19/07/2023, 08.17
KAZAKISTAN
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Scontri bancari ad Astana tra Occidente e Oriente

di Vladimir Rozanskij

La Jusan Bank è stata restituita dal governo ai proprietari grazie a un accordo internazionale in una disputa in corso dal 2019. Sullo sfondo la ripulitura delle ramificazioni di potere della famiglia Nazarbaev portata avanti da Tokaev limitando traumi al "padre della patria". Ma anche la redifinizione delle sfere di influenza sul Kazakistan con la progressiva fuoriuscita della Russia.

Astana (AsuaNews) - In Kazakistan sembra rientrare lo scandalo finanziario sul controllo della Jusan Bank, una delle più importanti del Paese, che ha inglobato la Tsesna Bank, fondata nel 1992 come una delle prime banche dell’era post-sovietica. La Jusan è legata al gruppo internazionale costituito da Abn Amro e Rbs, e sostiene molte scuole superiori, compresa la Nazarbaev University. Il governo di Astana aveva assunto il controllo della banca, che ora è stata restituita ai proprietari grazie a un accordo internazionale, definito “una parola definitiva alla grande disputa sulla divisione degli introiti nel periodo post-Nazarbaev”. Dietro questa diatriba si stagliano le ombre dei centri finanziari di Europa e America, con lo sguardo molto interessato della Cina.

L’accordo con lo Jusan Group concede il pieno controllo della banca all’azionista minoritario Galimžan Esenov, come conferma anche l’agenzia Bloomberg. Quarantunenne uomo d’affari di Almaty, figura di mediazione tra i tanti interessi, Esenov è noto anche come creatore della Fondazione scientifico-formativa intitolata al padre, l’accademico Šakhmardan Esenov, grande geologo e politico della storia recente del Kazakistan, ma anche organizzatore di competizioni sportive come la Maratona di Almaty, e mecenate di varie iniziative umanitarie come la Dom Mamy per assistere le madri single. Le azioni della Jusan sono state vendute a Esenov dalla compagnia britannica Jusan Technologies, legata ai fondi di Nazarbaev.

La disputa era in corso dal 2019, dopo le dimissioni del primo “presidente eterno”, e lo spirito di “regolazione costruttiva” dei conflitti relativi è la linea-guida del successore Kasym-Žomart Tokaev, nel tentativo di de-nazarbaevizzare il Kazakistan senza troppi traumi e senza infliggere inutili umiliazioni all’ex-Elbasy, il “Padre della patria”. Del resto, nonostante le molte operazioni di ripulitura ed estirpazione delle ramificazioni di potere della famiglia Nazarbaev, l’ex-presidente può senz’altro contare su numerosi altri fondi sommersi, in patria e all’estero.

Di recente il presidente ha anche firmato un decreto di restituzione degli utili illegalmente trasferiti fuori confine, e l’accordo sulla Jusan conferisce una certa credibilità a questa operazione. La situazione era precipitata a febbraio scorso, quando la procura di Almaty aveva denunciato come irregolare l’affare tra Pioneer Capital Invest e Jusan Technologies, che avrebbe trasferito somme molto ingenti a giurisdizioni estere fuori controllo. La compagnia britannica, insieme all’azionista americano Jysan Holding, aveva fatto causa al governo kazaco presso il distretto federale del Nevada, accusando Astana di “condurre una campagna intimidatoria allo scopo di prendere il controllo sugli utili kazachi della compagnia per oltre un miliardo e mezzo di dollari”.

Il 13 giugno il ministero della giustizia di Astana aveva decretato che il gruppo Jusan “viene restituito alla giurisdizione del Kazakistan”, senza precisare sulla base di quali accordi, basandosi su documenti riservati. Esenov aveva a sua volta fatto causa alla Jusan, chiedendo il compenso della sua quota e i dividendi. Dopo intense trattative, l’accordo prevede un ricalcolo delle quote in favore di Esenov, che è anche proprietario della banca Atf, ora fusa insieme alla Jusan. Oltre al controllo della banca, al mecenate viene anche concessa una quota del 9% della compagnia Kazakhtelekom, e il 15% dell’operatore mobile Kcell.

Secondo Bloomberg, Esenov avrebbe accettato di finanziare la Nazarbaev University e le altre scuole legate alla figura dell’ex-presidente, con l’appoggio della New Generation Foundation del Nevada. La lotta per la Jusan è soltanto un esempio delle ridefinizione delle sfere d’influenza nel Kazakistan e in tutta l’Asia centrale, dopo la progressiva fuoruscita della Russia dalle sue aree di controllo, essendo troppo impegnata nella guerra in Ucraina. I soldi che il governo kazaco riesce a ritrovare e bloccare sono soltanto una parte di un vortice di finanziamenti a vari livelli, e spesso proprio le istituzioni educative e assistenziali sono strumenti di radicamento a livello sociale, politico ed economico nel vasto terreno dell’Asia centrale.

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