02/01/2024, 08.45
GEORGIA
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Tbilisi, il ritorno dell’oligarca

di Vladimir Rozanskij

Il miliardario Bidzina Ivanišvili dopo tre anni di assenza dalla politica ha annunciato che riprenderà direttamente le redini del "Sogno Georgiano", il partito filo-russo da lui fondato che governa il Paese. Sostiene di voler "unire la Georgia" in vista dell'ingresso nell'Unione europea previsto nel 2030.  

Tbilisi (AsiaNews) - Il miliardario filo-putiniano Bidzina Ivanišvili, che le opposizioni chiamano spesso il “monarca ombra” della Georgia, ha dichiarato la sua disponibilità a dirigere nuovamente il partito da lui fondato del Sogno Georgiano, che governa il Paese dal 2012, accettando il titolo di presidente ad honorem dopo tre anni di assenza dalla politica attiva. Al congresso del partito ha spiegato che i motivi di questo suo ritorno sono dovuti alla “situazione geopolitica” che si è creata nella regione caucasica, e per scongiurare i “rischi di corruzione e di contrapposizione interna” nello stesso partito di potere.

Ivanišvili ha anche sottolineato di non avere intenzione di occupare le poltrone di primo ministro o di presidente del partito, ma di perseguire lo scopo principale di “unire la Georgia” in vista dell’ingresso nell’Unione europea previsto per il 2030, quando lo sviluppo economico del Paese, secondo le sue previsioni, “potrà allinearsi a quello degli Stati europei”.

Nel suo intervento al congresso l’oligarca-fondatore si è lamentato del fatto che le opposizioni in Georgia siano “troppo deboli, non sono in grado di esercitare la funzione di controllo del potere”. Gli oppositori in realtà non accettano questi giudizi del “monarca”: la rappresentante dell’ex-presidente incarcerato Mikhail Saakašvili, la deputata Sofia Džaparidze, ha commentato il ritorno di Ivanišvili in politica come dettato dal “timore di una sconfitta” del suo partito alle elezioni parlamentari del prossimo ottobre. Dichiarazioni analoghe sono state rilasciate anche dal presidente del “Movimento Nazionale”, il partito di Saakašvili, Levan Khabeišvili, secondo il quale dopo le elezioni “Ivanišvili sarà costretto a tornare nella sua amata Russia”.

I dirigenti del partito di governo hanno invece accolto con entusiasmo la decisione del loro padre fondatore. Come ha dichiarato alla stampa il primo ministro Iraklij Garibašvili, lo scopo di Ivanišvili è quello di “salvare la Georgia” così come “l’aveva salvata nel 2012”, portando il Sogno Georgiano alla vittoria nelle elezioni parlamentari di allora. Il premier ha osservato che “se il sistema di potere criminale guidato da Saakašvili fosse rimasto allora alla guida del Paese, noi oggi saremmo nelle condizioni di guerra permanente con la Russia, ciò che porterebbe alla rovina definitiva della Georgia”. Secondo le stime dello stesso Ivanišvili, il partito dovrebbe facilmente ottenere a ottobre oltre il 60% dei consensi, nonostante le “statistiche fasulle” diffuse dalle opposizioni.

L’oligarca filo-russo si trova attualmente sotto sanzioni occidentali, ma ai giornalisti ha assicurato che “è tutto a posto, non mi manca niente”. I commenti degli osservatori politici della Georgia esprimono comunque un certo scetticismo riguardo al “ritorno del re”, come afferma uno dei più autorevoli, Gia Nodia: “È sicuramente una mossa inattesa, che tutti pensano sia dovuta ai problemi interni del partito di potere, che evidentemente sono più gravi di quanto si pensasse”.

Non è chiaro in realtà quale sarà effettivamente il ruolo del “presidente onorario”, anche se il suo influsso sulla politica del governo era già “illimitata”, assicura Nodia, a prescindere dal titolo ufficiale che gli viene attribuito: “È chiaro che ha dei piani da realizzare, anche se per ora è difficile dire quali siano… a Bidzina piace giocare sui favori del pubblico, è la sua forma di humour politico”. Anche il rapporto con le opposizioni rimane da verificare, secondo il politologo: “Se dice che sono troppo deboli, significa che qualche preoccupazione ce l’ha anche nei loro confronti, e deve cercare di tenerle sotto controllo”. Il nuovo anno potrebbe davvero risultare decisivo per la Georgia, e i grandi giocatori “stanno mettendo le carte sul tavolo”.

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