30/12/2021, 12.10
COREA DEL NORD-CINA
Invia ad un amico

Lager nordcoreani: prigionieri obbligati a produrre di più per i cinesi

Venduti a compagnie di Pechino capi d’abbigliamento. Il lavoro forzato nei campi di concentramento riduce i rischi di diffusione del Covid. Crisi economica, Kim Jong-un ordina “nuove misure rivoluzionarie” in campo agricolo. Onu: da Pyongyang crimini contro l’umanità.

Seoul (AsiaNews) – Le autorità nordcoreane obbligano i prigionieri nei campi di concentramento a produrre di più. Secondo fonti in Corea del Nord di Daily NK, che ha sede nella capitale sudcoreana ed è legato al ministero per l'Unificazione del Sud, l’aumento di produzione nei lager del regime di Kim Jong-un rientra in una serie di accordi con compagnie cinesi.

I campi interessati sarebbero quelli di Kaechon and Paekto, dove questo mese gli inviati del ministero della Sicurezza sociale hanno compiuto diverse ispezioni per controllare i livelli di fabbricazione. I prodotti finiti sono di solito capi d’abbigliamento, parrucche e ciglia finte.

La produzione è ripresa dopo l’arrivo di materie prime dalla Cina, prima bloccate dalle restrizioni per il Covid-19. Subito dopo le prime avvisaglie della pandemia, Kim ha fatto chiudere i confini nazionali, compreso quello con il gigante cinese. Il lavoro forzato nei campi permetterebbe di produrre beni destinati all’export in un ambiente chiuso e controllato, riducendo così il pericolo di diffusione di contagi.

La Corea del Nord dipende politicamente ed economicamente dai cinesi. Nel 2019 il commercio bilaterale con la Cina ha rappresentato il 95,4% di quello totale realizzato dal Paese. Nel 2007 la quota era del 67,1%; a causa delle sanzioni internazionali per contenere il programma nucleare e missilistico nordcoreano, Pechino è l’unico vero partner del regime di Kim.

Per superare l’attuale crisi economica, segnata da una cronica mancanza di cibo per la popolazione, l’uomo forte di Pyongyang ha annunciato “nuove misure rivoluzionarie” per favorire lo sviluppo agricolo. L’ordine di Kim è partito durante il 4° Plenum del dell’8° Comitato centrale del Partito dei lavoratori – al potere nel Paese dalla fine della Seconda guerra mondiale – che si svolge in questi giorni.

La comunità internazionale, con le Nazioni Unite in testa, ha più volte condannato lo sfruttamento dei detenuti da parte del governo nordcoreano: una forma di schiavitù equivalente a un crimine contro l’umanità.

Secondo i dati disponibili, al momento in Corea del Nord vi sono cinque campi di lavoro per i prigionieri politici: quattro sono gestiti dal ministero della Sicurezza statale; uno dal dicastero della Sicurezza sociale. A questi andrebbero aggiunte 16 strutture detentive per la rieducazione.

Dallo scoppio della pandemia, sostiene Daily NK, il numero dei detenuti nel Paese è cresciuto in modo significativo: molti nordcoreani sono finiti nei lager del regime per aver infranto le regole sulla quarantena, una violazione che minaccia l’economia nazionale.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Crolla il commercio con la Cina. Kim e la sorella visitano le aree inondate
02/10/2020 09:02
Pyongyang ingrandisce i suoi lager: attesa ondata di arresti
19/02/2021 09:04
Cristiano condannato a morte, politici Usa scrivono all’Onu
14/07/2007
Pyongyang allo stremo: chieste forniture d’emergenza a Pechino
15/11/2021 13:25
Incubo Covid: continua a crollare il commercio tra Pechino e Pyongyang
19/07/2021 12:30


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”