08/02/2024, 08.59
KAZAKISTAN
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L'uomo forte della lotta alla corruzione il nuovo premier del Kazakistan

di Vladimir Rozanskij

Olžas Bektenov, 43 anni e figura vicinissima al presidente Tokaev, designato per prendere il posto del governo azzerato nei giorni scorsi. Con questa svolta Astana punta sul "rinnovamento" chiudendo il ciclo aperto dal "gennaio di sangue" del 2022 che aveva portato alla nomina a premier di Alikhan Smailov. L'incognita deik delicati rapporti con Mosca e Pechino.

Astana (AsiaNews) - Dopo l’improvvisa dimissione dell’intero governo di Astana da parte del presidente Kasym-Žomart Tokaev, il partito al potere Amanat ha proposto in modo altrettanto inatteso la candidatura a primo ministro di Olžas Bektenov. In un primo tempo il premier uscente Alikhan Smailov era stato rimpiazzato dal suo vice, l’ucraino Roman Skljar; ma non c’è stato nemmeno il tempo di interrogarsi sui rapporti tra il facente funzione e il presidente, che è spuntata la figura del 43enne capo dell’amministrazione presidenziale, evidentemente una delle persone più vicine allo stesso Tokaev.

Come osservano molti commentatori, Bektenov è noto per le sue posizioni molto decise e senza compromessi, e ora si attende un grande ricambio degli stessi ministri. Si erano ipotizzate le promozioni di diversi altri protagonisti della politica kazaca, come l’akim (sindaco) di Almaty Erbolat Dosaev, l’ex-ministro dell’energia Kanat Bozumbaev o il vice-premier Serik Žumangarin, ma anche lo speaker del Mažilis Erlan Košanov, il ministro degli esteri Murat Nurtleu, l’akim di Astana Ženis Kasymbek o il governatore della regione di Mangistau, Nurlan Nogaev.

Olžas Bektenov è anzitutto un generale del servizio anti-corruzione, e la sua nomina indica una chiara volontà di fare “grandi pulizie” a tutti i livelli delle amministrazioni statali. Da capo della struttura presidenziale si è ulteriormente distinto come un ottimo organizzatore, e la sua promozione è stata spinta anche dalle notizie dei giorni scorsi di nuove inchieste che raggiungono anche i membri del governo, come quella che riguarda il vice-ministro per l’ecologia e le risorse naturali Mansur Ošarbaev.

La mossa del presidente vuole imprimere un’ulteriore accelerazione alla costruzione tanto sbandierata del “nuovo Kazakistan”, che rischiava di rimanere impantanata nelle lotte tra le varie caste di potere e di malaffare. Bektenov ha già ottenuto molti successi nella ricerca e confisca dei beni degli alti funzionari occultati all’estero, e da lui riportati in patria in considerevole misura, e si attende l’affidamento di nuovi poteri agli organi del fisco e delle forze di polizia. Il nuovo governo si prevede decisamente più snello, riducendo il numero dei vice-premier (finora erano sei) e degli stessi ministeri.

Alcuni però dubitano delle capacità del nuovo premier in campo economico e geopolitico, considerate le delicate relazioni con i Paesi membri delle organizzazioni come l’Eaes e la Sco, dove dominano Russia e Cina, e dove non si possono imporre linee politiche troppo rigide. La modernizzazione del Kazakistan spesso si scontra con le diverse condizioni dei conflitti in corso e degli interessi contrastanti tra le potenze mondiali e gli stessi Paesi dell’Asia centrale.

La nomina di Bektenov assume anche un valore simbolico, come chiusura definitiva del periodo del Kandy Kantar, il “gennaio di sangue” 2022, che portò alla nomina a premier di Alikhan Smailov. L’ormai ex-premier era ancora un uomo di fiducia del “presidente eterno” Nursultan Nazarbaev, che in qualche modo attraverso di lui sembrava ancora controllare la situazione. Ora il premier dimissionario ringrazia Tokaev per “aver indirizzato il lavoro del governo sulla strada delle riforme, garantendo uno sviluppo sociale ed economico sicuro e stabile per il Paese”.

La mossa iniziale del governo per pacificare la società kazaca nel 2022 fu l’imposizione di un prezzo fisso dei carburanti, mantenuto per 180 giorni, visto che da quel fattore erano nate le rivolte del Kantar. In questi due anni, però, molti problemi sono rimasti irrisolti, come quello del funzionamento instabile dei sistemi di riscaldamento, che ha lasciato diverse regioni al gelo negli ultimi mesi, o le trattative con la compagnia Arcelor Mittal, dopo gli incidenti che hanno provocato decine di vittime. Serve una svolta, e si vedrà quanto “l’uomo forte” Bektenov sarà in grado di assicurare l’unità tra il presidente, il governo e la popolazione.

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