21/02/2013, 00.00
IRAN - CINA
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La Cina dilaga nell'economia iraniana, al via una nuova ferrovia ad alta velocità

La notizia giunge a pochi giorni dal rinnovo delle sanzioni della comunità internazionale contro la Repubblica islamica. Per arginare l'embargo Pechino acquista petrolio, pagando con beni e servizi. Sale fra gli iraniani il risentimento anti- cinese. Pechino sta uccidendo l'economia locale in crisi.

Teheran (AsiaNews/ Agenzie) -  La Cina sfrutta la drammatica crisi dell'economia iraniana per i suoi affari, imponendo al Paese contratti a basso costo sul greggio e pagando non in denaro, ma in servizi e vendita di beni di largo consumo. L'ultimo accordo stipulato riguarda una linea ferroviaria ad alta velocità del costo di un miliardo di dollari. Secondo Bloomberg la firma del contratto non è ancora ufficiale.

L'appoggio di Pechino all'Iran giunge proprio mentre Stati Uniti  e i suoi alleati aumentano le sanzioni all'Iran che rifiuta di abbandonare il suo programma nucleare. La notizia è stata diffusa da due personaggi interni alla società cinese incaricata del progetto, che preferiscono restare anonimi. La decisione conferma la Cina come primo partner economico della Repubblica islamica. Ieri, Hong Lei, portavoce del ministero cinese degli Esteri, ha sottolineato che "Cina e Iran hanno una normale cooperazione economica".

La Cina è il primo a acquirente del petrolio iraniano e ogni giorno importa 440mila barili di greggio. Pechino argina le sanzioni sulle transazioni monetarie imposte dalla comunità internazionale e paga esportando nel Paese beni a basso costo e servizi. Tuttavia, per Naser al-Tamini, analista ed esperto delle relazioni economiche sino-iraniane, la Cina sfrutta la debolezza economica di Teheran per sviluppare il suo mercato. Un esempio è il settore dell'auto di fatto "inondato" da vetture cinesi a basso costo realizzate su vecchie catene di montaggio. Le principali aziende cinesi entrate nel mercato iraniano sono: la Geelran, la Geely e la Chery Motors. Esse producono veicoli che costano circa un terzo delle auto europee che circolano sul territorio, ma a detta dei consumatori sono di pessima qualità.

Secondo lo studioso, l'egemonia della Cina nel mercato locale colpisce le grandi aziende che lavorano per lo Stato, che gestisce la maggior parte dei progetti a livello nazionale. Negli ultimi due decenni gli ingegneri cinesi hanno guidato la costruzione di importanti infrastrutture, come ad esempio la metropolitana di Teheran. "Il nuovo accordo stipulato con Pechino - spiega - non riguarda più solo i beni di consumo. Ormai stiamo barattando la nostra economia, facendoci costruire le nostre autostrade, ponti e dighe". Egli sottolinea che nel Paese sono attive circa 70 compagnie cinesi. Ognuna lavora con i propri dipendenti e toglie lavoro alla popolazione locale, colpita da un tasso di disoccupazione superiore al 20%, aumentando ancora di più il risentimento della popolazione nei confronti dei cinesi.

 

 

 

 

 

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