09/11/2025, 14.09
VATICANO
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Leone XIV nella basilica lateranense: 'Chiesa madre dei cristiani sparsi nel mondo'

Prevost stamane nella cattedale romana: "Chiesa vivente" con "Gesù, pietra angolare". Convocato per gennaio il primo Concistoro straordinario, secondo National Catholic Register. All'Angelus la vicinanza alle Filippine, colpite dal tifone Fung-wo. Il ricordo di "civili, bambini, anziani, ammalati" uccisi dalle guerre: "Ogni impegno nelle trattative". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Leone XIV stamane si è recato nella cattedrale della diocesi romana di San Giovanni in Laterano, in occasione della solennità della Dedicazione della basilica lateranense celebrata oggi, 9 novembre. In questa giornata si contempla “il mistero di unità e di comunione con la Chiesa di Roma, chiamata ad essere la madre che con premura si prende cura della fede e del cammino dei cristiani sparsi nel mondo”, ha affermato il pontefice prima dell’Angelus recitato in San Pietro.

Oggi si apprende dal sito statunitense National Catholic Register che Leone XIV ha convocato un Concistoro straordinario, primo del suo pontificato. La testata cita una nota inviata ad alcuni cardinali tre giorni fa, il 6 novembre. La riunione del Collegio Cardinalizio - di norma convocata per discutere di “bisogni particolari della Chiesa” - che nella Cappella Sistina elesse Prevost 267esimo papa, ormai sei mesi fa, si terrà il prossimo anno, dal 7 all’8 gennaio 2026. Si attende l'ufficialità della notizia dalla Sala Stampa della Santa Sede. Gli ultimi due Concistori straordinari furono convocati da Francesco nell’agosto 2022 e nel febbraio 2014. 

Stamattina, dopo la Santa Messa nella basilica lateranense, papa Leone XIV si è affacciato per la recita dell’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano, davanti a circa 35mila fedeli. Prevost ha espresso vicinanza per le “popolazioni delle Filippine colpite da un violento tifone”. Il Paese del Sud-Est asiatico sta affrontando in queste ore il mastodontico tifone Fung-won - il secondo in un mese, con oltre 200 morti - per il quale sono state evacuate oltre un milione di persone, con la chiusura di scuole e uffici prevista per domani, nell’isola Luzon, compresa Manila. “Prego per i defunti e i loro familiari, per i feriti e gli sfollati”, ha detto.

Dopo la recita della preghiera mariana Leone XIV ha anche ricordato la Giornata del Ringraziamento che si celebra oggi in Italia. Seguendo il messaggio dei vescovi per l’occasione, il papa ha incoraggiato “una cura responsabile del territorio, il contrasto dello spreco alimentare e l’adozione di pratiche agricole sostenibili”. E il grazie di papa Prevost è stato anche per “quanti, ad ogni livello, si stanno impegnando a costruire la pace nelle diverse regioni segnate dalla guerra”. “Nei giorni scorsi, abbiamo pregato per i defunti e tra questi purtroppo ce ne sono tanti uccisi nei combattimenti e nei bombardamenti, benché fossero civili, bambini, anziani, ammalati - ha continuato il pontefice dopo la recita dell’Angelus -. Se si vuole veramente onorare la loro memoria, si cessi il fuoco e si metta ogni impegno nelle trattative”. 

Nell’omelia letta nella cattedrale di Roma, Leone XIV ha ricordato che la solennità della Dedicazione della basilica lateranense ricorda l’atto di papa Silvestro I nel IV secolo, dopo l’edificazione per volere di Costantino. Perché ricordare questi eventi, oggi? “Certamente per richiamare alla memoria”, ha detto il papa. “Ma non solo”. Infatti, la basilica di San Giovanni in Laterano “è molto più di un monumento e di una memoria storica”. Essa è “segno della Chiesa vivente, edificata con pietre scelte e preziose in Cristo Gesù, pietra angolare”, ha aggiunto.

“Riflettiamo, guardando a questo edificio, sul nostro essere Chiesa”, ha proseguito. Il papa ha parlato anzitutto delle “fondamenta”. “Anche noi, infatti, operai della Chiesa vivente, prima di poter erigere strutture imponenti, dobbiamo scavare, in noi stessi e attorno a noi, per eliminare ogni materiale instabile che possa impedirci di raggiungere la nuda roccia di Cristo”, ha affermato papa Prevost. E ancora: “La storia millenaria della Chiesa ci insegna che solo con umiltà e pazienza si può costruire”. 

Poi, parlando dell’immagine del “cantiere”, spesso accostata al cammino ecclesiale, ha continuato: “Essa esprime lo sforzo reale, palpabile, con cui le nostre comunità crescono ogni giorno, nella condivisione dei carismi e sotto la guida dei Pastori”. E ha sottolineato i “momenti critici” che non sono mancati nella storia della cattedrale della diocesi di Roma. “A Roma, pur con tanto sforzo, c’è un bene grande che cresce”, ha detto. “La carità vissuta modella anche il nostro volto di Chiesa, perché appaia sempre più chiaramente a tutti che ella è ‘madre’, ‘madre di tutte le Chiese’”. 

L’ultimo aspetto toccato dal pontefice nell’omelia è la “liturgia”. “La sua cura, pertanto, nel luogo della Sede di Pietro, dev’essere tale da potersi proporre ad esempio per tutto il popolo di Dio”, ha affermato. “Si ponga ogni attenzione affinché qui la bellezza semplice dei riti possa esprimere il valore del culto per la crescita armonica di tutto il Corpo del Signore”, è l’invito di papa Prevost.

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