26/11/2025, 13.28
VATICANO
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Leone XIV: 'Dio rimane fedele a disegno di amore e vita nonostante guerre e discriminazioni'

All’udienza in San Pietro, Prevost ha ricordato il viaggio in Turchia e Libano - da domani al 2 dicembre: "Accompagnarmi con la preghiera". Ieri a Castel Gandolfo: "Opportunità eccezionale per promuovere l’unità". Sui raid israeliani a Beirut, l'appello "a cercare la pace". Nella catechesi giubilare: "Mancanza di fiducia nella vita malattia diffusa". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Leone XIV, al termine dell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, ha ricordato il viaggio apostolico che da domani, 27 novembre, al 2 dicembre, lo condurrà in Turchia e Libano. È il primo del pontificato (qui il programma), e comprende la significativa tappa di venerdì a İznik, nel passato Nicea, per il 1700esimo anniversario del primo concilio ecumenico cristiano. Sarà una “visita alle care popolazioni di quei Paesi ricchi di storia e di spiritualità”, ha spiegato. Ma anche un’occasione di incontro con “la comunità cattolica, i fratelli cristiani e di altre religioni” “Vi chiedo di accompagnarmi con la vostra preghiera”, ha aggiunto. 

“Penso che sarà un’opportunità eccezionale per promuovere l’unità fra tutti i cristiani”, aveva affermato alla stampa ieri sera a Castel Gandolfo, al termine del consueto giorno di riposo. Sui bombardamenti israeliani a Beirut degli ultimi giorni, che hanno ucciso almeno sei persone - preso di mira il capo militare di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai - ha detto che comprende la “preoccupazione” per l’imminente viaggio. E ha colto l’occasione per lanciare un appello: “Cercare modi per abbandonare l’uso delle armi come mezzo per risolvere i problemi”. Incoraggiando “tutte le persone a cercare la pace, a cercare la giustizia, perché spesso la violenza è il risultato di ingiustizie”. E a lavorare per “trovare soluzioni”.

Stamattina, dopo un ampio giro in papamobile per salutare le migliaia di fedeli in San Pietro, Leone XIV ha letto la catechesi - che si inserisce nel ciclo per il Giubileo “Gesù Cristo Nostra Speranza” - sul tema “Sperare nella vita per generare vita”. Prevost ha iniziato affermando che la Pasqua di Cristo “illumina il mistero della vita e ci permette di guardarlo con speranza”. Ciononostante, ha ammesso, “molte vite, in ogni parte del mondo, appaiono faticose, dolorose, colme di problemi e di ostacoli”. Così, la vita, “dono” che riceve ogni essere umano - “ci viene offerta, non possiamo darcela da soli” - necessita di essere “alimentata costantemente”, con “cura”, ha aggiunto il pontefice. 

“La domanda sulla vita è una delle questioni abissali del cuore umano”, ha continuato. “Vivere, in effetti, invoca un senso, una direzione, una speranza”. La speranza è ciò che “permette camminare nelle difficoltà” e che “non ci fa arrendere nella fatica del viaggio”. Senza di essa, ha aggiunto Prevost, “la vita rischia di apparire come una parentesi tra due notti eterne”. “Sperare nella vita significa invece pregustare la meta, credere come sicuro ciò che ancora non vediamo e non tocchiamo”, ha aggiunto il papa dal sagrato di San Pietro. “Fidarci e affidarci all’amore di un Padre che ci ha creato perché ci ha voluto con amore e ci vuole felici”. 

L’assenza di fiducia nella vita è, ha sottolineato, “una malattia diffusa” nel nostro tempo. Con essa “la vita rischia di non rappresentare più una possibilità ricevuta in dono, ma un’incognita”. “Per questo, il coraggio di vivere e di generare vita, di testimoniare che Dio è per eccellenza ‘l’amante della vita’, come afferma il Libro della Sapienza, oggi è un richiamo quanto mai urgente”, ha detto Prevost. Prima di ricordare: “Cristo è la vita e ha generato vita senza risparmio fino a donarci la sua, e invita anche noi a donare la nostra vita”. Generare significa “porre in vita qualcun altro”. E, sul “duetto dell’uomo e della donna”: “Dio li ha creati a propria immagine e ad essi ha affidato la missione di generare pure a sua immagine, cioè per amore e nell’amore”. 

Nelle Sacre Scritture capita che la vita diventi “dramma”, sporcata da “gelosia”, “invidia” e “sangue”, com’è successo a Caino e Abele. Ma “Dio rimane fedele per sempre al suo disegno di amore e di vita; non si stanca di sostenere l’umanità anche quando, sulla scia di Caino, obbedisce all’istinto cieco della violenza nelle guerre, nelle discriminazioni, nei razzismi, nelle molteplici forme di schiavitù”, ha affermato il papa. 

Generare è “promuovere l’umano in tutte le sue espressioni”. “Anzitutto nella meravigliosa avventura della maternità e della paternità, anche in contesti sociali nei quali le famiglie faticano a sostenere l’onere del quotidiano, rimanendo spesso frenate nei loro progetti e nei loro sogni”, ha spiegato Leone XIV. Ma anche nell'impegno per “un’economia solidale”, o per “ricercare il bene comune equamente fruito da tutti”, come “rispettare e curare il creato, offrire conforto con l’ascolto, la presenza, l’aiuto concreto e disinteressato”. 

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