07/09/2022, 11.54
THAILANDIA
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Naufraghi Rohingya scaricati dagli scafisti sull’isola di Koh Gluay

di Steve Suwannarat

Dieci recuperati dai pescatori, altri 41 rintracciati dalla guardia costiera. Abbandonati probabilmente durante un viaggio verso la Malaysia con il rischio di rapimenti e sfruttamento. L'esodo dalle coste del Myanmar e dai campi profughi in Bangladesh sembra aver ripreso vigore negli ultimi mesi.

Bangkok (AsiaNews) - 51 naufraghi di etnia rohingya sono stati individuati nelle ultime ore al largo delle coste meridionali della Thailandia. Una decina, avvistati in mare davanti all’isola di Koh Bulone sono stati recuperati da pescatori, 41 sono stati trovati successivamente dalla guardia costiera sull’isola di Koh Gluay e portati sulla terraferma.

Non è chiaro se i due gruppi fossero a bordo della stessa imbarcazione che, secondo alcune testimonianze, avrebbe fatto naufragio a causa del mare in tempesta. Come pure non è ancora stato appurato se provengano dalle coste dello Stato Rakhine (Arakan) in Myanmar o dal Bangladesh. Di certo, come l’ultimo sbarco di massa di una sessantina di Rohingya avvenuto il 4 giugno, segnalano come la Thailandia resti un'area di transito e a volte di sosta sulla rotta dei Rohingya che fuggono ancora restano dal Paese d'origine dopo l’ondata persecutoria dell’agosto 2017 o di quelli che cercano in un viaggio via mare lungo e pericoloso alla situazione senza futuro nei campi profughi in Bangladesh.

La Malaysia resta la destinazione per molti di loro; ma la tratta di esseri umani che spesso ne gestisce la fuga e le condizioni del mare molte volte impongono lo sbarco sulle coste thailandesi, dove rischiano rapimenti, detenzione in attesa di riscatto e sfruttamento nel caso non paghino per la loro liberazione.

Le autorità thailandesi - di cui in passato erano state accertate le connivenze con gli scafisti, ma che in tempi recenti stanno cercando di restituire un’immagine di credibilità e legalità alla situazione migratoria - ritengono che i naufraghi individuati siano solo una parte dei passeggeri di una nave ora nascosta con il restante carico umano e che si troverebbe tra le isole che costellano la costa thailandese del Mare delle Andamane.

Un segnale di come una migrazione più consistente abbia ripreso vigore dopo il colpo di stato militare in Myanmar del primo febbraio 2021. E di come, in Bangladesh, restino insoddisfacenti i tentativi di arrivare a una soluzione per quasi un milione di profughi attraverso accordi con il regime militare birmano mediati dall’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati.

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