19/06/2022, 11.37
ECCLESIA IN ASIA
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L’Asia che dona e riceve dall’Obolo di San Pietro

In vista della Giornata per la carità del papa - che si celebrerà domenica 26 giugno - dai dati diffusi dal Vaticano risulta che la Corea del Sud è il quarto Paese donatore. Su 9,8 milioni di euro destinati dal pontefice a progetti per le comunità maggiormente nel bisogno più di un quarto sono andati all'Asia.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Domenica 26 giugno - come ogni anno nella domenica più vicina alla festa dei santi Pietro e Paolo - nelle diocesi di tutto il mondo verrà celebrata la Giornata per la carità del papa, durante la quale nelle parrocchie verrà raccolto l’Obolo di san Pietro, cioè quelle offerte che da ogni continente vengono inviate in Vaticano affinché il pontefice possa destinarle al suo ministero e alle situazioni di maggiore bisogno. È da questi fondi che - per esempio - il papa attinge quando invia aiuti d’emergenza a popolazioni colpite da guerre o calamità naturali.

In vista della Gioranata per la carità del papa la Santa Sede ha diffuso nei giorni scorsi alcune informazioni sulle offerte raccolte nel 2021 e sulla loro destinazione. Da questi dati emerge sia la generosità dei cattolici dell’Asia, sia la particolare attenzione di papa Francesco per le situazioni di difficoltà vissute in questo continente.

Sul versante della disponibilità a contribuire a questo fondo, le Chiese della Corea del Sud confermano la loro grande fiducia nella carità del papa: il Paese dell’Estremo Oriente si colloca infatti al quarto posto nella graduatoria dei donatori, con 1,4 milioni di euro inviati a questo fondo (circa il 3,2% di tutte le offerte giunte per questo fondo in Vaticano). Il dato è significativo perché ai primi tre posti figurano Stati Uniti (13 milioni), Italia (5 milioni) e Germania (2,3 milioni), Paesi che hanno una lunga tradizione nel sostegno all’Obolo di San Pietro. E tra i primi 10 Paesi contribuenti la Corea del Sud è l’unico fuori dai confini dell’Europa e delle Americhe.

Va aggiunto inoltre che 6,5 milioni di euro (il 14,6% delle donazioni) nel 2021 sono giunte all’Obolo di San Pietro da Paesi che non figurano nell’elenco dei 10 “grandi contribuenti”: è facile immaginare, dunque, che in questa cifra vi siano ricomprese anche le offerte inviate a Roma da tante altre piccole comunità cattoliche dell’Asia.

Del resto le Chiese dell’Asia hanno tante volte avuto occasione di sperimentare la vicinanza della carità del papa in momenti di difficoltà o per realizzare progetti che altrimenti difficilmente avrebbero potuto vedere la luce. Complessivamente nel 2021 l’Obolo di San Pietro è andato a finanziare interventi nel mondo per 35 milioni di euro sia mediante attività promosse dal papa attraverso gli uffici della Curia romana, sia attraverso progetti di assistenza diretta alle comunità maggiormente nel bisogno. Tra questi ultimi, in particolare, quelli finanziati dalla carità del papa sono stati 157 per un ammontare complessivo di 9,8 milioni di euro. Ed è interessante notare che il 25,5% di questi fondi sono finiti in Asia, andando a concretizzare 38 progetti negli ambiti dello sviluppo sociale, del sostegno alle attività di evangelizzazione e della costruzione di nuove chiese.

A titolo di esempio il rapporto dell’Obolo di San Pietro cita in particolare 3 iniziative realizzate in Asia: a Cubao nelle Filippine il sostegno a un progetto per la lotta alla triste piaga dello sfruttamento sessuale e del traffico on line di minori; in Indonesia la costruzione dei dormitori del seminario “Gesù è il Signore” nella diocesi di Maumeri; in India la costruzione della parrocchia di Dalabari nella diocesi di Bongaigaon nello Stato nord-orientale dell’Assam.

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