29/03/2022, 08.51
RUSSIA
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La preghiera islamica per i soldati ceceni in Ucraina

di Vladimir Rozanskij

Dipendenti pubblici obbligati dalle autorità della repubblica caucasica a presenziare cerimonie religiose per i soldati locali impegnati in Ucraina. Imam ceceno di Nizza: l’islam proibisce le guerre di invasione. Quello dei caduti, e delle loro esequie, è un argomento proibito in Cecenia, come nel resto della Russia.

Mosca (AsiaNews) – Nella moschea centrale di Groznyj “Cuore della Cecenia” si tengono in questi giorni delle riunioni speciali di preghiera “per la conservazione della vita e della salute” delle forze speciali schierate impegnate in Ucraina. Il presidente ceceno Ramzan Kadyrov le ha schierate a sostegno della “operazione militare speciale” russa. Alcuni partecipanti hanno confessato a Kavkaz.Realii che la presenza era stata imposta come obbligatoria, radunando nel luogo di culto molti lavoratori della pubblica amministrazione dietro minaccia di licenziamento.

La “Tahajjud Namaz” è una preghiera volontaria notturna, che non fa parte delle cinque preghiere islamiche quotidiane obbligatorie, e si ritiene che proprio per questo sia più preziosa per Allah. Di solito si recita a casa, e non si fanno grandi raduni in moschea come quelli di Groznyj. La folla dei fedeli è stata convocata per l’1:30 di notte con messaggi social, specificando che venivano messi a disposizione appositi mezzi di trasporto e non si ammettevano giustificazioni: “Chi non può venire per vari motivi, scriva una lettera di dimissioni e rimanga poi a casa sua”.

Alla fine la gente radunata era fin troppa, e non tutti sono potuti entrare in moschea, unendosi alla preghiera dalla strada. Una donna ha raccontato che “gli uomini pregavano dentro, mentre noi donne siamo state costrette a fare tutto il Tahajjud in cortile, con tre gradi sottozero”. La preghiera è stata trasmessa anche dal canale televisivo dell’Instagram locale, in cui si vedono i membri della famiglia di Kadyrov che pregano al secondo piano della moschea.

L’amministrazione religiosa dei musulmani ceceni ha comunicato che le preghiere notturne si terranno regolarmente in tutte le moschee della repubblica, “se Allah lo permette”. Lo stesso Kadyrov ha diffuso un messaggio in lingua cecena dove ricorda che la partecipazione alla guerra in Ucraina “è un obbligo per tutti i musulmani, poiché l’avversario offende l’Altissimo, la religione e il profeta”, mentre la morte in questo conflitto “sarà altrettanto sacra di quella dei martiri del profeta Maometto”. Il presidente ha anche aggiunto che “la notizia della grande preghiera del popolo ha molto ispirato i nostri combattenti, essi stessi hanno detto che grazie a essa sono rimasti vivi, senza ferite e sotto la protezione di Allah”.

L’imam ceceno della città francese di Nizza, Ramzan Magomadov,  ha però ricordato che l’islam proibisce le guerre di invasione di altri territori, “e qui si tratta di una guerra di occupazione da parte della Russia, non c’entra con Allah”. I ceceni residenti in Ucraina sono invece schierati “insieme agli infedeli per difendere la propria patria dall’aggressione straniera”, mentre i ceceni nel Caucaso e in altri Paesi dovrebbero semplicemente rimanere estranei a questo conflitto: “Un musulmano che vive in Russia dovrebbe preferire la prigione, piuttosto che partecipare a un’invasione e andare incontro a morte sicura”.

Un predicatore islamico della provincia di Kurčaloev in Cecenia, che ha preferito restare anonimo, ha dichiarato a Kavkaz.Realii che “la caratteristica principale della preghiera di un musulmano dev’essere la sincerità, quindi l’obbligo di presenza in moschea rende la preghiera del tutto inefficace e non sarà ascoltata da Allah”. Non varrebbe neppure per chiedere doni positivi come l’unità della famiglia o il successo nel lavoro, “figuriamoci se si possono chiedere in questo modo gli aiuti per i militari”. Tanto più che l’invocazione del Tahajjud, la “Douâa”, non viene pronunciata ad alta voce come le preghiere regolari, “e nessuno può controllare per chi stai pregando effettivamente”, spiega il predicatore.

I giornalisti hanno provato a chiedere le reazioni dei parenti dei tanti soldati ceceni uccisi, ma nessuno ha avuto il coraggio di rispondere, essendo quello dei caduti, e delle loro esequie, un argomento assolutamente proibito dalle autorità locali, che finora hanno riconosciuto ufficialmente solo 199 soldati morti nei combattimenti in Ucraina.

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