02/11/2004, 00.00
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Le suore di Madre Teresa arrivano a Kabul

Mons. Giuseppe Moretti, superiore della Missio sui iuris, racconta i passi di una maggiore presenza della chiesa cattolica nel paese.

Kabul (AsiaNews) – Le suore di Madre Teresa e un altro gruppo di religiose stanno per arrivare in Afghanistan. Si occuperanno dei poveri e della cura verso i bambini handicappati. Lo ha detto ad AsiaNews mons. Giuseppe Moretti, superiore della missio sui iuris dell'Afghanistan. Il sacerdote barnabita che per tanto tempo è stato l'unico prete cattolico a Kabul, ha detto che la ricostruzione del paese continua anche "con l'impegno crescente dei cattolici".

Alla vigilia dello scadere dell'ultimatum posto dall' "Esercito dei musulmani" per il rilascio dei 3 operatori Onu in ostaggio da giovedì 28 ottobre, mentre la questione sicurezza diventa una delle sfide maggiori per il nuovo governo Karzai, p. Moretti parla con entusiasmo delle missionarie in arrivo: "Le suore di Madre Teresa di Calcutta, verranno sicuramente rispettate e amate come le Piccole sorelle di Gesù, che da 46 anni operano con discrezione negli ospedali e sono ben volute dagli afghani. Perfino i Talebani portano loro rispetto". Il sacerdote aggiunge che "è previsto l'arrivo anche di un'associazione di religiose che lavorerà con i bambini handicappati mentalmente".

Un altro progetto che sta per realizzarsi è "Scuola della pace", che sarà avviato a Natale. "Da 23 anni – dice mons. Moretti - avevo questo sogno: dare ai bambini del paese una scuola uguale a quella dei bambini europei". Il sacerdote racconta che la "scuola è stata costruita con i soldi della gente, le offerte di chi ha creduto in questo progetto; niente grandi organizzazioni né laiche né cattoliche". I lavori per la scuola sono iniziati nell'agosto 2003. Dopo un lungo periodo di stasi il cantiere ha riaperto a settembre scorso. L'istituto ospiterà circa 500 bambini e bambine, che "finalmente lasceranno la scuola all'aria aperta per una più dignitosa". È il mio regalo, un gesto d'amore e solidarietà per questo popolo che soffre. 

Padre Moretti non nasconde che l'Afghanistan sta attraversando un periodo difficile. "È un momento di allerta per chi opera nelle ambasciate, nelle Ong o all'Onu. Ho sempre considerato il periodo post-elettorale il periodo di maggiore crisi. Gli attentati annunciati prima delle elezioni non si sono verificati, ma ora bisogna attendere le reazioni degli sconfitti, di chi si oppone al governo, di chi non avrà una rappresentanza soddisfacente in parlamento e dei Talebani". La piccola comunità cattolica, si raccoglie ogni domenica: "Preghiamo costantemente per la pace  - dice il sacerdote – che è il primo desiderio per chi vive qui. Quando succedono episodi tristi, come l'uccisione di militari o civili, la domenica successiva li affidiamo alla bontà di Dio e preghiamo per loro, a qualunque religione o etnia appartengano". Domenica prossima mons. Moretti spera di poter ringraziare Dio per una soluzione positiva della crisi degli ostaggi Onu.

Mons. Moretti, 66 anni, segue i fatti dell'Afghanistan dal 1977. Dal 1990 al '94 è stato a Kabul, unico prete cattolico del paese. Dal maggio 2002 è superiore della Missio sui iuris dell'Afghanistan. È parroco dell'unica chiesa cattolica presente nel paese: la cappella all'interno dell'ambasciata italiana a Kabul.(MA)

 

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