02/05/2020, 10.05
EGITTO
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Nord Sinai, la Chiesa egiziana condanna l’attacco dell’Isis contro l’esercito

Almeno 10 fra soldati e ufficiali sono rimasti uccisi o feriti nell’esplosione che ha investito un mezzo militare. In risposta, l’esercito ha lanciato una offensiva in cui sono morti due jihadisti. I vertici ecclesiastici esprimono “piena solidarietà” alle istituzioni “di fronte a questo terrorismo malvagio”. 

Il Cairo (AsiaNews) - La Chiesa cattolica in Egitto, attraverso il patriarca sua beatitudine Anna Ibrahim Ishaq, condanna l’attacco terroristico avvenuto il 30 aprile scorso nel Nord Sinai contro l’esercito e rivendicato nella notte dalle milizie dello Stato islamico (SI, ex Isis). Nell’attentato sono rimasti coinvolti almeno 10 militari, fra morti e feriti; nella rappresaglia sferrata dall’esercito dei faraoni sono stati uccisi due membri dell’organizzazione jihadista,

Nella nota del presidente del Consiglio dei patriarchi e dei vescovi cattolici egiziani, si parla di “martirio e il ferimento” di otto soldati, un sottufficiale e un ufficiale uccisi. La Chiesa cattolica esprime la “piena solidarietà” alle istituzioni “di fronte a questo terrorismo malvagio” e offre “sincere condoglianze alle famiglie dei martiri” morti nello svolgimento del loro “dovere”. 

“Questo gesto - conclude il messaggio - contraddice tutte le leggi, i valori e le norme religiose e umane”. 

Il 30 aprile un’esplosione ha investito un mezzo militare nei pressi della cittadina di Bir al-Abd, nel governatorato del Sinai settentrionale. Nell’attacco è morto un ufficiale, un secondo è rimasto ferito insieme ad altre otto reclute. In risposta, l’esercito ha lanciato un’offensiva contro cellule dell’Isis presenti in un’area agricola della zona; nel conflitto a fuoco sono morti due jihadisti, ai quali sono stati sequestrati una mitragliatrice, un dispositivo di comunicazione wireless e diverse munizioni.

Da anni nel Sinai settentrionale è in atto una guerriglia da parte di gruppi estremisti islamici, che si è intensificata in seguito al rovesciamento del presidente Mohamed Morsi nel 2013 e dell’ascesa dello Stato islamico nella regione l’anno successivo. Nel mirino anche diversi cristiani, uccisi nel contesto di attacchi mirati contro singoli e gruppi di fedeli.

Nel febbraio 2018 le forze di sicurezza egiziane, dell’esercito e della polizia, hanno lanciato una massiccia campagna contro gruppi armati ed jihadisti, con una particolare attenzione alla zona del Nord Sinai. In poco più di due anni sono stati uccisi più di 840 sospetti terroristi e oltre 60 militari.

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