25/05/2021, 08.24
RUSSIA
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Mosca, festa ortodossa di Cirillo e Metodio: l’alfabeto cirillico e la missione culturale

di Vladimir Rozanskij

I due evangelizzatori, festeggiati ieri, hanno usato un “alfabeto cristiano” per congiungere popoli diversi, superando il pregiudizio fra “greci” e “barbari”. Gli auguri al patriarca Kirill da parte del presidente Vladimir Putin.

Mosca (AsiaNews) - Ieri 24 maggio, la Chiesa russa ha festeggiato la memoria dei santi Cirillo e Metodio, i “maestri degli slavi”. La loro ricorrenza è riconosciuta in Russia anche come festa civile, “Giorno della scrittura e della cultura slava”, all’origine della tradizione letteraria di tutti i popoli che come i russi usano l’alfabeto “cirillico”.

Gli apostoli della Macedonia furono inviati da Costantinopoli 1158 anni fa, nell’anno 863, quando composero i primi libri sacri (Bibbia e Messale) nella nuova lingua, da loro conosciuta nella nativa Salonicco, e ottennero anche la benedizione del papa Adriano II a Roma, a cui avevano portato in dono nell’869 le reliquie del papa Clemente I, da loro miracolosamente ritrovate in Crimea. Nel 1980 il papa Giovanni Paolo II li ha proclamati compatroni d’Europa, insieme a san Benedetto; le spoglie di Cirillo riposano nella basilica di san Clemente a Roma, dove morì, mentre Metodio è sepolto a Velehrad in Moravia, luogo d’origine della missione slava.

In occasione della festa la Chiesa ortodossa russa conferisce un prestigioso premio intitolato ai due santi fratelli, ed è pure l’occasione per congratularsi con il patriarca Kirill (Gundjaev), che assunse tale nome a 22 anni, entrando in monastero nel 1969. Il primo a fargli gli auguri è stato il presidente Putin, che con il patriarca condivide peraltro il nome secolare di Vladimir, il battezzatore dei russi. Il primo a ricevere il premio è stato il poeta e traduttore Mušin Lazurja, originario dell’Abkhazia, la regione caucasica che i russi contendono alla Georgia.

Lo stesso Lazurja ha spiegato che “il senso di questa festa è la percezione della parola e del pensiero di popoli diversi in accordo con la lingua russa, come diceva il famoso critico e filosofo russo Vissarion Belinskij: “le traduzioni in lingua russa sono esse stesse espressioni della letteratura russa”, e così le traduzioni cirilliche in paleo-slavo dal greco e dal latino fondarono la cultura slava comune”. Il poeta afferma in questo modo la “missione culturale” degli slavi e dei russi in particolare: “quanti popoli, compresi quelli del Caucaso, hanno potuto comprendere le leggi della creazione del mondo grazie all’alfabeto cristiano, e alla mentalità in esso tramandata!”.

Con il poeta-traduttore è stato premiato anche Andrej Ubogij, un chirurgo del pronto soccorso di Kaluga, che a sua volta ha ricordato che “gli antichi greci e i romani ritenevano la loro lingua un’espressione della perfezione, e tutti gli altri popoli erano barbari, cioè incapaci di esprimersi… solo Cirillo e Metodio, conoscendo tante lingue, furono capaci di superare questo pregiudizio, quindi oggi festeggiamo l’amicizia tra i popoli”.

Un altro illustre premiato è stato Vladislav Bakhrevskij, autore di romanzi storici che raccontano le figure più importanti della storia russa. Per Bakhrevskij, “Cirillo e Metodio segnarono l’inizio dell’autonomia degli slavi in mezzo agli altri popoli, e nessuno può dare di più ai propri discendenti”.

Quest’anno il patriarca Kirill non ha celebrato la solennità dei due santi nella cattedrale di Cristo Salvatore, rimanendo ancora confinato nella residenza di Peredelkino a causa della recrudescenza della pandemia, e per evitare di esporre i fedeli a ulteriori rischi. La liturgia si è tenuta nella sua cappella privata intitolata a sant’Aleksandr Nevskij, altra figura storica della tradizione russa di unificazione dei popoli. Kirill ha comunque ricevuto la visita del presidente dell’Assemblea nazionale della Corea del sud, Park Byeong-seug, che lo ha ufficialmente invitato a visitare il suo Paese, dove la Chiesa russa svolge un’intensa attività missionaria.

 

 

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