26/07/2004, 00.00
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La Corte Suprema conferma le restrizioni per Vanunu

In un'intervista a un giornale arabo, Vanunu dice che il reattore di Dimona potrebbe causare una "nuova Chernobyl".

Gerusalemme (Asianews/Agenzie) – La Corte suprema di Israele ha confermato oggi tutte le restrizioni di sicurezza verso Mordechai Vanunu, limitando i suoi movimenti e le sue dichiarazioni pubbliche.

Vanunu era stato liberato il 21 aprile scorso, dopo 18 anni di prigione per aver rivelato alcuni segreti nucleari dello stato d'Israele. Alla sua liberazione, lo stato gli ha proibito di lasciare il paese e di parlare con i media stranieri. Secondo la sicurezza israeliana Vanunu ha ancora segreti nucleari che potrebbe diffondere. Per questo sono ristretti anche i suoi movimenti verso porti e aeroporti.

"Diciamo da tanto tempo che Israele non è una vera democrazia – ha commentato Vanunu – e oggi lo vediamo all'interno della Corte Suprema". Non è chiaro se le sue dichiarazioni di oggi sono una violazione dei limiti impostigli. Shai Nitzan, un avvocato del Pubblico Ministero, ha affermato che lo stato pensa di intentare un'azione legale contro Vanunu per aver violato diverse restrizioni, compreso l'aver rilasciato interviste a giornali stranieri.

Proprio ieri un giornale arabo con base a Londra, Al Hayat, ha pubblicato una sua intervista in cui egli mette in guardia il mondo medio-orientale dai possibili disastri prodotti dal reattore nucleare di Dimona. Egli ha detto che se ci fosse un terremoto, il reattore potrebbe incrinarsi e la fuoriuscita di materiale radioattivo potrebbe produrre la morte di milioni di persone e causando un "nuova Chernobyl". Vanunu consiglia il governo giordano a prendere precauzioni sulla radioattività. Israele ha in programma di distribuire pillole di iodio anti-radiazioni alle popolazioni che vivono accanto al reattore di Dimona. Secondo l'attivista anti-nucleare, il governo di Amman dovrebbe fare controlli medici periodici sulla popolazione giordana che vive al confine con Israele. Secondo Vanunu, il reattore di Dimona opera proprio "quando il vento soffia verso la Giordania".

Dopo la sua liberazione, Vanunu ha detto molte volte che vorrebbe lasciare Israele e che non ha altri segreti da rivelare. Intanto egli vive presso la cattedrale di St. George, vicino alla Gerusalemme vecchia, perché egli "si sente più sicuro fra palestinesi e stranieri".

Molti israeliani condannano con disprezzo l'israeliano di origine marocchina per la sua intervista al Sunday Times di Lodra nell'86, che rese nota al mondo la presenza in Israele del reattore nucleare a Dimona, dove Vanunu lavorava come tecnico.

Israele ha sempre tenuto una posizione "ambigua" sul suo arsenale nucleare, rifiutando ogni conferma o negazione. Ma che Israele sia una potenza nucleare è indicato da molte evidenze, non ultime quelle diffuse da Vanunu. Esperti del settore dicono che Israele potrebbe avere 300 testate nucleari e la capacità di costruirne altre in brevissimo tempo.

Vanunu, che è orami divenuto un simbolo del movimento internazionale anti-nucleare, ha anche criticato la recente visita in Israele di El Baradei, direttore Onu per l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea). "Sono molto deluso da El Baradei – ha detto – perché mi aspettavo che lui andasse a ispezionare il reattore di Dimona… per vedere se quanto io ho detto è vero". El Baradei ha visitato Israele agli inizi di luglio per proporre il progetto di un Medio oriente denuclearizzato.

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