23/11/2025, 14.13
VATICANO
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Leone XIV: 'Professione di fede in Gesù speranza in tempi difficili'

Il papa dal sagrato di San Pietro ha salutato i fedeli dall'Ucraina: "Portate in patria l’abbraccio e la preghiera di questa piazza!". Pubblicata la lettere apostolica In unitate fidei per i 1700 anni del Concilio di Nicea, prima del viaggio in Turchia: "Cristiani chiamati a camminare concordi". "Immensa tristezza" per i rapimenti in Nigeria e Camerun.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Oggi, solennità di Gesù Cristo Re dell’universo e Giubileo dedicato ai cori e alle corali, al termine della Santa Messa presieduta in piazza San Pietro, papa Leone XIV ha salutato i fedeli provenienti da diverse diocesi dell’Ucraina. “Portate in patria l’abbraccio e la preghiera di questa piazza!”, ha detto loro. Un applauso ha accompagnato queste parole, nelle ore in cui si discute la bozza del piano in 28 punti presentato dagli Stati Uniti. E mentre gli aiuti inviati a Kharkiv dal Vaticano sono giunti a destinazione, per una iniziativa nell’ambito del Giubileo dei poveri di domenica scorsa, 16 novembre 2025. 

Papa Leone XIV ha ricordato anche il primo viaggio apostolico che tra pochi giorni - dal 27 novembre al 2 dicembre 2025 - lo condurrà in Turchia e Libano. In Turchia il papa si reca in occasione del 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea del 325 d.C., primo concilio ecumenico cristiano. A tal proposito, stamane ha annunciato la pubblicazione della lettera apostolica In unitate fidei, “che commemora questo storico evento”, ha sottolineato. 

“Nell’unità della fede, proclamata fin dalle origini della Chiesa, i cristiani sono chiamati a camminare concordi, custodendo e trasmettendo con amore e con gioia il dono ricevuto”. Inizia con queste parole la lettera diffusa oggi dal Vaticano. Le intenzioni  del papa che l’accompagnano sono di “incoraggiare in tutta la Chiesa un rinnovato slancio nella professione della fede [proclamata nel 325, ndr], la cui verità, che da secoli costituisce il patrimonio condiviso tra i cristiani, merita di essere confessata e approfondita in maniera sempre nuova e attuale”, si legge nel testo. La “professione di fede in Gesù Cristo, figlio di Dio”, si evidenzia in In unitate fidei, è “il cuore della fede cristiana”; essa “unisce tutti i cristiani, e “dà speranza nei tempi difficili che viviamo”. 

Dal sagrato della basilica di San Pietro, prima della recita dell’Angelus, il pontefice ha condiviso “immensa tristezza” per per le notizie dei rapimenti di “sacerdoti, fedeli e studenti” in Nigeria e Camerun. Nello stato del Niger, ovest della Nigeria, oltre 300 persone sono state rapite due giorni fa da un commando armato, presso la scuola cattolica di St. Mary, distretto di Agwara. Il “forte” dolore del papa è “per i tanti ragazzi e ragazze sequestrati e per le loro famiglie angosciate”, ha detto. L’appello di Prevost è per una veloce liberazione degli ostaggi. “Esorto le autorità competenti a prendere decisioni adeguate e tempestive per assicurarne il rilascio”, ha continuato il papa. “Sempre e ovunque le chiese e le scuole restino luoghi di sicurezza e di speranza”. 

Prima dell’Angelus, Leone XIV ha ricordato anche la Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebra oggi in tutte le diocesi del mondo. “Benedico e abbraccio spiritualmente quanti prendono parte alle diverse celebrazioni e iniziative”, ha detto papa Prevost. “Nella festa di Cristo Re prego perché ogni giovane scopra la bellezza e la gioia di seguire Lui, il Signore, e di dedicarsi al suo Regno di amore, di giustizia e di pace!”, ha affermato dal sagrato.

Nell’omelia, papa Leone XIV si è rivolto a cori e corali, presenti in gran numero per partecipare al loro Giubileo: “Ringraziate il Signore per avervi concesso il dono e la grazia di servirlo offrendo le vostre voci e i vostri talenti”. E ancora: “Oggi esprimete appieno il vostro ‘iubilum’, la vostra esultanza, che nasce dal cuore inondato dalla gioia della grazia”. Papa Prevost ha aggiunto che la musica liturgica è “strumento preziosissimo mediante il quale svolgiamo il servizio di lode a Dio ed esprimiamo la gioia”. 

Citando Sant’Agostino, il pontefice ha ricordato che “usa parole toccanti mettendo in relazione il canto del coro con l’unità della Chiesa”. Infatti, il Santo di Antiochia scrive: “Dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canta a Gesù Cristo”. Leone XIV ha aggiunto: “Le voci diverse di un coro si armonizzano tra loro dando vita ad un’unica lode, simbolo luminoso della Chiesa, che nell’amore unisce tutti in un'unica soave melodia”. "Il coro è una piccola famiglia di persone diverse unite dall’amore per la musica e dal servizio offerto”, ha detto. “Ricordate, però, che la comunità è la vostra grande famiglia: non le state davanti, ma ne siete parte”. 

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