23/03/2023, 08.57
KAZAKISTAN
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Elezioni kazake: esito scontato, vince Tokaev

di Vladimir Rozanskij

Il partito del presidente al 54%. Per le altre forze solo briciole. Si attendono i risultati dei collegi uninominali. La formazione governativa è l’unica strutturata nel Paese. La bassa l’affluenza non è un bel segno per il “nuovo Kazakistan” sognato dal capo dello Stato.
 

Mosca (AsiaNews) – Mentre sono ancora in corso le operazioni di spoglio delle schede elettorali per i vari livelli delle elezioni del 19 marzo in Kazakistan, è già possibile analizzare gli esiti principali, che non verranno messi in discussione dai conteggi definitivi. Con questo voto si è conclusa la travagliata fase dei “cambiamenti” successivi agli scontri per le proteste di gennaio 2022, nel corso delle quali sono morte 228 persone, e molti sono ancora detenuti in attesa di conoscere la propria sorte.

La questione principale riguarda la transizione dal regime autoritario del primo presidente “eterno”, Nursultan Nazarbaev, a quello che vuole presentarsi come più democratico del suo predecessore: Kasym-Žomart Tokaev, rieletto lo scorso novembre. Alla conta dei seggi secondo la parte proporzionale, il partito del presidente Amanat avrebbe ottenuto la maggioranza del 54%, mentre quando si chiamava “Nur Otan” in omaggio a Nazarbaev superava regolarmente l’80% dei voti.

Il partito Auyl, sempre filo-governativo, si è classificato al secondo posto con l’11%, e il resto è stato suddiviso tra altri quattro partiti, formando quindi un Parlamento a sei forze, in cui per ora non si delinea una chiara divisione di campo tra governo e opposizione.

Vanno ancora decise le nomine dei 29 eletti ai collegi maggioritari, tra cui potrebbe esserci qualche sorpresa, nonostante i tentativi di emarginare o escludere i candidati sgraditi all’Akorda (il palazzo presidenziale).
I risultati parziali sembrano tranquillizzare i vertici, in quanto nella gran parte dei seggi uninominali le percentuali sembrano nettamente favorire gli uomini di Tokaev. Come nota l’osservatore del giornale Kursiv, Nikolaj Kuzmin, Amanat “è l’unico partito che dispone di un sistema di comunicazione sociale e politica diffuso su tutto il territorio”, con le sue sezioni locali e i media a disposizione, il movimento giovanile e una grande presenza sui social. “È il governo che ha bisogno del partito, e non viceversa”, spiega Kuzmin.

Uno scandalo elettorale si è peraltro verificato nella città di Šymkent, la terza metropoli dopo Almaty e Astana, in cui sono stati mostrati in rete dei protocolli di votazione già compilati prima ancora dell’inizio della competizione elettorale, con tanto di audio di funzionari che valutano come evitare le accuse di violazione.

I candidati locali “liberi” sono intervenuti pubblicamente alla vigilia delle elezioni, come ad esempio Omir Šynybekulj, che ha ammonito di “non voler ripetere i fatti di sangue di gennaio 2022”, chiedendo a Tokaev di sospendere il sindaco di Šymkent per appurare la verità sui fatti denunciati. Il tutto si è risolto con l’accusa di “false provocazioni” da parte del Comitato elettorale, che intende verificare i risultati “con la massima trasparenza”.

Altri brogli più o meno gravi sono stati denunciati in varie regioni, con sostituzione delle urne piene e “caroselli” di elettori che si sono presentati più volte allo stesso seggio e ad altri ancora, come del resto era sempre accaduto anche nelle elezioni precedenti dall’esito scontato.  La missione degli osservatori Osce ha dato una valutazione negativa a 58 dei 128 seggi controllati, con diverse violazioni delle procedure di voto e di spoglio.

Le previsioni complessive assegnano alle parti dichiaratamente filo-governative 60 seggi su 98 in Parlamento. Si attende per lo meno che tra i deputati vi siano alcuni in grado di far sentire la voce dei settori più critici della società, pur escludendo gli oppositori più radicali, come il politico indipendente Inga Imanbaj e il giornalista Lukpan Akhmeljarov, due candidati che ancora nutrono flebili speranze di ottenere il mandato, ma già lamentano sulle reti social le “aperte falsificazioni” in vari seggi.

La più popolosa città del Kazakistan, l’ex capitale Almaty, ha mostrato grande sfiducia e apatia rispetto alle elezioni, con il 25,8% di votanti rispetto al 42,9% di Astana, e sarà compito di Tokaev dimostrare che il “nuovo Kazakistan” è in grado di accontentare almeno in parte le attese di tutti i suoi cittadini.

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