Leone XIV ai catechisti: 'Diventare piccoli per intuire e servire i sogni di Dio'
Prevost dopo l’Angelus ha espresso vicinanza alle popolazioni asiatiche colpite dal tifone Ragasa: "Preghiera per le vittime, i dispersi, le numerose famiglie sfollate". Nell'omelia della messa per il Giubileo dei Catechisti: "Alle porte dell’opulenza la miseria di interi popoli, piagati dalla guerra". Istituiti 39 nuovi catechisti anche da India, Corea del Sud, Timor Est e Filippine.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Leone XIV è vicino alle popolazioni dell’Asia - in particolare di Filippine, Taiwan, Hong Kong, della provincia cinese del Guangdong e Vietnam - colpite negli ultimi giorni dall’imponente tifone Ragasa, il più violento al mondo registrato nel 2025. La vicinanza è soprattutto per quelle “più povere”, mentre le preghiere sono “per le vittime, i dispersi, le numerose famiglie sfollate, le moltissime persone che hanno subito disagi e anche per i soccorritori e le autorità civili”, ha affermato oggi il papa da San Pietro, dopo la recita dell’Angelus.
“Invito tutti alla fiducia in Dio e alla solidarietà. Il Signore doni forza e coraggio per prevalere su ogni avversità”, ha aggiunto dopo aver ricordato il “tifone di eccezionale forza [che] si è abbattuto su diversi territori asiatici”. Al termine della messa dedicata al Giubileo dei Catechisti cui hanno partecipato circa 50mila fedeli provenienti da 115 Paesi del mondo, tra i quali un’ampia rappresentanza asiatica da Filippine e India. Durante la celebrazione Prevost ha istituito 39 nuovi catechisti, gruppo che comprende nuovi ammessi al Ministero da India, Corea del Sud, Timor Est, Emirati Arabi Uniti e Filippine. È seguito l’annuncio che al teologo britannico John Henry Newman (1801-1899) sarà conferito il titolo di Dottore della Chiesa il prossimo 1 novembre.
“Un caloroso augurio di buon servizio ai catechisti e alle catechiste di tutta la Chiesa sparsa nel mondo. Grazie a voi per il vostro servizio alla Chiesa!”. Così dopo la recita della preghiera mariana papa Leone XIV ha salutato le persone partecipanti all’evento giubilare dedicato alla catechesi. Ieri mattina, in occasione dell’udienza giubilare aveva affermato: “Che il Giubileo ci aiuti a diventare piccoli secondo il Vangelo per intuire e per servire i sogni di Dio!”. E, ricordando la vicenda che portò Sant’Ambrogio, allora un semplice catecumeno, a divenire vescovo di Milano, acclamato dal popolo, ha aggiunto: “Anche oggi questa è una grazia da chiedere: diventare cristiani mentre si vive la chiamata ricevuta! Sei mamma, sei papà? Diventa cristiano come mamma e papà. Sei un imprenditore, un operaio, un insegnante, un prete, una religiosa? Diventa cristiano sulla tua strada”.
Stamane, nell’omelia della messa in piazza San Pietro, il pontefice ha commentato il Vangelo del giorno (Lc 16,19-31). Nel brano si narra di un ricco che banchettava ogni giorno ignorando il povero Lazzaro; dopo la morte lui finisce nei tormenti, mentre Lazzaro viene consolato accanto ad Abramo. “Il Signore guarda il cuore degli uomini e, attraverso i suoi occhi, noi riconosciamo un indigente e un indifferente”, ha detto. Lazzaro viene dimenticato, “eppure Dio gli è vicino e ricorda il suo nome”, mentre il ricco “è disperso nei pensieri del suo cuore, pieno di cose e vuoto d’amore”.
Il racconto, ha proseguito il papa, è “molto attuale”. “Alle porte dell’opulenza sta oggi la miseria di interi popoli, piagati dalla guerra e dallo sfruttamento”, ha affermato. “Quanti Lazzaro muoiono davanti all’ingordigia che scorda la giustizia, al profitto che calpesta la carità, alla ricchezza cieca davanti al dolore dei miseri! Eppure il Vangelo assicura che le sofferenze di Lazzaro hanno un termine”, sono le forti parole di Robert Francis Prevost.
Rivolgendosi a catechisti e catechiste, ha aggiunto: “Il catechista è persona di parola, una parola che pronuncia con la propria vita. Perciò i primi catechisti sono i nostri genitori, coloro che ci hanno parlato per primi e ci hanno insegnato a parlare”. E ancora: “Tutti siamo stati educati a credere mediante la testimonianza di chi ha creduto prima di noi”. Il Catechismo rappresenta quindi uno “strumento di viaggio” che protgge “dall’individualismo e dalle discordie”, attestando la fede di tutta la Chiesa cattolica. “Ogni fedele collabora alla sua opera pastorale ascoltando le domande, condividendo le prove, servendo il desiderio di giustizia e di verità che abita la coscienza umana”, ha continuato papa Leone XIV.
“Quando educhiamo alla fede, non diamo un ammaestramento, ma poniamo nel cuore la parola di vita, affinché porti frutti di vita buona”. E ricordando San’Agostino, ha citato l’invito rivolto al diacono Deogratias: “Esponi ogni cosa in modo che chi ti ascolta ascoltando creda, credendo speri e sperando ami” (De catechizandis rudibus, 4, 8). Un invito da accogliere, ancora. “Quando anche noi siamo tentati dall’ingordigia e dall’indifferenza, i molti Lazzaro di oggi ci ricordano la parola di Gesù, diventando per noi una catechesi ancora più efficace in questo Giubileo, che è per tutti tempo di conversione e di perdono, di impegno per la giustizia e di ricerca sincera della pace”, ha concluso.
13/08/2025 15:02
21/05/2025 12:00
10/05/2025 08:44