09/05/2025, 13.13
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Le gioia degli agostiniani che ricordano le tante visite di Prevost in Asia

di N. Carvalho e M. Hariyadi

La famiglia religiosa di cui il nuovo pontefice è stato per 12 anni priore generale ha una lunga storia di presenza missionaria nel continente a partire dalla basilica del Santo Nino di Cebu. I confratelli in India e in Indonesia lo definiscono "un uomo profondamente spirituale, capace di ascoltare". Nello stemma una frase di Agostino e il cuore ardente trafitto da una freccia sopra un libro, simbolo dell'ordine.

Milano (AsiaNews) – Il nuovo papa Leone XIV viene dall’ordine religioso degli agostiniani, di cui è stato anche priore generale per 12 anni. Una grande famiglia religiosa di oltre 2500 tra sacerdoti e laici consacrati presenti in 50 Paesi che ha una lunga storia missionaria anche in Asia. Non sorprende, dunque, che da tutto il continente oggi siano molte le comunità che ricordano la visita e i loro incontri con Robert Prevost, il cardinale che il conclave ha scelto per guidare la Chiesa dopo papa Francesco.

Le radici della presenza agostiniana in Asia portano alle Filippine dove i primi missionari giunsero dal Messico già nel 1565 stabilendosi a Cebu, la città della veneratissima immagine del Santo Nino della cui basilica sono tuttora i custodi. Da lì la loro presenza si è diffusa in numerosi altri Paesi del continente: dall’India alla Cina, dalla Thailandia al Vietnam, dal Giappone alla Corea del Sud e all’Indonesia.

In una dichiarazione diffusa da Manila, il provinciale dell’ordine per le Filippine fra Dante M. Bendoy, ha descritto l'elezione di Leone XIV come “una benedizione divina, non solo per l'Ordine di Sant'Agostino ma per l'intera Chiesa universale”. P. Robert Prevost visitò le Filippine nel settembre 2010 per il Capitolo generale intermedio. “Ha lasciato un'impressione indelebile su di noi – continua il priore per le Filippine -. Conserviamo il ricordo della sua calorosa presenza, della Messa che ha celebrato con noi, della sua umiltà. Se da un lato la sua elezione è un grande dono, dall'altro comporta anche delle sfide: una croce da portare per il bene della Chiesa”.

Papa Leone XIV ha visitato due volte anche l'India durante il suo mandato di priore generale: le visite del 2004 e del 2006 lo hanno portato in diverse comunità agostiniane del Kerala e del Tamil Nadu. Durante la sua prima visita, nel 2004, ha soggiornato per oltre una settimana nelle case agostiniane di Mariyapuram, Aluva (nell'arcidiocesi di Verapoly) e Edakochi (nella diocesi di Cochin), entrambe situate nel distretto di Ernakulam, in Kerala. In particolare, il 22 aprile 2004 ha concelebrato la Messa di ordinazione sacerdotale di sei diaconi agostiniani insieme all'allora arcivescovo di Verapoly, mons. Daniel Acharuparambil, nella chiesa di San Francesco Saverio, a Kathrikadavu, nel distretto di Kaloor. Nell'ottobre 2006, quando è poi tornato nella casa agostiniana di Mariyapuram per partecipare all'Incontro Asia-Pacifico dell'Ordine di Sant'Agostino tenutosi ad Aluva.

“Era una persona incredibilmente semplice, con i piedi per terra e sempre disposto ad adattarsi - ricordato p. Jacob Mullassery, che lo ha accompagnato durante entrambe le visite -. Non ha mai chiesto un trattamento speciale. Viaggiava in piccoli veicoli e non esitava a soggiornare in camere modeste con servizi di base ad Aluva e Edakochi. La sua umiltà ha toccato profondamente tutti noi”.

P. Metro Xavier lo descrive come “un uomo profondamente spirituale”, che “trascorreva molto tempo in silenziosa adorazione eucaristica. Mostrava un profondo amore per la Chiesa e una grande rispetto per il suo magistero”. P. Wilson Injerappu, vicario regionale degli agostiniani in India, esprime gioia e speranza: “Avere un agostiniano come Santo Padre è una grande benedizione per noi. Ci ricorda anche la nostra responsabilità di pregare continuamente per lui e di sostenere la sua missione con le nostre preghiere e i nostri sacrifici”.

Anche gli agostiniani dell’Indonesia ricordano gli incontri avuti con lui, quando visito le comunità locali nel 2003. P. Jan Pieter Fatem - attuale responsabile del vicariato “Totus Tuus” Papua-Indonesia – lo definisce “una vera persona agostiniana, che ha portato avanti con grande entusiasmo la vita comunitaria. Per me personalmente è un uomo semplice, saggio, pieno di amore e buon ascoltatore. Come confratello, è sempre stato considerato come un vero e proprio manuale 'ambulante' della nostra spiritualità agostiniana”. A questo proposito vale la pena di citare che il simbolo dell’ordine - il cuore ardente trafitto da una freccia, posti sopra un libro – campeggia anche nello stemma episcopale di Prevost, insieme al motto In Illo unum uno (“Nell'unico Cristo siamo una cosa sola”), che riprende le parole di Sant'Agostino nel commento al Salmo 127.

Sr. Felisitas, una religiosa agostiniana della provincia di West Kalimantan, ricorda l’informalità degli incontri con lui al World's Augustinian Youth Encounter di Londa e in un altro raduno dell’ordine a Sydney. “È una persona con un forte senso dell’ospitalità, sempre con la sua faccia sorridente. Per tutti gli agostiniani del mondo, è davvero un uomo di preghiera”.

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