16/04/2020, 08.21
RUSSIA
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Mosca, la Pasqua ortodossa nei giorni del virus

di Vladimir Rozanskij

La domenica di Pasqua sarà il 19 aprile. Intanto crescono i casi positivi al virus (25mila) e i morti (200). A Mosca sono infetti 15 sacerdoti, fra cui alcuni collaboratori del patriarca. Critiche a Kirill, isolato in una residenza fuori Mosca, nel villaggio di Peredelkino. Anche in Russia si cerca di partecipare alla liturgia in streaming. Preghiere speciali per benedire a casa i panettoni pasquali (kulichy), altri dolci e uova colorate.

Mosca (AsiaNews) - La Russia si trova ad affrontare un aumento vertiginoso di infezioni da coronavirus proprio nei giorni della Settimana Santa. Secondo il calendario liturgico della Chiesa ortodossa, infatti, la domenica di Pasqua sarà il 19 aprile. Gli infetti hanno raggiunto la cifra di 25mila persone; i morti sono 200. Solo nelle ultime 24 ore si sono verificati 3388 nuovi casi e 30 decessi. Il sindaco di Mosca ha imposto permessi speciali per circolare in macchina (foto 2) o sui mezzi pubblici, creando code interminabili - e anche pericolose - nelle stazioni della metropolitana (foto 3).

Diversi sacerdoti ortodossi sono risultati positivi. Fra questi, il parroco della cattedrale moscovita dell’Epifania a Elokhovo, padre Aleksandr Agejkin, un chierico molto vicino al patriarca Kirill. Per questo, tutti i collaboratori del patriarcato sono stati messi sotto osservazione. Nella sola Mosca, altri 14 sacerdoti sono infetti e 21 in osservazione; le verifiche si stanno svolgendo anche in tutti i monasteri della capitale. In tutta l’ortodossia russa ha suscitato una forte impressione la diffusione del virus tra i monaci del monastero delle Grotte di Kiev (il primo monastero dell’antica Rus’), 90 dei quali sono risultati positivi, diversi sono ricoverati in terapia intensiva, e due monaci sono deceduti.

Dopo aver a lungo esitato nell’invitare i fedeli a stare lontani dalle chiese, il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) è attualmente in isolamento in una residenza fuori Mosca, nel villaggio di Peredelkino, dove si trovano le dacie degli alti funzionari. Il mercoledì santo ha celebrato l’ultima “liturgia dei presantificati” quaresimale, prima del Triduo Pasquale, nella cappella della sua residenza. La sua assenza da Mosca sta provocando diversi malumori, minando la sua popolarità presso la popolazione, già carica di valenze negative per i trascorsi da funzionario sovietico e “oligarca ecclesiastico” degli anni di Eltsyn, e per i contrasti degli ultimi anni con l’amministrazione putiniana e varie fronde all’interno della gerarchia ortodossa.

Il malumore si è un po’ attenuato quando il patriarca ha rilevato di aver effettuato nei giorni scorsi la processione in automobile per benedire le strade di Mosca, portando con sé l’amatissima Icona della Madonna della Tenerezza appartenuta a San Serafino di Sarov. L’icona venne esposta alle folle traboccanti che nel 1903 parteciparono alla cerimonia di canonizzazione del “San Francesco” russo, accompagnandola nei 600 chilometri del pellegrinaggio da Diveevo, luogo di sepoltura di Serafim, fino a Mosca. La sacra immagine era stata nascosta negli anni sovietici, e ridata al patriarca nel 1991, dopo la fine dell’Urss, come simbolo della rinascita religiosa del Paese.

Nel frattempo i fedeli cercano di organizzarsi per trovare forme di partecipazione anche “virtuali” alle feste pasquali, vista la quasi impossibilità di recarsi in chiesa; nelle chiese che rimarranno comunque aperte, sono stati stesi per terra i segnali della udalenka, il “distanziamento” protettivo dall’infezione (gli ortodossi assistono alle funzioni rimanendo in piedi). In alcune chiese sono stati organizzati speciali canali YouTube per trasmettere le liturgie a distanza, e siti speciali per ordinare le memorie esequiali da compiere durante le funzioni (foto 1).

In realtà, per molti russi, più che la presenza alle liturgie (a cui si reca in media il 2-3% della popolazione), valgono i gesti legati alla tradizione e al folclore: su tutti, la benedizione dei kulichy, i panettoni pasquali (foto 4), il motivo per cui in realtà moltissime persone si recano in chiesa in queste occasioni. Il patriarcato ha pubblicato sul sito ufficiale le istruzioni per compiere la benedizione in casa dei panettoni insieme alle uova colorate e al dolce di ricotta, noci e uvetta chiamato appunto Paskha, cantando tre volte l’annuncio pasquale “Cristo è Risorto – Veramente è Risorto” e procedendo con l’aspersione. Sul sito si trovano anche alcune preghiere supplementari per solennizzare la benedizione domestica.

Su iniziativa della rivista ortodossa Foma, inoltre, si sta diffondendo sui social (#oknaPaskhi, “finestra di Pasqua – vedi https://www.instagram.com/p/B_AcWg7gp3_/), l’invito ad accendere i ceri pasquali alla finestra delle case, vista l’impossibilità di partecipare alle funzioni: un rito molto popolare è infatti quello del corteo pasquale, alla quale tutti accendono una candela cantando “Cristo è Risorto!” prima di entrare in chiesa per la liturgia vera e propria. A questa processione iniziale partecipano quasi tutti, anche se pochi si fermano poi in chiesa. L’ufficio stampa del patriarcato ha lodato questa iniziativa, ma ha consigliato di non usare candele pericolose a fiamma libera, preferendo lampade o fanali elettrici.

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