24/09/2015, 00.00
MALAYSIA
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Malaysia, una parrocchia unisce cristiani e musulmani: in marcia per la pace e l’unità

Da tre anni la chiesa della Divina Misericordia di Selangor organizza il “Cammino delle Fedi”. Una iniziativa che da tre anni richiama fedeli di religioni diverse, anche indù e buddisti. Sacerdote malaysiano: non “solo tolleranza”, ma “rispetto” fra fedi diverse. Leader musulmano: le interazioni rafforzano “rispetto e coesistenza” pacifica.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - “L’elemento comune al fondo della nostra crescita come cittadini della Malaysia è l’unità. Certo, ciascuno di noi professa la propria religione, e la religione è la via privilegiata per giungere a Dio…per questo dobbiamo rispettare il viaggio di ciascuno”. È quanto sottolinea p. Simon Labrooy, sacerdote della Divina Misericordia, commentando i valori alla base della marcia interreligiosa che la parrocchia di Selangor, in Malaysia, organizza dal 2013 con cadenza annuale. Una iniziativa che intende rafforzare i valori di rispetto e comprensione fra persone, senza guardare alla fede religiosa professata, all’etnia, alla razza. Ecco perché il prete malaysiano non vuole sentire “parole di ingiuria fra noi” o discorsi di “tolleranza”, quanto piuttosto di “rispetto” della fede di ogni cittadino.

In occasione della Festa nazionale della Malaysia, oltre mille persone appartenenti a fedi ed etnie diverse si sono date appuntamento nell’area di Taman Tasik, nella città di Shah Alam, capitale dello Stato di Selangor, per partecipare a una marcia interreligiosa di pace. A promuovere l’iniziativa intitolata “Cammino delle Fedi 2015”, giunta ormai alla sua terza edizione e in continua crescita, la parrocchia della Divina Misericordia di Shah Alam, che intende comunicare i valori di “pace, rispetto e amore” fra i cittadini. Per la prima volta quest’anno, all’interno del comitato organizzativo erano presenti anche rappresentanti della comunità musulmana, buddista, sikh, indù e Baha’i oltre ai cristiani, a conferma del carattere interreligioso della manifestazione. 

Interpellato da Malaysian Insider Datuk Vincent S.C. Lim, presidente della società buddista Shah Alam, conferma che questo comitato interreligioso - promotore della marcia - sarà in grado di “unire i malaysiani” a dispetto delle “differenze”. In concomitanza con la festa nazionale [che si è celebrata lo scorso 16 settembre, per ricordare l’indipendenza raggiunta nel 1963, ndr] “abbiamo voluto mostrare come i malaysiani agiscono e vivono quando sanno stare bene insieme”. Solo così, aggiunge, “potremo progredire insieme all’insegna dell’unità”. 

Un parere condiviso anche dai leader musulmani, secondo cui lontananza e divisioni “alimentano le incomprensioni e creano pregiudizi”. Rafforzando le interazioni, cresce “il rispetto e la coesistenza pacifica e armoniosa”. 

La camminata interreligiosa promossa dalla comunità cattolica col sostegno dei leader delle principali religioni giunge in un momento di profonda crisi politica e istituzionale della Malaysia, attraversata nelle ultime settimane da scioperi e manifestazioni. A fine agosto si è tenuta una imponente manifestazione di piazza dei movimenti di opposizione, che chiedevano le dimissioni del premier Najib Razak, finito al centro di uno scandalo corruzione di centinaia di milioni di dollari. Secca la replica del capo del governo, che ha escluso con forza l’ipotesi di concludere il mandato e indetto una contro-manifestazione a sostegno dell’esecutivo in occasione della festa nazionale. 

In Malaysia, nazione di oltre 28 milioni di abitanti in larga maggioranza musulmani (60%), i cristiani sono la terza confessione religiosa (dietro ai buddisti) con un numero di fedeli superiore ai 2,6 milioni. Una comunità significativa, che spesso è stata oggetto di attacchi e violenze spesso innescati dalla controversia sull'uso della parola Allah anche per i non musulmani. 

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