La suora che gira le Filippine per educare a un voto ‘onesto e trasparente’
Da dicembre suor Liza Ruedas, religiosa delle Suore della Carità, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione in vista delle elezioni di medio termine in programma il 12 maggio. L’obiettivo è di aumentare “la consapevolezza e la partecipazione al cambiamento politico”. La Chiesa cattolica delle Filippine si è consacrata alla Divina Misericordia di fronte alle "gravi sfide" che il Paese il mondo devono affrontare.
Manila (AsiaNews) - Educare i cittadini al voto, per aiutarli a individuare candidati e rappresentanti “onesti, puliti e trasparenti” che sappiano esprimere con consapevolezza la propria preferenza in vista della tornata elettorale di metà mandato in programma il prossimo 12 maggio. È la missione di suor Liza Ruedas, religiosa delle Suore della Carità (Compagnia delle figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli), che dal dicembre scorso ha lanciato una campagna col contributo di consorelle, scuole, missionari laici e dei mezzi tecnologici quando è in viaggio.
La suora si avvale del materiale messo a disposizione dalla Conferenza dei Superiori Maggiori delle Filippine (Cmsp), di Gruppi ecumenici, del movimento Simbayanihan e di altre realtà partner. “Abbiamo iniziato il programma di educazione degli elettori a dicembre” spiega ad AsiaNews, per concludere la prima settimana di maggio alla vigilia dell’appuntamento con le urne. Vi sono 68.431.965 elettori registrati per il voto di medio termine secondo i dati della Commissione elettorale, esclusi gli 1,3 milioni di filippini all’estero; in palio vi sono 18.320 posizioni locali e nazionali.
L’obiettivo, prosegue suor Liza, è di “aumentare la consapevolezza e la partecipazione al cambiamento politico, dando potere al popolo filippino e ai giovani. La maggior parte degli elettori trova modi e spazi democratici per partecipare alla riforma elettorale”. Le discussioni spaziano dalla selezione di buoni candidati all’affrontare le possibili frodi elettorali, prosegue, in particolare quelle che riguardano la compravendita di voti e l’identificazione di candidati che suscitano allarmi o sospetti.
“È molto impegnativo e allo stesso tempo stimolante, soprattutto - sottolinea - quando lavoriamo sul campo. I più poveri e le periferie sono sempre vittime di manovre politiche e di sfruttamento da parte dei politici tradizionali”. Vi sono poi timori riguardo al sistema di voto automatizzato, che può essere foriero di brogli o quantomeno di dubbi, oltre al peso delle famiglie e delle dinastie politiche del Paese e i sistemi clientelari. “Credo che questo aspetto - aggiunge la religiosa - debba essere preso sul serio non solo durante le elezioni, ma anche in altri momenti. Il buon governo e la leadership devono essere presi sul serio nelle scuole, nei programmi di studio e nelle comunità”.
L’aspirazione che guida l’iniziativa è quella di fornire ad ogni elettore filippino maggiore consapevolezza riguardo ai “propri diritti, doveri e privilegi”. Suor Liza avverte che “il voto è un atto sacro” e impegnarsi sul piano politico è un contributo al cambiamento in una prospettiva di “carità”. Gli sforzi per prendere una decisione informata di voto, avverte, devono “fare la differenza nella vita delle persone e della società. Tuttavia, i comportamenti e gli atteggiamenti sono difficili da cambiare. Ci vogliono consapevolezza, partecipazione attiva e impegno nei confronti del sistema elettorale filippino”.
Tuttavia, la risposta dei cittadini di fronte alla proposta di un programma educativo è “varia: alcuni sono entusiasti, altri poco interessati” spiega la religiosa, aggiungendo che “soprattutto gli studenti più giovani dimostrano una volontà di imparare e un alto livello di ricettività” e per sostenere la campagna di sensibilizzazione possono anche ricorrere all’uso dei social media. In vista del voto, proprio ieri il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha emanato il Proclama 878 per consentire ai filippini di “esercitare correttamente il loro diritto di scelta” dichiarando il 12 maggio giorno non lavorativo.
Infine, nell’ottica di voler rafforzare l’unità nazionale il 27 aprile scorso, domenica della Divina Misericordia, la Chiesa cattolica delle Filippine si è consacrata alla Divina Misericordia. Il presidente della Conferenza episcopale (Cbcp), card. Pablo Virgilio David, ha invitato tutte le diocesi a un atto solenne di consacrazione in occasione della giornata, che è stata celebrata durante le messe della festività in tutto l’arcipelago. Secondo il porporato la consacrazione è “una risposta collettiva di fede e speranza” alle “gravi sfide” che il Paese e il mondo devono affrontare.
Alcune sfide includono la corruzione, l’erosione della verità, il crescente rifiuto degli insegnamenti della Chiesa sulla vita e sulla famiglia e la minaccia di divisioni interne e di conflitti armati in ambito locale e globale. “La consacrazione nazionale sarà una profonda espressione della nostra fiducia nella Divina Misericordia, che rimane il nostro ultimo rifugio in questi tempi di incertezza e di prova”. Il card. David ha poi concluso affidando “noi stessi, la nostra Chiesa e la nostra nazione all’infinita misericordia di Dio, certi che in essa troveremo la guarigione, il rinnovamento e la speranza di cui abbiamo profondamente bisogno”.