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VATICANO
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Leone XIV rilancia l'Apostolato del mare nel mondo globalizzato che emargina i pescatori

Attraverso un chirografo il papa ha dato una nuova veste giuridica alla rete delle cappellanie nei porti per continuare questo servizio con "entusiamo e generosità". Mentre il card. Czerny nel messaggio per la Giornata della pesca ricorda: "Basso reddito, precarietà lavorativa, cattive condizioni di lavoro, lontananza dalle famiglie sono tempeste di oggi che vanno ben oltre il mare".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Con un chirografo pubblicato oggi, papa Leone XIV ha eretto l’Apostolato del mare quale organo centrale e di coordinamento dell’Opera dell’Apostolato del mare. Si tratta di un intervento che - nell’ambito del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – riconosce una personalità giuridica canonica propria all’organo di coordinamento delle Stallae Maris, la rete delle cappellanie che nei porti di tutto il mondo si fa carico dell’assistenza dei marittimi e delle loro famiglie.

Il chirografo di oggi, che comprende anche lo statuto dell’Apostolato del mare, è un provvedimento che rivede nel quadro dell’attuale struttura della Curia romana le forme di un percorso che per la Chiesa ha ormai una lunga storia, cominciata già all’inizio del XX secolo, Ma è soprattutto un modo per esprimere il “desiderio che la cura spirituale della Chiesa nell’ambito della pastorale del mare possa continuare con entusiasmo e generosità” anche in questo nostro tempo, che troppo spesso dimentica il lavoro faticoso di chi trascorre le sue giornate in mare, spesso offrendo un contributo insostituibile a quelle catene di approvvigionamento globali oggi così al centro dell’attenzione.

Proprio per questo è significativo anche che il chirografo di papa Leone XIV sia stato reso noto insieme al messaggio che il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha indirizzato ai pescatori di tutto il mondo in occasione della Giornata mondiale della pesca, che per iniziativa dell’Onu dal 1998 si celebra ogni anno il 21 novembre. Un testo in cui il card. Czerny ricorda il legame profondo tra chi getta le reti nel mare e la virtù della speranza, al centro del Giubileo che stiamo vivendo. Ma il porporato non manca allo stesso tempo di ricordare i gravi problemi che affliggono oggi questa categoria di lavoratori.

Perché oggi purtroppo - scrive Czerny - “molti pescatori affrontano tempeste ben oltre il mare: basso reddito, precarietà lavorativa, cattive condizioni di lavoro, lontananza dalle famiglie. Non dobbiamo dimenticare che dietro ogni pesca c’è una vita, una famiglia, una chiamata allo sviluppo integrale”.

“La pesca altamente industrializzata - continua il prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale - rappresenta anche una grande minaccia per le flotte artigianali, riducendo il pescato disponibile. Inoltre, le grandi navi lasciano residui contaminanti che danneggiano gli ecosistemi costieri. A bordo dei grandi pescherecci industriali, gli equipaggi rimangono per mesi, vivendo in spazi ridotti e scomodi, lontani dalle famiglie, con orari di lavoro che spesso superano i limiti di legge. Molti di loro sono migranti, in alcuni casi assunti in condizioni discriminatorie”.

Di qui la richiesta alle istituzioni: “Va data voce ai pescatori, affinché le politiche e le leggi che li riguardano non siano discusse solo da chi vive e ragiona dalla posizione comoda di un alto livello di sviluppo e di una qualità della vita ben oltre la portata della maggior parte della popolazione mondiale”. Proprio per questo – spiega ancora il cardinale – “l’Apostolato del mare si propone di essere presente dove i pescatori e i marinai soffrono di più. Nelle parrocchie costiere e nei porti, i loro cappellani e volontari accompagnano chi affronta lunghe assenze dalla famiglia, condizioni di lavoro pericolose e giornate dure in mare, diventando anche portavoce della loro dignità”. “Affidiamo tutti i marinai, i pescatori e le loro famiglie alla protezione materna di Maria, Stella Maris – conclude il messaggio -. Possa guidare e proteggere coloro che solcano i mari e, con la sua intercessione materna, sostenere tutti nella speranza, nella giustizia e nell’impegno per la cura dei mari”.

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