05/02/2016, 08.59
SIRIA
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Mosca denuncia Ankara: vuole invadere la Siria. Riyadh pronta a operazioni di terra contro Isis

 Il ministero russo della Difesa accusa i turchi di preparare “operazioni” militari in territorio siriano. L’Arabia Saudita pronta a sostenere la coalizione Usa in caso di operazioni militari di terra contro lo Stato islamico. A Ginevra sospesi i colloqui di pace, mentre sullo scacchiere siriano cresce la tensione.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La Russia alza il livello della guerra verbale contro la Turchia, accusando Ankara di “intensi preparativi” per una invasione militare della Siria. L’Arabia Saudita, come i turchi vicina al fronte dell’opposizione che vuole cacciare il presidente Bashar al-Assad, è pronta a sostenere (eventuali) operazioni di terra della coalizione a guida statunitense contro obiettivi dello Stato islamico (SI). Sul terreno spirano sempre più forti i venti di guerra [decine di migliaia di persone in fuga da Aleppo per l’offensiva dell’esercito governativo, ndr], mentre a Ginevra i colloqui di pace “indiretti” sono stati “sospesi” dopo soli due giorni e senza esiti tangibili. 

In queste ore il ministero russo della Difesa ha parlato di “crescenti segnali” di “preparazione sotto copertura delle forze armate turche” finalizzate a “operazioni attive sul territorio siriano”. Vi sono “motivi ragionevoli”, ha aggiunto il generale maggiore Igor Konashenkov, per pensare che la Turchia stia preparando un’azione sul campo. 

Nei giorni scorsi Ankara ha impedito ai caccia russi di procedere a operazioni di ispezione in un’area che, secondo l’accordo sui “Cieli aperti”, sarebbe di competenza di Mosca. Il ministero russo parla di “precedente pericolo” e giudica la decisione un tentativo di coprire “attività militare illegale nei pressi del territorio siriano”. 

La tensione fra Mosca e Ankara è cresciuta dall’abbattimento del jet russo da parte dell’esercito turco lungo il confine con la Siria. Nell’occasione la Turchia aveva accusato la Russia di violazione dello spazio aereo. In risposta, il Cremlino ha imposto sanzioni contro la Turchia e rafforzato le difese dei caccia impegnati in operazioni militari lungo la frontiera. Nihat Ali Ozcan, esperto di sicurezza turco, afferma che le accuse di Mosca sono “semplicemente irreali”. Alexei Malashenko, analista di vicende mediorientali al Carnegie Moscow Center, parla di una “linea rossa” che Turchia e Russia “sanno bene di non poter superare”. 

Intanto anche l’Arabia Saudita si dice pronta a operazioni di terra sul territorio siriano per colpire basi e postazioni dello Stato islamico. Il generale di brigata Ahmed al-Assiri ha sottolineato che “in caso di volontà comune della coalizione” a guida statunitense di “operazioni sul terreno”, l’esercito di Riyadh “fornirà il suo contributo”. Dalla fine del 2014 il Paese arabo ha aderito alla coalizione di 65 Stati che ha promosso una campagna militare - basata sui raid aerei - contro Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico] e altri gruppi jihadisti in Siria e Iraq. 

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