04/12/2023, 09.11
KAZAKISTAN
Invia ad un amico

La versione di Nazarbaev

di Vladimir Rozanskij

Fa discutere ad Astana il libro di memorie dell'ex-presidente al potere nel Paese per 25 anni. Il “padre del nuovo Kazakistan” post-sovietico intende dimostrare che anche il passaggio attuale al “nuovo Kazakistan” è merito suo. La sua ricostruzione delle proteste del gennaio 2022 e i messaggi cifrati a Tokaev.

Astana (AsiaNews) - Fanno molto discutere in Kazakistan le memorie dell’ex-presidente Nursultan Nazarbaev, pubblicate nel libro autobiografico “La mia vita. Dalla dipendenza alla libertà”, disponibile al pubblico dal 1° dicembre, dopo varie anticipazioni diffuse dalla stampa. In particolare, ha colpito l’affermazione per cui molti nel Paese avrebbero “espresso sentimenti ostili” nei confronti della decisione di Nazarbaev di cedere il potere al suo delfino Kasym-Žomart Tokaev, attuale presidente da poco rieletto con votazione quasi plebiscitaria.

Secondo Nazarbaev, “molti di coloro che erano contrari (segretamente, s’intende) alla mia decisione di scegliere un successore, in realtà sognavano di occupare essi stessi la poltrona presidenziale. All’inizio non avevano il coraggio di esprimere il loro dissenso nei miei confronti, e ora non possono farlo di fronte all’espressione della volontà popolare”. Il “padre del nuovo Kazakistan” post-sovietico intende quindi dimostrare che il passaggio attuale al “nuovo Kazakistan” post-Nazarbaev è in realtà merito dello stesso Nazarbaev.

Dopo aver scalato le gerarchie repubblicane sovietiche, Nazarbaev era stato eletto presidente nel 1991, rimanendo al potere per 25 anni. Decise di rimettere il suo mandato il 19 marzo del 2019, insediando il giorno dopo Tokaev, allora presidente del Senato, che ottenne la carica ufficiale durante le elezioni anticipate nell’estate dello stesso anno. Come ricorda il suo predecessore nel libro, Tokaev era stato “ben preparato” all’incarico, avendo lavorato tutta la vita nell’ambito della diplomazia, ma anche “per tre anni si era occupato delle questioni economiche e pratiche”, da primo ministro del governo di Astana. I suoi avversari “temevano che non fosse in grado di reggere l’onere della carica suprema, e di assumersi tutte le responsabilità per la vita del Paese”.

Nazarbaev ammette quindi le perplessità sulla statura politica del suo successore, attribuendole ai fantomatici “personaggi ostili”, un monito per tutti e per lo stesso Tokaev. La crisi paventata è stata poi superata reprimendo le proteste del gennaio 2022, definite “la prova più difficile dei trent’anni di storia del Kazakistan indipendente”, fomentate proprio da chi intendeva prendere il potere. Molti infatti si preparavano da tempo a questa lotta intestina, ma sono rimasti sorpresi dalle dimissioni del 2019, e quindi “si sono svegliati in ritardo”.

Il merito che l’ex-presidente si attribuisce riguarda non soltanto la trasmissione delle cariche pubbliche, ma soprattutto la concessione a Tokaev anche della segreteria del partito del potere Nur Otan, che nel 2022 è stato rinominato in Amanat, “fiducia” nell’assolvimento dei propri compiti, un termine di devozione musulmana. “Molti pensavano di scalare il partito per avere più possibilità di vincere le elezioni, ma ora si sono dovuti convincere che io sosterrò Tokaev anche alle prossime votazioni del 2024, e che quindi rimarrà presidente fino al 2029… ormai hanno perso ogni speranza”.

Il libro di memorie ha quindi una funzione politica attuale, quella di contrastare il volto nascosto della “opposizione radicale”, che a gennaio 2022 aveva organizzato “le adunate di Facebook” per manipolare le folle. L’unico nome che Nazarbaev denuncia pubblicamente è quello di Mukhtar Abljazov, un banchiere kazaco che vive da oltre dieci anni in Europa e si presenta come “leader dell’opposizione”, condannato in patria a una lunga pena. Attualmente egli si trova a Kiev, e le manovre di “opposizione digitale” sono state realizzate con l’aiuto di “operatori ucraini” di cui lo stesso Abljazov si sarebbe vantato, “facendo delle sofferenze delle persone e dello spargimento di sangue il motivo della sua vittoria politica”. Salvando il Kazakistan da questi loschi figuri, Nazarbaev avrebbe quindi contribuito a tenere lontani tutti gli spiriti maligni che si rintanano in Occidente, e soprattutto in Ucraina.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Astana tra riforme e autoritarismo
23/02/2024 08:53
Tokaev e il vecchio che non cambia ad Astana
18/09/2023 08:55
Scontri bancari ad Astana tra Occidente e Oriente
19/07/2023 08:17
Almaty: opposizione proclama ‘Parlamento popolare'
11/04/2023 08:57
Elezioni kazake: esito scontato, vince Tokaev
23/03/2023 08:57


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”