05/04/2006, 00.00
CINA
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La politica del figlio unico crea carenze nella forza-lavoro nelle città cinesi

Le minori necessità economiche e le cresciute aspettative familiari per l'unico figlio, creano minor interesse per i lavori più faticosi e malsani. Molte fabbriche non riescono a coprire tutti i posti.

Pechino (AsiaNews/Scmp) – La politica del figlio unico è la causa di una grande carenza di forza lavoro per le grandi fabbriche cinesi, specie nel sud industrializzato.

Negli anni '50 e '60 – osserva Brian Ho, esperto del settore lavoro – Mao Zedong ha incoraggiato le famiglie numerose. Ma dagli anni '80 il Governo ha introdotto il limite di un bambino per famiglia, per frenare l'aumento demografico. La prima generazione nata con questa politica ha ora raggiunto i 18 anni e sta entrando nel mondo del lavoro.

Con famiglie di un solo figlio "c'è minore pressione economica sui lavoratori migranti – dice Ho – e il livello d'istruzione e le aspettative [di questi giovani] sono maggiori". Senza più la preoccupazione di molte bocche da sfamare, "questa nuova generazione di migranti può cambiare spesso lavoro se insoddisfatta del salario e delle condizioni di vita".

"Due anni fa – concorda Willie Fung Wai-yiu, presidente della Top Form International, fabbrica di birra – nella nostra fabbrica dello Jianxi c'erano da 5 a 10 pretendenti per ogni nuovo posto di lavoro. Ora ce ne sono non più di due per ogni posto".

Ma il problema è diffuso in tutto il Paese. A Shaoxing, nello Zhejiang, manca la mano d'opera per la manifatture e ci vorrebbero almeno altri 100 mila operai. A febbraio a Fuzhou, capitale del Fujian, per 50 mila posti di lavoro si sono presentati solo in 15 mila. Molte ditte del Fujian – aggiunge Ho – hanno aumentato i salari, per trovare la mano d'opera necessaria. Gli operai mancano anche a Huilongba, centro tessile del Chongqing, sebbene il salario sia passato dagli 800 yuan al mese del 2004 ai 1.000 attuali.

"I genitori – osserva Tony Wu Kam-bun, direttore dello Smart Union Group, che produce giocattoli – non vogliono che il loro unico figlio lasci casa".

Per rispondere alle esigenze delle industrie, da decenni vi è un flusso di migranti dalle campagne alle città industriali del sud e della costa. Si calcola vi siano almeno 100 milioni di migranti che "girano" le città per lavori stagionali.

I migranti – prosegue Wu – sono attratti da lavori più facili e vogliono salari sempre maggiori. Altrimenti – osserva Willy Lin Sun-mo, vice presidente del Consiglio tessile di Hong Kong – "sanno che possono presto trovare lavoro altrove".

(PB)

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