livello internazionale, la risposta di Lazar è tipicamente rabbinica: “è una verifica del nostro rapporto con l’eterno, e bisogna mantenere un approccio equilibrato, ricordando che il comandamento di amare il prossimo vale per tutte le religioni… Sarebbe troppo facile amare soltanto quelli con cui ci troviamo bene”. La Russia è fatta da quelli che amano anche coloro che non vorrebbero mai sottomettersi alla sua soffocante “comunione universale”.
"MONDO RUSSO" È LA NEWSLETTER DI ASIANEWS DEDICATA ALLA RUSSIA
VUOI RICEVERLA OGNI SABATO SULLA TUA MAIL? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER A QUESTO LINK
17/01/2022 08:46