Nuovi accordi tra Kuala Lumpur e Dhaka per i lavoratori migranti, ma restano dubbi di sfruttamento
La Malaysia e il Bangladesh hanno deciso di riprendere l’assunzione di manodopera bengalese, bloccata dopo la scoperta di cartelli criminali che truffavano i migranti. L’intesa prevede pari benefici di sicurezza sociale per i lavoratori stranieri e la possibilità di presentare reclami in bengalese. Restano però preoccupazioni per il persistere di monopoli nel reclutamento e accuse di complicità delle istituzioni nello sfruttamento.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – Sono ripresi i colloqui per riavviare il reclutamento di lavoratori dal Bangladesh in Malaysia. L'annuncio è arrivato oggi dopo un incontro tra il primo ministro malese Anwar Ibrahim e il capo di governo ad interim del Bangladesh, Muhammad Yunus. La decisione arriva dopo che la Malaysia aveva imposto un blocco all'assunzione di manodopera dal Bangladesh nel giugno dello scorso anno, a seguito della scoperta di cartelli criminali che facevano pagare ai lavoratori fino a 5mila dollari ciascuno per posti di lavoro inesistenti, lasciando migliaia di persone bloccate e vulnerabili allo sfruttamento.
Anwar ha dichiarato che il suo governo ha "dato priorità" alle proposte del Bangladesh, iniziando ad aiutare i lavoratori "bloccati" in Malaysia. Già a maggio, Kuala Lumpur aveva acconsentito ad assumere quasi 8mila dei 17mila bengalesi che si ritiene siano stati truffati. Per il premier il Bangladesh è "un partner importante" i cui "lavoratori sono stati determinanti nel contribuire al nostro sviluppo"
Il Bangladesh, tra il 2021 e il 2023, ha inviato fino a 450mila persone in Malaysia per lavori spesso considerati sporchi, pericolosi e difficili nelle fabbriche, nelle fattorie e nei ristoranti. Questi "guerrieri delle rimesse", come vengono definiti in patria, sono una fonte vitale di reddito per il Bangladesh, dove l'inflazione si aggira intorno al 10% da un anno. Yunus ha sottolineato che i soldi guadagnati in Malaysia hanno permesso ai lavoratori di sostenere l'istruzione e migliorare il tenore di vita delle loro famiglie: "Speriamo che questa porta rimanga aperta e continui ad allargarsi in modo da poter ospitare più giovani a lavorare in Malaysia".
Un punto importante emerso dai colloqui è che i lavoratori bengalesi avranno diritto agli stessi benefici di sicurezza sociale dei lavoratori malesi e potranno presentare reclami nella loro lingua madre, il bengalese. Questo rappresenta un potenziale miglioramento delle condizioni di lavoro e una maggiore protezione legale per i migranti. Tuttavia, mentre i due governi si muovono in questo senso, gli attivisti per i diritti dei migranti avvertono che è necessario fare di più per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Lo scorso anno gli esperti delle Nazioni Unite avevano esortato i governi malese e bengalese a perseguire i cartelli e "certi alti funzionari" che avevano permesso alla truffa sui migranti di proliferare, incassando centinaia di milioni di dollari in commissioni illecite. Le accuse si concentrano in particolare sulla società tecnologica malese Bestinet, incaricata dal governo di gestire un sistema digitale per i lavoratori stranieri. Un’indagine del Bangladesh ha confermato che il Foreign Workers Centralised Management System di Bestinet è centrale nelle operazioni di traffico di esseri umani e finanziamento illecito alle organizzazioni criminali e l'anno scorso, la polizia del Bangladesh aveva chiesto l'estradizione del fondatore di Bestinet, Aminul Islam, accusato di riciclaggio di denaro, estorsione e tratta di esseri umani.
Inoltre, la Malaysia ha insistito nel selezionare un numero molto limitato di aziende di reclutamento del Bangladesh autorizzate a operare, creando un monopolio che spesso costringe i migranti pagare commissioni esorbitanti, a volte fino a 10 volte superiori al costo stabilito dal governo.
A maggio, tuttavia, il governo del Bangladesh ha dichiarato che la Malaysia non è stata coinvolta in alcun tipo di mala gestione. Questa dichiarazione è arrivata un mese dopo che il ministero delle Risorse umane della Malaysia aveva inviato una lettera a Dhaka chiedendo di ritrattare le "accuse infondate" per migliorare il rating della Malaysia nel rapporto annuale sulla tratta di persone pubblicato dagli Stati Uniti.
16/10/2014
17/11/2017 11:52