13/10/2005, 00.00
SIRIA
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Meno di 200 persone seguono a Damasco i funerali di Kanaan

di Jihad Issa

Il primo ministro siriano conferma la tesi del suicidio, ma restano anche sulla stampa gli interrogativi sui motivi della fine del'ex "padrone" del Libano.

Damasco (AsiaNews) - Meno di 200 persone tra politici, familiari e curiosi hanno seguito oggi il funerale del generale Ghazi Kanaan. La storia ha a volte strani modi di seguire la sua strada. Per un ventennio Kanaan è stato l'incarnazione della dominazione siriana il Libano,  l'artefice del terrore nel Paese dei cedri.

L'attuale ministro degli Interni di Damasco era infatti il "padrone"  degli onnipotenti servizi di informazione siriana in Libano. La stessa stampa araba si chiede oggi se egli sia "suicidato" o "suicida", se, cioè, sia stato sacrificato sull'altare della ragione di Stato (o, meglio, di regime) o l'abbia fatto per fedeltà.

Per 20 anni, forte di un mandato assoluto, ha potuto mostrare tutta l'estensione del suo saper-fare sicurezza, mettendo tutto il suo genio machiavellico al servizio degli interessi del regime: di volta in volta "mitragliatore" quando si trattava di dissuadere attraverso la barbarie ogni forma di resistenza alla crescita  di Damasco o capace di bilanciare questo o quel gruppo, di sottomettere o di pacificare, quando si trattava di spegnere l'incendio che egli stesso aveva acceso.

Quando si è avuto in mano tutto il potere che Ghazi Kanaan ha avuto per 20 anni in Libano, che si è potuto fare e disfare presidenti e governi, che si ha presso gusto a giocare nel cortile dei grandi, la caduta non può essere che rovinosa. L'ironia della sorte vuole che la morte di Kanaan avvenga con la fine dell'era siriana in Libano, come se il ciclo dovesse essere effettivamente concluso. "Chi ha detto che le maledizioni e le vendette d'oltre tomba erano confinate all'Egitto dei faraoni?" ha chiesto l'ex deputato libanese di Jebeil, Fares Soueid.

Allora "suicidato" o "suicida"? L'ex cervello dei servizi di sicurezza siriani non ha peraltro dato di sè l'immagine dell'uomo angosciato o instabile. Ancora mercoledì, parlando sulle onde della Voce del Libano con Warde Zamel "era – ci ha confermato la giornalista – un uomo dalla voce determinata, sufficientemente battagliero, in ogni caso, per discolparsi con una dichiarazione ben pensata e preparata per la radio".

Oggi, al funerale, il primo ministro siriano, Mohamad El Otari, che ha rappresentato il presidente Assad, ha confermato in una dichiarazione che il generale Kannaan si è suicidato. Egli ha salutato il ministro come il costruttore del Libano dopo gli accordi di Taeff del 1989, che hanno posto fine alla guerra del Libano.

Il direttore del giornale ufficiale siriano, Al Sawra, Fayez Sayegh, in una dichiarazione ad AsiaNews ha sottolineato l'importanza di cercare le cause che hanno condotto il generale Kannaan a prendere la tragica decisione ed ha espresso di nuovo la piena volontà di collaborazione del governo siriano con la commissione d'inchiesta dell'Onu guidata dal giudice tedesco Deflit Mehlis. Molti, ha aggiunto, stanno aspettando i risultati previsti per il 21 di questo mese; Sayegh ha anche ribadito ciò che il presidente Assad ha detto alla CNN, che bisognerebbe infliggere pene atroci contro quelli che hanno rovinato il clima d'amicizia che legava il Libano alla Siria. 

Come che sia, resta il fatto che un eventuale legame tra la scomparsa di Kanaan e l'iiminenza della pubblicazione del rapporto Mehlis sull'assassinio di Hariri è lungi dall'essere un'eresia. Il ministro degli interni siriano era stato sentito dal giudice tedesco in occasione della sua venuta a Damasco e ci si chiede se l'uomo informato anche sulle più piccole cose del Libano avrebbe messo a parte dei segreti la commissione d'inchiesta ed avrebbe quindi tradito i suoi; se si è creduto bene di ridurre al silenzio un testimone pericoloso della pax siriana in Libano o se è stato un sacrificio per dare un'uscita alla vicenda dell'assassinio di Hariri, per chiudere una vicenda che sarebbe stata un terremoto per il regime siriano.

(ha collaborato Youssef Hourany)

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