11/09/2025, 11.35
SRI LANKA
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Lo Sri Lanka perde fino al 40% dei prodotti agricoli dopo il raccolto

di Arundathie Abeysinghe

Ogni anno circa 500mila tonnellate metriche di frutta e verdura vanno perdute: sfamerebbero il Paese per 4 mesi. Tra le cause trasporti e imballaggi inadeguati. Perdite potrebbero scendere al 5,7% seguendo le linee guida del ministero dell'Agricoltura. Il progetto “Circular Project” di FAO e Ue punta a ridurre gli sprechi alimentari con economia circolare e strumenti digitali.

Colombo (AsiaNews) - Secondo un nuovo studio condotto dal Dipartimento dell’Agricoltura con diversi partner, le perdite successive alla fase di raccolta di frutta e verdura in Sri Lanka ammontano a 180 miliardi di rupie all’anno (oltre 500 milioni di euro). A causa di questo, secondo la ricerca oltre 500mila tonnellate metriche di prodotti agricoli finiscono sprecati ogni anno, soprattutto durante il trasporto. Di queste, circa 200mila tonnellate sono verdure e 300mila frutta. La quantità persa sarebbe sufficiente a sfamare l’intera nazione per due o quattro mesi. 

Se venissero seguite le pratiche e le linee guida raccomandate, compresi il metodo di trasporto e una metodologia adeguata di imballaggio, gli sprechi potrebbero essere ridotti al 5,7%. Al momento, le perdite di raccolto si aggirano tra il 30 e il 40%, soprattutto durante il periodo di transito; i danni maggiori si verificano nel passaggio tra le aziende agricole e i mercati al dettaglio. 

La ricerca ha anche rivelato che gli sprechi legati al trasporto rappresentano circa il 10% all’anno: potrebbero essere ridotti, permettendop così una crescita del 60% dell’economia nazionale e agricola. Ricercatori e ricercatrici, tuttavia, hanno notato che gli agricoltori, gli intermediari e i rivenditori non stanno ancora adottando le linee guida suggerite e le misure introdotte per ridurre le perdite, perpetuando così il problema.

Vadivel Aruliah, 56 anni, e Sinnathamby Joseph, 52, coltivatori di ortaggi a Nuwara Eliya, raccontano ad AsiaNews: “Coltiviamo ortaggi da oltre 15 anni. Nonostante abbiamo avuto buoni raccolti, non siamo in grado di fornire prodotti freschi ai consumatori perché la maggior parte dei nostri prodotti va a male durante il trasporto. Ad esempio, abbiamo raccolto cavoli delle dimensioni di un giaco di media grandezza. Tuttavia, quando sono pronti per il consumo, si riducono alle dimensioni di un frutto dell’albero del pane, con diverse foglie esterne che marciscono, si danneggiano e devono essere rimosse”. Anche Heenbanda Dissanayaka, 50 anni, e Mahinda Wijepala, 43, coltivatori di frutta a Dambulla, hanno confermato che “la frutta va a male durante il trasporto”. 

I docenti di agraria Daminda Kahawita e Rashmi Mendis ricordano che lo Sri Lanka ha un'istituzione dedicata a questo problema: il National Institute of Post Harvest Management (NIPHM), che fa capo al Ministero dell’Agricoltura, con lo scopo di migliorare le tecnologie post-raccolta. “Alti funzionari del NIPHM visitano regolarmente i luoghi di raccolta e svolgono campagne di sensibilizzazione - hanno spiegato -. Tuttavia, la maggior parte di queste linee guida non viene seguita a livello locale per ridurre efficacemente le perdite”. A causa di manipolazione e imballaggio inadeguati, durante il trasporto vengono sprecate circa 221.955 tonnellate di ortaggi all'anno e 290.151 tonnellate di frutta. Rispettivamente il 19 e 20 per cento.

“Nei Paesi più sviluppati, l'imballaggio è un settore a sé stante. Le associazioni di agricoltori o gli investimenti privati gestiscono l'imballaggio nel settore agricolo. C'è un bisogno essenziale di aumentare le strutture di stoccaggio per frutta e verdura, poiché uno stoccaggio adeguato consente di conservare i raccolti in eccedenza per un uso futuro, stabilizzando i prezzi e avvantaggiando sia gli agricoltori che i consumatori”, hanno detto.

Nel frattempo, è in programma il lancio di un’iniziativa denominata “Circular Project”, guidata dall’Organizzazione dell’Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) con l'assistenza dell'Unione Europea, per affrontare il problema delle perdite e degli sprechi alimentari utilizzando un approccio di economia circolare per riutilizzare, riciclare e ottimizzare le risorse lungo tutta la catena di approvvigionamento alimentare. Il progetto sarà attuato a Colombo, Nuwara Eliya e Galle e comprenderà valutazioni basate sui dati delle perdite e degli sprechi alimentari.

Questo progetto sosterrà l’adozione di strumenti digitali per aiutare gli attori della filiera alimentare a identificare e affrontare le cause alla radice degli sprechi, contribuendo al recupero e al riutilizzo dei rifiuti alimentari, migliorando l'accesso al cibo per le comunità vulnerabili e riducendo l'impronta ambientale della filiera alimentare. Affrontando il problema delle perdite e degli sprechi alimentari, il progetto mira a migliorare la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza rurali e a sostenere una crescita agricola sostenibile.

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