02/05/2023, 08.51
TURKMENISTAN
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La diversità nell’arte turkema

di Vladimir Rozanskij

In una mostra in corso ad Ašgabat due importanti artisti locali - il “realista” Aleksandr Kaširskij e la “surrealista” Ljudmila Nabirkina - offre un esempio stimolante di come la cultura possa introdurre le persone al contatto con la realtà, fornendo strumenti nuovi per la sua comprensione.

Ašgabat (AsiaNews) - Gli amanti e i critici dell’arte sono particolarmente colpiti dalla mostra organizzata nella sala dell’Unione degli artisti del Turkmenistan ad Ašgabat, in cui si può osservare un dinamismo multiforme della creatività, in un Paese spesso cristallizzato nelle sue forme e nei suoi simboli. La mostra offre un “duetto” molto stimolante di due importanti artisti turkmeni piuttosto diversi tra loro, come il “realista” Aleksandr Kaširskij e la “surrealista” Ljudmila Nabirkina.

Inizialmente Kaširskij pensava di esporre soltanto le sue “Rappresentazioni dei grandi della cultura turkmena e occidentale nei bassorilievi in bronzo e legno”, in occasione del suo 70° compleanno, ma nel processo di assemblaggio dell’esposizione si sono inserite anche diverse tele che riproducono momenti e luoghi della vita quotidiana, con le vecchie strade di Ašgabat, i cortili e le fontane, dove gli uomini e gli animali vivono insieme in pace ed amicizia. I quadri hanno suscitato emozioni nostalgiche negli abitanti della capitale, in ricordo della “nostra amata e confortevole Ašgabat” dei tempi passati.

Kaširskij aveva iniziato a lavorare artisticamente i metalli negli anni Settanta, come decoratore di aziende e uffici, e ha poi continuato autonomamente a produrre decine di ritratti di “arte del medagliere” di personaggi famosi d’Oriente e Occidente. Si possono così ammirare i tratti vivaci di Bach, Chopin, Paganini, del compositore turkmeno Veli Mukhatov e dell’ “usignolo turkmeno”, la cantante Maja Šakhberdjeva, insieme a molti altri. L’autore va particolarmente fiero dei ritratti del grande scrittore Kajum Tangrjkuliev, e del noto giornalista e fotografo Alikper Gusejnov.

Per iniziativa dello stesso Aleksandr è stata invitata a partecipare anche la Nabirkina, dopo un lungo corteggiamento. Le opere di quest’ultima avevano attirato l’attenzione di tutti alla fine degli anni Ottanta e inizio dei Novanta, per la loro originalità, che si fatica a limitare a una sola definizione stilistica. Ljudmila è in grado di passare da immagini e ritratti molto realistici, ad altri che stupiscono per la loro enigmaticità. Volti molto essenziali e laconici, ma anche riempiti di immagini simboliche, con tratti di vernice di vari colori molto spessi e in rilievo, queste opere danno spesso da pensare, o scatenano la fantasia, come il “Charlie Chaplin” del 1982, simile a un disegno infantile, e uno sguardo in cui si riflette il mondo intero.

Così impressionano “Lo specchio”, che “quando piango, lui non ride” e il tragico “Puškin” monocromale in tono triste e drammatico, per la morte prematura del poeta. Molto variegata invece la “Scena in presenza di Gogol” del 1988, che trasmette la sensazione mistica dell’attesa spasmodica prima della festa pagana di Ivan Kupala, la notte più corta dell’anno, con tutto il folclore antico della Malorossija-Ucraina. il profilo del massimo scrittore russo-ucraino “naviga” tra le nuvole che precedono il tramonto, ricordando allo spettatore la relazione profonda e indefinita tra i territori e i popoli oggi sprofondati nell’orrore della guerra.

Agli inizi degli anni Duemila, la Nabirkina si è dedicata alle “foto di interni”, immagini di fuga dalla realtà in movimento, dopo le quali l’artista si è rifugiata a lungo nel silenzio e nella solitudine. Proprio Kaširskij è riuscito progressivamente a farla tornare nella comunità degli artisti e della vita socio-culturale del Turkmenistan, associandola alla sua mostra a più di trent’anni dall’ultima esposizione pubblica di Ljudmila. Lei stessa ha voluto chiamare la sua sezione della mostra con il titolo Soprikosnovenie, “Entrare in contatto”, per significare insieme l’amicizia di due artisti e la missione dell’arte, quella di introdurre le persone al contatto con la realtà, fornendo strumenti nuovi per la sua comprensione.

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