17/12/2007, 00.00
THAILANDIA
Invia ad un amico

La speranza, unica strada per i giovani thai

di Weena Kowitwanij
Pattra Chol-wat, che organizza i programmi della Commissione episcopale per i giovani, commenta ad AsiaNews l’enciclica di Benedetto XVI sulla speranza, “arma da condividere con tutte le religioni per contrastare il declino sociale ed etico della società thailandese”.
Bangkok (AsiaNews) – La speranza “è l’unica strada che  i giovani thailandesi hanno per evitare il declino sociale ed etico della nostra società. Per questo la seconda enciclica di Benedetto XVI è così importante per noi: riporta al primo posto l’idea che soltanto sperando ci si può salvare”. Lo dice ad AsiaNews Pattra Chol-wat, 32 anni, che organizza i programmi della Commissione episcopale per i giovani e lavora in stretto contatto con le realtà, spesso disagiate, dei ragazzi thai.
 
Tutti coloro che vivono nel Paese, spiega, “sono ben consapevoli che la nostra società è in declino, sia dal punto di vista etico che morale. Spesso veniamo a conoscenza, o siamo testimoni, di azioni cattive che divengono esempi malvagi per i giovani, e per questo viene naturale chiedersi se sia rimasto qualcosa di buono nelle persone: mi rispondo di sì, ma va sottolineato che questa bontà non viene riportata quasi mai”.
 
Davanti a conflitti e violenze che colpiscono tutto il mondo, “viene spontaneo ricordare che serve incoraggiamento e speranza: dobbiamo spingerci l’un l’altro a ricordare che c’è ancora del buono, nel mondo. Dobbiamo partire da noi stessi, portando amore e speranza a chi non ne ha. Per questo la seconda enciclica di Benedetto XVI è così importante per noi: riporta al primo posto l’idea che soltanto sperando ci si può salvare”.
 
Proprio partendo da questo presupposto, aggiunge Pattra, “la Commissione giovani organizza diversi tipi di campeggi durante le vacanze, per dare ai giovani qualche esempio positivo da seguire durante la loro educazione. Il Club dei giovani cattolici organizza i campeggi a maggio ed ottobre, quando in Thailandia chiudono le scuole: fra le attività principali, vi sono la visita agli anziani ed alle case per i malati di Aids rette dal Centro sociale dei Camilliani, ma anche gli orfanotrofi dei Redentoristi ed altri Istituti sociali”.
 
Come cattolici, sottolinea ancora, “sappiamo che l’esempio da seguire è Gesù: ha vissuto come un uomo per esserci vicino, ed è morto per la nostra salvezza. La vera speranza per noi, il vero modo per affrontare le gravi crisi che affliggono il mondo, è proprio Cristo: metterlo al centro delle nostre vite, e seguirne l’esempio”.
 
In questo modo di agire non rientrano soltanto i cattolici: “Noi diamo il benvenuto ai giovani di qualunque percorso: fra di noi vi sono musulmani, buddisti e protestanti. Vi sono molte persone che cercano comprensione ed amore, e per questo si deve sempre sottolineare che la vita è il dono più importante. E’ la vita che ci spinge a dare con entusiasmo. Non importa quale sia la nostra fede, ma mettere in pratica quello che ci insegna. E continuare a sperare”.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Mons. Saldanha: la Spe Salvi invita a farsi messaggeri di speranza nel mondo
13/12/2007
Papa: la certezza della fede, fondamento della speranza cristiana
30/11/2007
La speranza del Papa è anche per gli atei
30/11/2007
L’enciclica della speranza nell’Asia tormentata da problemi e pericoli
04/12/2007
Presentata oggi a Mosca la Spe Salvi in russo
25/03/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”