28/10/2025, 18.32
VATICANO
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Leone XIV: 'La preghiera delle religioni per la pace cambi la storia dei popoli'

Nel giorno in cui ricorrono i 60 anni dalla dichiarazione conciliare Nostra Aetate, papa Prevost ha partecipato accanto ai leader delle altre fedi all'incontro nello "spirito di Assisi" promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. "Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere. Con mani nude alzate al cielo e mani aperte verso gli altri facciamo finire la stagione della guerra e della prepotenza".

Roma (AsiaNews) - “Mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio”. È il messaggio che papa Leone XIV ha lanciato questa sera insieme ai leader delle altre grandi religioni mondiali riuniti a Roma al Colosseo per la preghiera per la pace che ha concluso l’annuale appuntamento promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”, inaugurato da san Giovanni Paolo II con lo storico incontro del 27 ottobre 1986. Era la prima volta che papa Prevost partecipava a questo importante evento interreligioso, che ha chiuso una tre giorni densa di incontri e testimonianze intorno al tema “Osare la pace”. Ed è un appuntamento tenuto in concomitanza con una ricorrenza importante: proprio oggi ricorrono infatti i 60 anni dalla promulgazione della Nostra Aetate, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sul rapporto tra la Chiesa e le altre fedi non cristiane, a cui il papa dedicherà l'udienza generale di domani a cui saranno presenti delegazioni di tanti gruppi religiosi da tutto il mondo.

Ma già questro pomeriggio Leone XIV ha fatto suo lo “spirito di Assisi”: si è unito alla preghiera ecumenica vissuta insieme dai rappresentanti delle Chiese cristiane (tra cui anche il metropolita Antonij in rappresentanza del Patriarcato di Mosca) all’interno del Colosseo, mentre gli altri gruppi pregavano per la pace in luoghi vicini, ciascuno seguendo la propria tradizione religiosa. “Il mondo oggi pare essere andato nella direzione opposta, ma noi ricominciamo da Assisi - commenta Leone XIV -, da quella coscienza del nostro compito comune, da quella responsabilità di pace”. A chi ancora guarda con sospetto a questi incontri, il pontefice spiega che la preghiera nello “spirito di Assisi”, per la Chiesa cattolica, “si fonda sulla base solida espressa dalla dichiarazione Nostra aetate". Riprende proprio le parole di questo documento per dire che “non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio”. “Tutti i credenti sono fratelli - annota Prevost -. E le religioni, da ‘sorelle’, devono favorire che i popoli si trattino da fratelli, non da nemici”.

Ma è proprio l’importanza della preghiera di ciascuno ciò che Leone XIV vuole sottolineare. “Vi ringrazio - dice agli altri leader religiosi - perché siete venuti qui a pregare per la pace, mostrando al mondo quanto la preghiera sia decisiva. Il cuore umano deve infatti disporsi alla pace e nella meditazione si apre, nella preghiera esce da sé. Rientrare in sé stessi per uscire da sé stessi. Questo testimoniamo, offrendo all’umanità contemporanea gli immensi tesori di antiche spiritualità”.

Un’umanità che oggi ha sete di pace: “Il mondo - ammonisce il papa - ha bisogno di una vera e solida epoca di riconciliazione, che ponga fine alla prevaricazione, all’esibizione della forza e all’indifferenza per il diritto. Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, di distruzioni, esuli”. E proprio la preghiera – spiega – “è una grande forza di riconciliazione. Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere. La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore. Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio. Abbiamo fede che la preghiera cambi la storia dei popoli. I luoghi di preghiera siano tende dell’incontro, santuari di riconciliazione, oasi di pace”.

Ecco allora l’impegno: “Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova. Non possiamo accettare che questa stagione perduri oltre, che plasmi la mentalità dei popoli, che ci si abitui alla guerra come compagna normale della storia umana. Basta! È il grido dei poveri e il grido della terra. Basta! Signore, ascolta il nostro grido!”.

Leone XIV si dice certo che “la cultura della riconciliazione vincerà l’attuale globalizzazione dell’impotenza, che sembra dirci che un’altra storia è impossibile. Sì, il dialogo, il negoziato, la cooperazione possono affrontare e risolvere le tensioni che si aprono nelle situazioni conflittuali. Devono farlo! Esistono le sedi e le persone per farlo”.

“Facciamo eco al desiderio di pace dei popoli - conclude il papa dal Colosseo insieme a tanti leader di altre fedi -. Ci facciamo voce di chi non è ascoltato e non ha voce. Bisogna osare la pace. E se il mondo fosse sordo a questo appello, siamo certi che Dio ascolterà la nostra preghiera e il lamento di tanti sofferenti. Perché Dio vuole un mondo senza guerra. Egli ci libererà da questo male”.

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