27/05/2022, 08.49
RUSSIA
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Mosca, la Duma contro l’Occidente

di Vladimir Rozanskij

Il Parlamento russo studia risposte alle sanzioni occidentali per l’invasione dell’Ucraina. In ballo misure contro la proprietà delle ditte straniere e i media esteri. Sotto i riflettori anche la maternità surrogata. La “guerra” dei deputati russi ai nemici del Paese ha valore più simbolico che pratico: decide tutto Putin.

Mosca (AsiaNews) – La Duma di Stato, il Parlamento russo, si è riunito per individuare le risposte alle offese, alle sanzioni e alle minacce dell’Occidente, il vero grande nemico che ha “costretto” le armate russe a invadere l’Ucraina. Le proposte dei deputati si distinguono per il radicalismo fino all’eccentricità, e raramente vengono prese in considerazione dalla presidenza o dal governo, che si limitano a cenni di approvazione per una propaganda di dubbia efficacia.

I partiti fanno a gara a mostrarsi risoluti nei confronti degli avversari globali, e su tutti si distinguono i comunisti del Kprf, che fin dall’inizio dell’operazione militare hanno parlato di “passaggio indispensabile a un’economia di mobilitazione” e anche di “una nuova struttura di governo del Paese”. Un deputato comunista, Nikolaj Kolomejtsev, è intervenuto dicendo che “ammetto di aver paura per la Russia, ci attaccano da tutte le parti, congelano i nostri capitali e nazionalizzano le nostre aziende, e noi stiamo qui seduti a tremare, senza fare niente”.

I comunisti, fedeli alla loro tradizione, esprimono contrarietà alla “sacra proprietà privata” che impedisce di requisire tutte le proprietà straniere in Russia. Il relatore del progetto di legge sulle contro-sanzioni, Anatolij Vybornyj del putiniano “Russia unita”, ha spiegato che le autorità russe non sono “come loro”, come i Paesi occidentali, e intendono rapportarsi alle ditte che abbandonano la Russia “in maniera onesta e civile”.

Gli stranieri potranno tornare in Russia entro tre anni, se sarà rimasto spazio per i loro affari e “non faranno errori di amministrazione per incompetenza”, poiché verrà loro concesso il diritto di “amministrazione dall’esterno” delle loro proprietà in Russia. Lo scopo principale di questa norma è la conservazione dei posti di lavoro attuali, ma insieme anche di controllare le azioni degli occidentali per evitare “possibili sabotaggi da parte delle aziende che esprimono aperta ostilità verso la Russia”, come ha osservato il deputato Sergej Gavrilov.

Misure molto più serie verranno prese nei confronti dei mass-media occidentali accreditati in Russia, verso i quali la risposta russa sarà parallela al blocco delle pubblicazioni russe in vari Paesi. Le case editrici verranno private della licenza, i giornalisti dell’accredito, e alcune norme semplificano la chiusura diretta da parte del governo o della procura generale. Il progetto relativo ai media è stato presentato dal liberal-nazionalista Andrej Lugovoj, che ha spiegato di voler evitare contese giudiziarie: “Prima li chiudiamo, poi se ne discute”.

Un’altra risposta dibattuta alla Duma riguarda la maternità surrogata, per cui i deputati hanno gridato che “siamo stufi di far usare le nostre donne come incubatrici dei bimbi occidentali”. Il progetto di legge al riguardo è stato il primo a essere approvato, col divieto agli stranieri di accedere agli “uteri in affitto” in Russia. Tale diritto rimarrà riservato solo alle coppie in cui almeno uno dei due aspiranti genitori ha la cittadinanza russa, purché la coppia sia composta da un uomo e una donna.

Anche le donne russe single potranno accedere al servizio uterino esterno. “Vogliamo interrompere del tutto il commercio dei bambini”, ha spiegato il vice speaker Petr Tolstoj, secondo cui “è tempo ormai di liberarsi di questa parte della nostra integrazione con le norme e le regole occidentali”. Un altro deputato, Vitalij Milonov, ha sottolineato che la maternità surrogata è già proibita in molti Paesi europei, ed è “un attributo del Terzo mondo”.

Durante la discussione diversi deputati hanno anche proposto di abolire del tutto il diritto all’aborto, ma su questo punto lo stesso Tolstoj ha ammonito che “queste cose vanno fatte gradualmente e con molta prudenza”, essendo la Russia uno dei Paesi con la più alta percentuale di aborti al mondo. L’euforia parlamentare della “guerra all’Occidente” è comunque ben lontana dall’esaurirsi, e cerca di lanciare segnali simbolici e valoriali, ma bisognerà vedere se arriverà davvero a toccare i settori economici e finanziari.

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