29/06/2025, 09.35
ECCLESIA IN ASIA
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Mons. Suon Hang Ly: 'Noi cristiani cambogiani nella Phnom Penh di oggi'

di mons. Pierre Suon Hang Ly *
Il nuovo vicario apostolico coadiutore della capitale cambogiana, nominato ieri da Leone XIV, racconta ad AsiaNews le sfide della piccolissima Chiesa locale rinata dopo la persecuzione dei Khmer rossi che cinquant'anni fa uccisero anche mons.Samar, l'unico vescovo locale prima di lui. L'eredità dei martiri, l'inculturazione, l'incontro coi buddhisti ma anche l'individualismo portato dal diffondersi dei dispositivi digitali tra le priorità pastorali.

“Milano (AsiaNews) - Leone XIV ha compiuto ieri una nomina molto importante per la piccola Chiesa cattolica cambogiana: ha nominato un sacerdote locale mons. Pierre Suon Hang Ly, come vicario apostolico coadiutore di Phnom Penh. Cinquantatre anni, sacerdote dal 2000 e attuale prefetto apostolico di Kompong Cham, andrà dunque ad affiancare nel suo ministero il francese mons. Olivier Schmitthaeusler, missionario dei Mep, con la prospettiva di raccoglierne in un futuro non lontano il testimone ed essere ordinato vescovo. In questo modo la Chiesa della capitale cambogiana avrà di nuovo un pastore locale, dopo l'unico precedente di mons. Joseph Chhmar Salas, ordinato in circostanze drammatiche nell'aprile 1975 e poi morto due anni dopo nella persecuzione dei Khmer rossi. Pubblichiamo qui sotto una testimonianza inviata ad AsiaNews da mons. Suon Hang Ly sul suo ministero e sulle sfide per la Chiesa oggi in Cambogia.

La presenza della Chiesa cattolica in Cambogia risale al sedicesimo secolo. Nel 1968 Papa Paolo VI l’ha organizzata in tre giurisdizioni: il vicariato apostolico di Phnom Penh e le due prefetture apostoliche di Battambang e Kompong Cham. Nonostante questa lunga storia, però la nostra Chiesa è ancora giovane e piccola. Giovane perché è stata gravemente ferita durante il periodo dei Khmer rossi e ricostruita a partire dagli anni ’90. Piccola perché conta appena 23.207 fedeli, cioè lo 0,13% della popolazione di un Paese in cui il 96,49% è buddista, il 2% musulmano e l’1,38% appartiene ad altre religioni.

In questa piccola Chiesa, i sacerdoti, i religiosi e le religiose provengono da origini diverse. La maggior parte dei fedeli è di origine vietnamita, mentre i cambogiani rappresentano solo il 30% dei membri.

Il mio ministero

Nell'ottobre 2022, sono stato nominato prefetto apostolico di Kampong Cham e ora vicario apostolico coadiutore di Phnom Penh. Questa nomina è per me un segno di progresso della Chiesa locale, ma anche una sfida pastorale. Mi chiedo spesso: cosa dobbiamo fare per guidare bene la nostra Chiesa?

Fortunatamente, posso esercitare questo ministero grazie all’aiuto della Chiesa universale e di tutti i cristiani. Sono fortunato ad avere missionari che ci aiutano: le Missioni Estere di Parigi, missionario coreani, Pime, indiani…
Inoltre, a Kampong Cham i sacerdoti del mio consiglio mi hanno aiutato in decisioni importanti. Sento che tutto è guidato dal Buon Pastore.

La prefettura apostolica di Kompong Cham che ho guidato comprende otto province, organizzate in quattro zone pastorali. Conta 32 parrocchie. La più grande è una parrocchia vietnamita situata a Neak Loeung. Seguono Bousra, una parrocchia della minoranza etnica Phnong, e poi Kdol Leu, una parrocchia cambogiana. Le altre parrocchie hanno tra i 5 e gli 80 fedeli. Ci sono 21 sacerdoti di diverse origini: quattro khmer (incluso me); tre francesi; un italiano; quattro indiani; quattro coreani; un colombiano; un ecuadoriano; un filippino e un malese. Attualmente operano due comunità religiose nella prefettura: le Amanti della Croce di Kompong Cham, una comunità locale con 9 suore cambogiane, affiancate da 4 suore vietnamite. E poi una comunità di Salesiane, con due suore che lavorano con i Phnong a Mondulkiri.

Nonostante il piccolo numero di cristiani, la Chiesa cattolica è molto attiva nell’educazione e nell’assistenza a malati e poveri. Abbiamo quattro scuole superiori, una ventina di scuole materne e 11 case per giovani in diverse parrocchie.

Le sfide principali

La Chiesa cattolica in Cambogia affronta numerose sfide nel lavoro pastorale, non solo a causa del piccolo numero di fedeli, ma anche per la rapida diffusione dei moderni dispositivi tecnologici. Il traffico di droga spinge i giovani ad abbandonare gli studi, e non possiamo tacere sui problemi legati all’immigrazione e al traffico di persone in cerca di lavoro, sia in Cambogia che all’estero.
Fortunatamente, il governo ci consente di praticare la nostra religione liberamente.

I sacerdoti provengono da culture molto diverse, il che rende difficile lavorare insieme. Devono adattarsi alla cultura khmer per annunciare la Buona Novella, incarnandosi come Gesù nell’umanità.

È difficile convertire i cambogiani a una fede autentica in Gesù Cristo. Molti cristiani non frequentano più la chiesa perché sono migrati per lavoro o per conflitti parrocchiali.

Le nuove tecnologie attraggono le persone verso beni materiali, rendendo difficile coinvolgere i giovani e trovare volontari.

Le persone si chiudono in sé stesse e non vogliono più condividere i propri beni.

Il lavoro missionario

In un contesto prevalentemente buddhista, la missione non si limita alla preghiera o alla Messa in chiesa. L’opera caritativa è fondamentale: attrae i buddhisti e li incoraggia a cercare Cristo. I sacerdoti devono visitare i cristiani e gli abitanti delle parrocchie: hanno quindi un ruolo ecclesiale e uno sociale.

Cinquanta anni dopo l’arrivo dei Khmer rossi a Phnom Penh, molti ricordi dolorosi restano nella nostra memoria. La Chiesa in Cambogia ricorda quanti sono morti e hanno sofferto in quel periodo e prega per loro. Ma questa memoria oggi si affievolisce perché gli anziani sono meno numerosi e i giovani non si interessano molto a quel passato. Molti khmer sono preoccupati per la vita quotidiana: sono indebitati, cercano lavoro all’estero o si spostano in altre città.

La Chiesa ha avuto un ruolo importante nella riconciliazione e nella guarigione dei sopravvissuti. Ha offerto sostegno psicologico e spirituale; soprattutto ha portato il messaggio di Gesù sull’amore, il perdono e la fraternita'. La preghiera e la meditazione alleviano i cuori. Non dimentichiamo le sofferenze, ma cerchiamo di perdonare chi ci ha fatto del male.

La morte del Papa Francesco e l'inizio del pontificato di Leone XIV

La morte di Papa Francesco ha profondamente addolorato anche noi cattolici cambogiani. Durante il lutto, abbiamo organizzato veglie di preghiera e messe commemorative in tutte le parrocchie. Il 26 aprile abbiamo partecipato a Phnom Penh a una grande messa organizzata dalle tre circoscrizioni ecclesiastiche della Cambogia. Papa Francesco ci ha lasciato un’eredità ricca: la sinodalità, la costruzione della pace, il dialogo interreligioso e la protezione del creato come casa comune. Mi aspetto che Leone XIV continui l’opera del suo predecessore e sappia guidare la nostra Chiesa nel contesto attuale.

* vicario apostolico coadiutore di Phnom Penh
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