19/08/2010, 00.00
IRAQ
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Lascia l’Iraq l’ultimo plotone americano; preoccupazione di esercito e politici

A Baghdad restano ancora 56mila soldati. Saranno ridotti a 50mila alla fine del mese. Gli Usa assicurano che non si tratta di un completo ritiro, ma dell’inizio di una nuova fase. Tenente generale irakeno: “Gli Usa devono restare fino al 2020”.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – L’ultima brigata di combattimento Usa, la 4a Stryker, ha lasciato ieri l’Iraq, passando il confine con il Kuwait. In Iraq rimangono ancora 56mila truppe americane, ma il numero dovrebbe scendere a 50mila entro la fine di agosto. I soldati rimasti saranno riconvertiti in forze di assistenza.

 Philip Crowley, portavoce del dipartimento di Stato, ha parlato di “momento storico” e ha assicurato che non si tratta della fine dell’impegno americano in Iraq, ma dell’inizio di una nuova fase: “L’ultima cosa che vogliamo è rimandare indietro le truppe in Iraq di nuovo. Non è la fine di qualcosa, ma l’inizio di qualcosa di diverso. Abbiamo un impegno a lungo termine con l’Iraq”.

 La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha invaso l’Iraq nel 2003. In oltre sette anni e mezzo, gli Usa hanno speso 10 miliardi di dollari, 4415 soldati hanno perso la vita nei combattimenti.

 Politici e ufficiali dell'esercito irakeno hanno mostrato perplessità davanti al ritiro Usa. La situazione infatti è ancora instabile. Il 17 agosto scorso, un attacco suicida fuori da un centro di reclutamento dell’esercito a Baghdad ha provocato più di 50 morti e almeno 100 feriti. Inoltre, il governo irakeno non si è ancora formato, nonostante le elezioni si siano svolte a marzo.

 L’uscita completa delle truppe americane all’Iraq è prevista per la fine del 2011. Secondo Babaker Zerbari, tenente generale irakeno, è allora che inizieranno i problemi: “A questo punto, l’uscita [delle truppe] sta andando bene perché sono ancora qui. Ma il problema comincerà dopo il 2011. Se mi domandassero delle strategie di uscita, io direi ai politici: l’esercito americano deve rimanere qui fino a che quello irakeno non sarà pronto, nel 2020”.

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