05/05/2025, 08.44
UCRAINA-STATI UNITI
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Le terre rare ucraine e i rapporti con l’America

di Vladimir Rozanskij

Secondo l’esperto Aleksej Ižak dell’Istituto di ricerche strategiche, la suddivisione al 50% delle royalties previsto dall'accordo concordato dopo l'incontro tra Putin e Zelensky sembra abbastanza equo per le esigenze ucraine, anche se i mezzi che verranno accumulati nelle operazioni difficilmente saranno sufficienti per coprire interamente le necessità legate alla piena ricostruzione del Paese.

Kiev (AsiaNews) - Come ampiamente commentato da tutta la stampa internazionale, l’Ucraina e gli Stati Uniti, dopo lo spettacolare incontro di Trump e Zelenskyj nella basilica di S. Pietro ai funerali di papa Francesco, hanno firmato il 1 maggio un accordo storico, che prevede la formazione di un Fondo comune di investimenti per la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra russa. Questo passo apre una pagina nuova nella vita economica e politica di entrambi, e gli ucraini sperano che possa davvero costituire anche una garanzia di sicurezza nei confronti delle pretese dell’aggressore.

Il documento dell’accordo in 12 articoli, che offre la lista dei materiali critici interessati e presenta gli aspetti finanziari, riveste il carattere giuridico di una intesa intergovernativa, ed entrerà in vigore solo dopo la ratifica da parte della Verkhovnaja Rada di Kiev, come ha spiegato la ministra ucraina dell’economia Julia Sviridenko, che si prevede entro un mese-mese e mezzo di discussioni. Sarà quindi l’Agenzia per le questioni di sostegno al partenariato statale e privato, in accordo con il ministero, a gestire la realizzazione del programma. Il Fondo avrà la forma di partenariato a responsabilità limitata da parte americana, in mano all’Agenzia Usa per il finanziamento dello sviluppo internazionale.

Il 50% delle royalties e dei guadagni dall’utilizzo dei prodotti del sottosuolo ucraino sarà assegnato al bilancio statale di Kiev, attraverso il meccanismo definito “Utile concordato con l’Ucraina”. Non è stato concesso alle compagnie americane il “diritto di prima mano” sulle estrazioni, ma viene garantita ad esse la partecipazione nelle trattative e nelle aste a pari condizioni, con la possibilità di condurre manovre per l’acquisto della produzione a condizioni di mercato, senza ricevere compensi inferiori a quelli di altri investitori.

La gestione dei materiali sarà esentata da qualunque tassazione, e in caso di conflitto di interessi la priorità verrà assegnata secondo la legislazione ucraina. L’Ucraina si impegna a difendere l’investitore americano da ogni perdita in caso di ritardi o limitazioni nei trasferimenti valutari. Secondo l’esperto Aleksej Ižak dell’Istituto di ricerche strategiche, lo schema 50/50 sembra abbastanza equo per le esigenze ucraine, anche se i mezzi che verranno accumulati nelle operazioni difficilmente saranno sufficienti per coprire interamente le necessità legate alla piena ricostruzione del Paese. La ministra Sviridenko ha aggiunto che verranno messe in atto iniziative più specifiche legate proprio alla ricostruzione.

Si prevede infatti un’amministrazione comune del Fondo, con pari diritto nelle decisioni sui progetti di investimento, mantenendo sempre il controllo sulle risorse, sui siti di estrazione dei minerali, su tutto il sottosuolo e le infrastrutture. I progetti di ricostruzione verranno interamente finanziati dal Fondo, senza altri obblighi debitori dell’Ucraina verso gli Usa. Le trattative al riguardo sono state molto lunghe e laboriose, e l’Ucraina è stata risoluta nel difendere i propri interessi, a confronto delle prime proposte che prevedevano un controllo quasi totale degli Usa sulle risorse ucraine, mentre si è cercato di attenersi ai criteri di parità e reciprocità che venivano adottati nelle relazioni con l’amministrazione di Joe Biden.

Nell’accordo non si parla quindi neppure di limitazioni alle procedure di ingresso nell’Unione Europea da parte dell’Ucraina, che qualora si realizzasse porterebbe a una revisione dell’accordo con gli Usa, come viene esplicitamente fissato nel testo concordato. Ižak ritiene anche per questo che “l’accordo appare pienamente ragionevole, non come sembrava all’inizio, quando aveva suscitato in Ucraina reazioni molto negative, e anche presso i suoi alleati”. Ora l’Ucraina potrà allargare il mercato anche ad altri investitori stranieri, per l’estrazione e la lavorazione di metalli rari e utili come il litio, la grafite, il titanio e il manganese, ma anche gas e petrolio, promettendo un importante sviluppo del potenziale industriale del Paese e una notevole crescita del suo ruolo a livello globale.

Rimangono comunque delle perplessità riguardo alle garanzie di sicurezza, una delle condizioni su cui l’Ucraina ha più insistito nelle trattative con gli americani. Non è stato infatti fissato alcun impegno degli Usa nel sostegno militare e in altri settori cruciali, in quanto Washington ha voluto mantenere distinte le questioni militari da quelle economiche. Si accenna soltanto al fatto che il sostegno militare “può rientrare in quello economico”, soprattutto se le azioni del Paese aggressore dovessero intaccare gli interessi americani.

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