01/06/2006, 00.00
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Mons. Lajolo: anche in Cina la Chiesa vuole solo essere libera di organizzarsi al suo interno

Il "ministro degli esteri" del Papa afferma che il governo cinese non dovrebbe interferire nelle nomine dei vescovi. La normalizzazione dei rapporti sarebbe un bene anche per la pace sociale. In un futuro "non lontano" il possibile incontro tra Benedetto XVI e il patriarca di Mosca.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La Chiesa cattolica rivendica il diritto di essere libera nella sua organizzazione interna, nella quale gli Stati, Cina compresa, non dovrebbero interferire, in particolare per quanto riguarda la nomina dei vescovi. E' quanto nuovamente affermato da mons. Giovanni Lajolo, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati in un'intervista al quotidiano di Bucarest, "Ziua". Allo stesso giornale mons. Lajolo esprime fiducia nella possibilità di un miglioramento dei rapporti tra Santa Sede e Patriarcato di Mosca e di un incontro tra Benedetto XVI e Alessio II, "in un futuro non lontano".

"Come in tutti gli altri Paesi del mondo – ribadisce, tra l'altro, il 'ministro degli esteri' del Papa - così in Cina la Chiesa non chiede alcun privilegio, ma solo di essere libera nella sua organizzazione interna". La libertà della Chiesa nella nomina di vescovi "è stabilita dal Diritto canonico e non comporta alcuna ingerenza nell'ordinamento dello Stato cinese". Da parte sua, sottolinea mons. Lajolo, "l'autorità  politica cinese non dovrebbe interferire nell'ordinamento interno della Chiesa e segnatamente nella procedura per la nomina dei vescovi".

Il segretario per i rapporti con gli Stati fa anche un riferimento alla normalizzazione dei rapporti tra Cina e Santa Sede: "ne deriverebbero grandi beni per la pace sociale della stessa popolazione cinese, che non si vedrebbe costretta a dover scegliere tra l'obbedienza forzata ad una Chiesa cosiddetta patriottica e l'appartenenza all'unica Chiesa cattolica, quella che è in comunione con il Papa, successore dell'apostolo Pietro, vicario di Cristo".

Quanto ai rapporti con il patriarcato di Mosca, mons. Lajolo, nell'intervista ha confermato l'impegno della Santa Sede per il loro miglioramento. "Penso - ha sostenuto - che sussistano difficoltà ad una visione comune di fatti dottrinali e storici, difficoltà che bisogna affrontare serenamente e con spirito costruttivo". Al tempo stesso, a rendere più complessa la situazione concorrono "equivoci pratici, legati alla diversa sensibilità e mentalità". "Mi riferisco - ha spiegato - all'accusa di proselitismo rivolta alla Chiesa cattolica". "Tali equivoci ostacolano indubbiamente il dialogo, ma con un po' di buona volontà reciproca non dovrebbe essere troppo difficile superarli". In questo quadro, mons. Lajolo si è detto "fiducioso che Benedetto XVI e Alessio II potranno incontrarsi in un futuro non lontano". Sarebbe "un gesto significativo per il cammino ecumenico, il quale sarà indubbiamente ancora molto lungo e non facile".

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