18/04/2011, 00.00
CINA
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La Cina aumenta le riserve monetarie delle banche, quarta volta nel 2011

Dall’ottobre 2010 è il 7° aumento, per combattere l’inflazione, che a marzo è stata del 5,4%. Esperti ritengono che Pechino dovrà apprezzare lo yuan, per frenare la corsa dei prezzi. Il rischio è che centinaia di milioni di persone del ceto medio siano spinte nella povertà, con tensioni sociali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha alzato ieri le riserve monetarie minime delle banche, per la quarta volta nel 2011, per drenare liquidità  dal mercato e frenare l’inflazione. Esperti stimano “insufficienti” simili interventi, come già lo sono stati in passato, e dicono che Pechino dovrà riconsiderare la politica economica e intervenire sullo yuan.

Si tratta del 7° aumento delle riserve monetarie obbligatorie per le banche, dall' ottobre 2010, e si stima che abbia tolto dal mercato circa 350 miliardi di yuan (circa 37,14 miliardi di euro). Da ottobre ci sono stati anche 4 aumenti dei tassi di interesse per i finanziamenti, sempre per diminuire i prestiti e il denaro circolante e frenare così l’inflazione. Negli scorsi giorni la Cina ha registrato una crescita del Prodotto interno lordo del 9,7% nel 1° trimestre 2011, superiore alle aspettative, ma anche un’inflazione del 5,4% a marzo, maggiore del già pesante 5,2% previsto e ben oltre il limite fissato da Pechino del 4% annuo.

Esperti ritengono che questo trend (rapida crescita economica insieme a forte inflazione) danneggi soprattutto i ceti medi, che vedono eroso il loro potere di acquisto mentre il reddito cresce con lentezza. Anche perché i maggiori aumenti colpiscono settori come gli alimenti, che costituiscono voce di spesa importante per le famiglie medie. Il rischio è un progressivo aggravarsi del già notevole divario tra un ristretto numero di ricchi (in gran parte dirigenti del Partito comunista) e centinaia di milioni di persone sempre più povere, con conseguente pericolo di disordini sociali.

Poiché l’economia è in forte crescita, analisti ritengono che siano possibili ulteriori interventi della Banca centrale per aumentare il costo del denaro e per accrescere le riserve monetarie obbligatorie delle banche. Infatti il 16 aprile Zhou Xiaochuan, governatore della centrale Banca di Cina, ha detto che proseguirà “per qualche tempo” questa politica di intervento sul costo del denaro e sui finanziamenti bancari. Tutti prevedono un nuovo aumento dei tassi di interesse passivi bancari, sin dalla prossima settimana.

Un sempre maggior numero di esperti ritiene che Pechino sarà presto costretta a consentire un riapprezzamento dello yuan, tenuto basso in modo artificiale rispetto al dollaro per favore le esportazioni cinesi. Un suo apprezzamento colpirebbe le esportazioni cinesi, ma renderebbe meno costosi prodotti e materie prime estere, con effetti benefici sui prezzi interni.

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