19/06/2025, 10.23
RUSSIA
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Le tensioni tra ortodossi e musulmani in Russia

di Vladimir Rozanskij

Alcune parole ostili verso l'islam dell’igumeno Gavriil sembrano aver dato voce a un malcontento molto diffuso tra gli ortodossi più intransigenti, che vedono come un pericolo “l’armata musulmana”. Polemiche che mostrano una crepa nel corso “eurasiatico” della politica statale e religiosa della Russia di oggi 

Mosca (AsiaNews) - Un caso particolare ha messo in evidenza in Russia una tensione tra cristiani e musulmani che sembrava da tempo sopita, nella comune espressione religiosa dello “spirito patriottico”. Lo skhiigumen Gavriil (Vinogradov-Lakerbaja), membro della comunità del grande monastero di Valaam nel nord del Paese, una figura molto rispettata come uno degli starets più importanti del mondo monastico ortodosso, è stato sollevato da ogni incarico alcuni giorni fa, per aver affermato durante un’omelia che “i musulmani sarebbero capaci di tagliare la testa ai moscoviti, se glielo ordina il mullah”, messaggio poi diffuso anche su Telegram. Lo starets era da alcuni anni il superiore della filiale di Soči del monastero, e ora è confinato in cella eremitica al di fuori delle strutture ufficiali.

Diversi esponenti dell’islam russo hanno reagito in modo molto aggressivo alle parole dell’igumeno, su tutti il generale Apti Alautdinov, comandante della brigata cecena Akhmat e figura molto carismatica del mondo religioso-militante del Caucaso e della Russia intera, che ha usato parole molto oltraggiose verso il monaco. Questo ha provocato quindi una reazione non meno ostile da parte degli ortodossi super-tradizionalisti del movimento “Quaranta quarantine”, che hanno chiesto di far dimettere il generale (che poi si è scusato) e ripristinare Gavriil nella sua carica ecclesiastica.

Eppure negli ultimi anni dal patriarcato di Mosca arrivavano proposte di “unire il califfato, la Santa Rus’ e l’Unione Sovietica” in un’unica grande sobornost spirituale, per meglio contrastare la degradazione degli occidentali, temendo la perdita della fede in Europa molto più che la diffusione dell’islam. I sacerdoti ortodossi citano spesso i fedeli musulmani come “persone veramente devote”, invitando i propri fedeli a seguirne l’esempio, mentre ora sembra che la fede musulmana sia considerata “una minaccia per l’identità russa”.

Proprio l’igumeno Gavriil sembra aver dato voce a un malcontento molto diffuso tra gli ortodossi più intransigenti, che vedono come un pericolo “l’armata musulmana”, con le sue parole ostili che sono state pronunciate proprio alla vigilia del Kurban-Bajram, come chiamano in Russia la festa dell’ Eid-al-ahda che conclude il periodo del pellegrinaggio canonico alla Mecca. Gavriil ha voluto anche precisare che l’islam è “una fede non vera”, ottenendo molti consensi dalle risposte social al suo discorso.

Dal patriarcato di Mosca sono arrivati i commenti dell’arcivescovo russo-francese Savva (Tutunov), sempre più protagonista sulla scena religioso-ideologica negli ultimi tempi, direttore del dipartimento missionario, che ha bollato la predica di padre Gavriil come “un mucchio di sciocchezze”, ma dichiarandosi d’accordo con lui sulla questione della “fede vera e non vera”. Savva ha criticato “le interpretazioni sincretistiche delle relazioni reciproche tra islam e cristianesimo” come quelle del generale Alautdinov, ribadendo che non si può mettere in dubbio “il significato storico e culturale primario dell’ortodossia per la nostra Patria”.

Queste polemiche sono state ulteriormente acuite da un video diffuso sui social da un soldato musulmano dell’esercito russo, che spara con un lanciagranate in direzione di una chiesa ortodossa nella zona di Sudža, città contesa con gli ucraini nella regione di Kursk. Queste ed altre forme di espressione conflittuale tra islam e ortodossia mettono in crisi il corso “eurasiatico” della politica statale e religiosa della Russia di oggi, basata in gran parte sul dialogo con i musulmani attraverso le attività del Consiglio interreligioso presso la presidenza della Russia. Tutunov ricorda anche che comunque i musulmani non superano il 7% della popolazione, a fronte di quasi il 70% di ortodossi, almeno per le dichiarazioni formali di appartenenza, e la crepa tra le due “religioni tradizionali” sembra destinata ad allargarsi sempre più nel prossimo futuro, a fronte di un nazionalismo russo in grande crescita.

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