29/09/2008, 00.00
ASIA
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Mercati asiatici tiepidi dopo l’accordo Usa sul piano di salvataggio finanziario

Sale solo la borsa di Tokyo (1%) per poi chiudere a - 1,26, anche grazie a nuova immissione di denaro dalla banca centrale. Negativi gli altri indici. Il piano di emergenza per la stabilizzazione dell’economia ha ancora molti oppositori fra democratici e repubblicani. Sarà votato oggi a Washington.

Hong Kong (AsiaNews) – I mercati asiatici reagiscono pochissimo all’accordo varato nella notte negli Stati Uniti di presentare al Congresso il piano di salvataggio finanziario di 700 miliardi di dollari. Il piano, discusso per una settimana fra l’amministrazione Bush, i candidati alla presidenza e i rappresentanti dei due partiti al Congresso, dovrebbe essere votato quest’oggi.

Ma le borse asiatiche rimangono in dubbio sulla sua efficacia.

L’indice Nikkei della borsa di Tokyo è salito in mattinata solo dell’1%, chiudendo poi a meno 1,26, anche se il governo ha ancora una volta – la nona in meno di due settimane – iniettato nel mercato monetario 1900 miliardi di yen [circa 12,4 miliardi di euro].

La borsa di Hong Kong nella mattina è scesa del 2,1%, chiudendo poi a meno 4,29; la borsa di Shanghai è chiusa da oggi per una settimana, a causa delle feste per il 1° ottobre.

La borsa di Kuala Lumpur presenta indici leggermente negativi; quella di Seoul è scesa dell’1,35%.

L’accordo che verrà presentato oggi al Congresso, permette al Tesoro Usa di spendere fino a 700 miliardi di dollari per acquistare debiti cattivi dalle agonizzanti banche americane.

Il governo distribuirà il denaro a diverse scadenze: 250 miliardi da subito; 100 miliardi su richiesta della casa Bianca; gli altri 350 sono sottomessi al veto del Congresso. Le banche che accettano il piano dovranno cedere azioni in cambio, permettendo ai contribuenti americani – sui quali pesa tutta l’operazione – di godere di benefici nel caso le banche ritornino in piedi. Amministratori e alti manager delle banche vedranno ridotte le loro entrate e saranno cancellate le “liquidazioni dorate” di cui essi hanno beneficiato finora in caso di dimissioni.

L’operazione incontra le critiche di molti democratici e repubblicani, che non accettano un simile massiccio intervento dello Stato nel mondo finanziario. Nancy Pelosi, democratica e presidente del parlamento, ha detto che il piano non è “un salvataggio di Wall Street”, ma mira a garantire pensioni, risparmi e impieghi.
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