17/12/2019, 12.51
PAKISTAN
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Lahore, uccisi due fratelli indù: volevano emigrare in India

Il cugino delle vittime vive in un campo profughi di Delhi. La legge sulla cittadinanza indiana include le minoranze perseguitate in Pakistan, Afghanistan e Bangladesh. Il rischio è una nuova ondata migratoria. Le minoranze devono però dimostrare di risiedere in India da prima del 31 dicembre 2014.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Volevano emigrare in India dove già vive un cugino, incoraggiati dalla nuova legge sulla cittadinanza indiana che offre protezione alle minoranze perseguitate che fuggono da Paesi a maggioranza musulmana. Invece due fratelli indù di Lahore sono stati bloccati da alcuni radicali islamici, condotti in una foresta e sgozzati. I due fratelli sono le prime vittime del "sogno indiano" da quando il Parlamento di Delhi ha emanato la norma sulla cittadinanza. Esso rischia di infuocare ancora di più le tensioni tra le comunità religiose dei due Paesi confinanti, da decenni in lotta per il predominio culturale, politico e confessionale.

I due fratelli uccisi sono Gyanchand e Premchand, cugini di Lakshman, un rifugiato pakistano indù che vive nel campo profughi di Adarsh Nagar, alla periferia nord di Delhi. In questa colonia mancano elettricità, acqua e servizi igienici. Nonostante tutto, vi abitano circa 600 emigrati pakistani, tra cui 150 bambini, per un totale di 85 famiglie.

La notizia dell’omicidio dei due fratelli sta facendo il giro della rete. Il video che ritrae i loro corpi insanguinati, circondati da parenti e amici che ne piangono la morte, è stato condiviso migliaia di volte. Hindu Genocide, che denuncia i casi di persecuzione contro la minoranza indù in Pakistan, riporta: “Le loro famiglie sono devastate. Questa è la pena degli indù. La loro vita è in pericolo persino mentre emigrano in India. Nessuna libertà di parola, nessun diritto d’esistere”.

Secondo i media, i fratelli sono stati fermati da un gruppo di “jihadisti”. In seguito sarebbe nato un litigio, durante il quale gli indù avrebbero pronunciato “cattive parole” sul Pakistan. Gli insulti avrebbero scatenato la violenza dei musulmani, che li hanno trascinati nella foresta e gli hanno tagliato la gola. Secondo la minoranza indù, i fratelli si stavano trasferendo in un Paese migliore – l’India – in cui sarebbero stati trattati come “qualsiasi altro cittadino”.

La legge sulla cittadinanza indiana rischia di innescare un’invasione delle minoranze dai Paesi confinanti (Pakistan, Afghanistan e Bangladesh). Tuttavia, a essere incluse nelle pratiche di naturalizzazione sono solo le “minoranze perseguitate” sikh, parsi, cristiani, buddisti, indù e giainisti che possono dimostrare di risiedere entro i confini indiani da prima del 31 dicembre 2014.

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