03/08/2007, 00.00
CINA
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L’esercito comunista compie 80 anni, ma i suoi veterani non festeggiano

Cresce il malcontento fra gli ex militari cinesi, che accusano i governi locali di non aver dato loro un lavoro dopo lo smantellamento delle unità belliche e di non pagare le pensioni previste dal governo centrale, che teme le loro manifestazioni.
Pechino (AsiaNews) – In occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Esercito per la liberazione del popolo, i veterani cinesi dicono di aver “poco da festeggiare” perché “nessuno ascolta il loro lamento o li aiuta ad uscire da una situazione tragica” fatta di disoccupazione e povertà.
 
Negli ultimi 20 anni, il governo ha smobilitato oltre 1,7 milioni di soldati. Soltanto fra il 1997 ed il 2000, circa mezzo milione di uomini sono stati congedati in nome della “modernizzazione” dell’esercito. A questi, però, non è stato fornito un nuovo impiego o fornita alcuna forma di previdenza sociale.
  
Una veterana della Marina, la signora Chen, racconta al South China Morning Post la sua odissea: “Ho prestato servizio per molti anni, ma quando sono stata cacciata dal servizio attivo non ho ricevuto nulla. Inoltre, per aver lavorato con delle sostanze tossiche, ho dei gravi problemi renali. Al governo questo non è mai importato: per questo, ho cercato di suicidarmi due volte”.
 
Dopo anni di battaglie legali, la Chen è riuscita ad ottenere la pensione comunale ma non quella militare: “Ora voglio vivere, per stare vicino alla mia unica figlia. L’unica cosa che chiedo è potermi comprare da mangiare, e le medicine per curarmi”.
Gli ex militari puntano il dito soprattutto contro i governi provinciali che, dopo aver smobilitato diverse unità belliche a seguito delle aperture economiche e delle conseguenti privatizzazioni industriali, non sono riusciti a fornire nuovi posti di lavoro ai soldati e si rifiutano di pagare loro l’indennizzo di servizio previsto dal governo centrale.
 
L’argomento è stato affrontato persino dal presidente Hu Jintao, che sin dal 2003 ha chiesto il “massimo impegno” per fornire ai soldati un’alternativa lavorativa ed ha ricordato ai governi locali i loro impegni nei confronti dei “protettori della Patria”.
 
Ma i suo richiamo sembra essere ignorato. Un gruppo composto da veterani spiega che “proprio la municipalità autonoma di Pechino è quella che ci ignora di più. Sembrano non ascoltare quello che dice il governo centrale”. Questa affermazione viene confermata da una fonte di AsiaNews nella capitale, che spiega: “In città si dice che non vi è comunicazione fra Zhongnanhai [la sede del governo centrale, a pochi metri dall’ingresso della Città proibita ndr] ed il resto della città. I due elementi si ignorano a vicenda”.
 
Pechino teme il malcontento dei veterani; il Partito comunista ha sempre visto nelle forze armate lo strumento indispensabile per mantenere il monopolio di governo che dura da oltre 50 anni. Grazie all'esercito, il 4 giugno 1989 è stata sedata la rivolta del movimento pro-democrazia di piazza Tiananmen. L'esercito è stato fondamentale per la fine della Rivoluzione Culturale e l'arresto della Banda dei Quattro.
 
Lo scorso aprile, per cercare di sbloccare la situazione, più di 1500 fra soldati ed ufficiali - provenienti da 20 province e con indosso le loro vecchie divise - hanno manifestato in silenzio per 36 ore davanti all'ufficio del Dipartimento generale politico di Pechino, l'organo del Pc che si occupa della gestione del personale bellico, della propaganda e dei corpi distaccati di danza, ballo e sport.
 
La protesta è iniziata lunedì 11 ed è terminata mercoledì 13, quando la pubblica sicurezza ed alcuni ufficiali dell'esercito ancora in servizio hanno preso di peso i dimostranti e li hanno caricato su autobus affittati e spediti nelle loro città di origine. Sempre nella giornata di mercoledì, però, più di 400 ufficiali in pensione si sono ritrovati sui gradini dell'ufficio del Dipartimento per continuare a protestare.
 
E' stata la più grande protesta mai effettuata dai componenti dell'esercito dalla rivoluzione del 1949. Fonti militari anonime, che hanno confermato la protesta, spiegano: "Il governo si è trovato impreparato. La leadership è molto preoccupata dal fatto che i militari continuino a protestare. Unendosi insieme potrebbero far precipitare nel caos la società".
 
Dal 2004, Pechino autorizza ogni anno uno stanziamento di 60 miliardi di dollari americani per coprire le spese belliche; eppure, le pensioni di anzianità per i pochi veterani che riescono ad ottenerle si aggirano sui 300 yuan (30 euro) mensili. Uno di loro, decorato con 15 medaglie al valore, dice: “Mi sono rimaste solo queste, dopo una vita al servizio del Partito”.
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