25/11/2005, 00.00
INDONESIA - STATI UNITI
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"Nuova pagina" nei rapporti militari tra Indonesia e Stati Uniti

E' il commento del presidente Yudhoyono all'annuncio che gli Usa vogliono riprendere la collaborazione militare. Critici i gruppi per la tutela dei diritti umani, che ricordano i massacri dell'esercito a Timor Est.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - La decisione di Washington di ripristinare i rapporti militari tra Indonesia e Stati Uniti apre una "nuova pagina" nei rapporti tra i 2 Stati. Ma i gruppi per la tutela dei diritti umani hanno espresso "preoccupazione".

"E' una nuova pagina – ha detto il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono – nei rapporti strategici tra Indonesia e Stati Uniti, che dal 1999 hanno avuto alti e bassi per la cooperazione nella difesa".

Martedì 22 gli Stati Uniti hanno dichiarato che vogliono riallacciare la collaborazione militare con Jakarta, interrotta dopo che nel 1992 l'esercito aveva ucciso oltre 200 dimostranti in Timor Est. C'era anche stato un embargo alla vendita di armi, rinforzato nel 1999 dopo che le milizie uccisero migliaia di persone a Timor durante il voto di agosto per l'indipendenza.

Lo scorso maggio , dopo una visita del presidente Yudhoyono negli Usa, l'embargo era stato ridotto ancora di più. La proposta, per rendere più moderno l'esercito indonesiano e aumentare la collaborazione contro il terrorismo, sarà ora sottoposta al Congresso Usa.

Jakarta è considerata "una voce moderata – come ha detto Sean McCormack, portavoce del Dipartimento di Stato – nel mondo islamico" e il Paese ha compiuto "significativi progressi nelle sue istituzioni democratiche". L'Indonesia, maggior Nazione islamica mondiale, è in prima linea nella lotta al radicalismo islamico e ha subito gravi attentati in questi anni. L'elite religiosa islamica indonesiana ha dichiarato una fatwa (editto) contro il terrorismo islamico e condanna gli attentati "in quanto l'Indonesia non è una zona di guerra" anti islamica.

Con Timor Est indipendente e senza la minaccia di una guerra con i ribelli di Aceh – dicono gli osservatori – il rafforzamento dell'esercito di Jakarta può rappresentare una difesa migliore contro il terrorismo islamico, la protezione degli impianti di petrolio e di gas, la tutela della sicurezza interna, un deterrente contro la diffusa pirateria marittima.

Critici gli attivisti per i diritti umani, che considerano questa apertura "un tradimento alle decine di migliaia di vittime ignote della violenza dei militari indonesiani". "Nemmeno 2 settimane fa – osserva John Miller, dell'East Timor and Indonesia Action Network – il Congresso ha inviato un chiaro messaggio al governo indonesiano e alle forze di sicurezza per sollecitare un miglioramento nella riforma militare, nella tutela dei diritti umani e nella persecuzione dei colpevoli di crimini contro l'umanità". I responsabili dei massacri di Timor non sono mai stati cercati e puniti.

Gli analisti notano che nei giorni precedenti Yudhoyono aveva annunciato, insieme al presidente russo Vladimir Putin, negoziazioni per una produzione congiunta di attrezzature militari sofisticate e per sviluppare l'industria difensiva nazionale. Lo scorso settembre Pieter Wattimena, vice comandante delle forze aeree indonesiane, guidò una delegazione del ministero della Difesa a Mosca, per discutere importanti forniture militari. Alla fine di luglio a Pechino Yudhoyono ha concordato con Hu Jintao, presidente cinese, di aumentare la reciproca cooperazione nei settori militare e della difesa.

L'embargo degli Stati Uniti, che erano il principale fornitore militare, ha avuto gravi conseguenza sulle dotazioni dell'esercito e poche settimane fa Juwono Sudarono, ministro della Difesa, ha ripetuto che l'esercito "è inadeguato quanto a numero e a equipaggiamento" e ha difficoltà a controllare il vasto territorio nazionale. Anche la gran parte delle 117 navi militari sono obsolete e mancano delle risorse per rimanere efficienti. (PB)

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