03/05/2018, 11.13
ASIA SUDEST-CINA
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Mar Cinese meridionale, media Usa: Pechino schiera missili sulle isole contese

I missili da crociera antinave YJ-12B permetterebbero di colpire navi entro le 295 miglia nautiche; quello dei missili terra-aria HQ-9B a lungo raggio aerei, droni e missili da crociera entro 160 miglia nautiche. Ammiraglio Usa: “La Cina è ora in grado di controllare tutti gli scenari in queste acque, tranne una guerra con gli Stati Uniti”.

Washington (AsiaNews) – Pechino ha installato missili da crociera antinave e sistemi missilistici terra-aria su tre dei suoi avamposti contesi nel Mar Cinese meridionale, al centro di una disputa internazionale. È quanto riferiscono media statunitensi, citando fonti dell’intelligence Usa. La mossa, qualora fosse confermata, rappresenterebbe il primo schieramento cinese di simili armamenti nelle Isole Spratly, la cui sovranità è rivendicata da Vietnam, Cina, Malaysia, Filippine e Brunei.

 Sfruttando alcune ambiguità del diritto internazionale, Pechino reclama una consistente fetta di mare (quasi l'85% dei territori). Oltre alle Spratly, ne fanno parte: il Golfo del Tonchino, tra Vietnam e Cina; le Isole Paracel, contese da Hanoi, Pechino e Taiwan; Scarborough Shoal, una formazione di scogli e rocce rivendicata da Manila, Pechino e Taipei. Per garantirsi il controllo delle importanti rotte marittime che attraversano queste acque (più di un terzo del mercato globale), il governo cinese ha avviato la costruzione di una serie di isole artificiali, con impianti militari e fari per la navigazione. Pechino ha persino imposto in modo unilaterale divieti alla pesca.

Secondo la rete televisiva Cnbc, negli ultimi 30 giorni le Forze armate cinesi hanno schierato i missili a Fiery Cross Reef, Subi Reef e Mischief Reef. Pechino non ha fatto menzione di alcun dispiegamento, ma afferma che le sue strutture militari nelle Spratly sono difensive e rivendica il diritto di fare ciò che vuole sul proprio territorio. Analisti dichiarano che tali schieramenti erano attesi, dal momento che l'anno scorso la Cina aveva costruito rifugi antiaerei sulle barriere coralline e aveva già dispiegato simili sistemi missilistici su Woody Island, più a nord.

La Cnbc riferisce che l’utilizzo dei missili da crociera antinave YJ-12B permetterebbero alla Cina di colpire navi entro le 295 miglia nautiche; quello dei missili terra-aria HQ-9B a lungo raggio aerei, droni e missili da crociera entro 160 miglia nautiche. Il mese scorso, l'ammiraglio Philip Davidson, a capo del Comando degli Stati Uniti per il Pacifico, ha dichiarato che le “basi operative avanzate” della Cina nel Mar Cinese meridionale erano ormai complete: “L'unica cosa che manca sono le forze schierate. Con esse, la Cina sarà in grado di estendere la sua influenza a migliaia di chilometri a sud e proiettarla in Oceania”.

Davidson ha ribadito che la Cina potrebbe utilizzare le basi per contrastare la presenza degli Stati Uniti nella regione e “sarebbe in grado di sopraffare con facilità le forze militari di tutti gli altri Paesi che rivendicano territori nel Mar Cinese meridionale”. “La Cina è ora in grado di controllare tutti gli scenari in queste acque, tranne una guerra con gli Stati Uniti", ha concluso l’ammiraglio Usa.

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