Scontro con Takaichi su Taiwan: 32% biglietti aerei cinesi per il Giappone annullati
Un incontro a Pechino tra alti funzionari dei due ministeri degli Esteri non è bastato ad archiviare il duro scontro. L'ondata di cancellazioni di prenotazioni turistiche avvenuta nel week-end ricalca i volumi dell'inizio del Covid. Pechino fa pressioni anche sugli studenti cinesi che di fronte alle difficoltà coi visti negli Usa stavano sempre più scegliendo le università giapponesi.
Milano (AsiaNews/Agenzie) – Rimane molto alta la tensione tra Cina e Giappone suscitata dalle recenti dichiarazioni della premier giapponese Sanae Takaichi sulla questione di Taiwan. Per spegnere le polemiche non è bastato un incontro tra alti funzionari svoltosi a Pechino, con Tokyo che ha respinto la richiesta di Pechino di ritrattare le affermazioni, secondo quanto riferito da una fonte del Ministero degli Esteri giapponese.
Masaaki Kanai, capo dell'Ufficio per gli Affari dell’Asia e dell’Oceania del ministero degli Esteri giapponese, ha avuto oggi colloqui con il suo omologo, Liu Jinsong, nel tentativo di placare l’escalation diplomatica che ha iniziato ormai a influenzare gli scambi di personale, il turismo, l’istruzione e il settore dell’intrattenimento tra i due vicini asiatici.
Takaichi, nota per la sua posizione severa nei confronti della Cina e per il suo orientamento pro-Taiwan, il 7 novembre intervenendo a una commissione parlamentare, aveva dichiarato che un attacco militare di Pechino contro l’isola potrebbe costituire una “situazione minacciosa per la sopravvivenza” del Giappone, consentendo eventualmente l’esercizio del suo diritto di autodifesa collettiva.
Come parte delle dure reazioni di Pechino, il governo cinese ha invitato i suoi cittadini a evitare di visitare il Giappone e ha esortato quanti intendono studiare lì a riflettere attentamente, citando rischi per la sicurezza. Un monito che arriva proprio mentre migliaia di giovani cinesi negli ultimi tempi hanno preso proprio la strada delle università di Tokyo, spinti anche dall’inasprimento delle regole sui visti negli Stati Uniti.
Nel frattempo dal 15 novembre a oggi le compagnie aeree cinesi hanno registrato circa 491mila cancellazioni di biglietti per il Giappone - circa il 32% delle loro prenotazioni totali verso quella che è una meta molto popolare per i turisti cinesi - dopo che Pechino ha consigliato ai cittadini di evitare di viaggiare lì in mezzo a una disputa diplomatica. La percentuale dei voli interessati è schizzata all’82,14% domenica e al 75,6% lunedì, secondo l’analista indipendente Li Hanming, che cita suoi dati di ricerca che coprono tutte le compagnie aeree con sede nella Cina continentale.
“Le cancellazioni di biglietti aerei il 16 novembre sono state 27 volte superiori alle nuove prenotazioni, il che dimostra che le preoccupazioni per la sicurezza sono il fattore dominante nei viaggi”, ha detto, aggiungendo di non aver visto cancellazioni su questa scala dall’inizio del 2020, quando le infezioni da ovid-19 aumentarono rapidamente alla fine del periodo dei viaggi del Capodanno cinese.
Da parte sua anche il ministro dell’Istruzione di Tokyo, Yohei Matsumoto, ha rivolto agli studenti giapponesi in Cina a prestare attenzione alla sicurezza. Scondo il ministero dell’Istruzione, 3.391 bambini e studenti frequentano scuole giapponesi in Cina, mentre gli universitari risultavano essere 3.133 secondo il dato più recente risalente al 2023. Matsumoto ha menzionato episodi passati in cui bambini furono uccisi o feriti in scuole giapponesi in Cina, affermando: “Dobbiamo evitare una situazione del genere a tutti i costi. Vogliamo assicurarci che siano adottate tutte le misure possibili”.
Rispondendo infine a una dichiarazione cinese secondo cui il premier Li Qiang non ha in programma di incontrare il primo ministro Sanae Takaichi al vertice del G20 di questo fine settimana in Sudafrica, il capo dio gabinetto del governo giapponese Minoru Kihara ha commentato: “La parte giapponese è aperta a vari dialoghi tra Giappone e Cina. Non è stato deciso nulla riguardo a incontri con alcun Paese in occasione del G20”.
23/01/2006





