13/11/2025, 15.57
FILIPPINE
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Manila, la morte di Enrile: da architetto della legge marziale a consigliere di Marcos Jr

Giurista e politico, fu uno dei più stretti collaboratori del dittatore Ferdinand Marcos, per cui progettò e applicò la legge marziale. Ma fu anche protagonista della crisi del 1986 che poi fece cadere il regime. Rimasto al centro della politica come consigliere legale del presidente Ferdinand Marcos Jr. anche alla soglia dei cent'anni, è stato una figura divisiva: per alcuni simbolo di abilità politica, per altri emblema dell’impunità delle élite.

Manila (AsiaNews/Agenzie) – È morto oggi 13 novembre all’età di 101 anni Juan Ponce Enrile, una delle figure politiche più longeve, controverse e influenti della storia contemporanea delle Filippine.  La notizia è stata resa pubblica dalla figlia, Katrina Ponce Enrile: “Ha dedicato gran parte della sua vita al servizio del popolo filippino. In questo momento chiediamo comprensione mentre ci prendiamo un momento per piangere privatamente e onorare la sua memoria in silenzio e in pace”, ha scritto la figlia in un post sui social.

Giurista con una laurea ottenuta ad Harvard, Enrile dopo aver conosciuto nel 1950 Ferdinand Marcos, al tempo astro nascente della politica filippina, ricoprì poi diversi incarichi di governo: sottosegretario alle Finanze, capo dell’Ufficio delle Dogane, ministro della Giustizia e infine ministro della Difesa.

Tra il 1972 e il 1981 promosse l’imposizione della legge marziale e teorizzò e diede attuazione al regime di emergenza con cui Marcos, padre dell’attuale presidente, eliminò l’opposizione e favorì l’ampliamento del potere dei militari anche in campo economico, una decisione che fece precipitare il Paese nella povertà. 

Secondo Amnesty International, durante il periodo della dittatura, decine di migliaia di oppositori furono uccisi, torturati, violentati o detenuti in maniera arbitraria. Più di 11mila persone sopravvissute sono state ufficialmente risarcite. 

Durante la crisi politica del 1986, che portò poi alla caduta del regime, Enrile dichiarò la rottura con Marcos e per un breve periodo ricoprì ancora l’incarico di ministro della Difesa nel governo del nuovo presidente Corazon Aquino. Ma solo per poco: venne destituito con l’accusa di fomentare il dissenso tra i ranghi dell’esercito. 

La sua storia politica avrebbe potuto concludersi qui: invece Enrile l’anno successivo venne rieletto senatore e rimase al centro delle vicende politiche filippine. Nel 2008 fu eletto presidente del Senato e fu a capo del processo di impeachment del capo della Corte Suprema Renato Corona. Le sue decisioni divisero l’opinione pubblica: da una parte c’era chi lo accusava di manovre politiche, dall’altra chi lo osannava per aver mantenuto l’equilibrio tra istituzioni democratiche. 

Ancora oggi Enrile, il cui volto circola spesso online tra i meme dei giovani, per molti filippini è simbolo di disciplina, arguzia e dedizione allo Stato; per molti altri è l’emblema della repressione, dell’ipocrisia politica e dell’impunità delle élite politiche che da decenni dominano la scena politica di Manila.

La sua carriera, segnata da indagini, arresti e recenti assoluzioni, è terminata come consigliere dell’attuale presidente Ferdinand Marcos Jr. Dopo la vittoria elettorale nel 2022, Enrile fu nominato “chief legal counsel” del capo di governo.

“Diciamo addio a uno dei più longevi e rispettati servitori pubblici della nostra storia,” ha dichiarato oggi Marcos Jr. “Ha dedicato la vita al servizio del popolo, guidando il Paese in alcuni dei suoi momenti più difficili e segnanti”.

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