01/10/2004, 00.00
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Nuovo attacco contro i cristiani in Kerala

Polizia: "C'è chi vuole destabilizzare la regione"

Thiruvananthapuram (AsiaNews/Ucan) –  La polizia del Kerala - India del sud - è convinta che i sempre più frequenti attacchi contro i cristiani nella zona mirino ad accendere tensioni nella comunità locale. La notte di mercoledì scorso, un gruppo di persone non identificate ha dato fuoco alla chiesa ortodossa di St. Thomas mar Thoma a Thiruvananthapuram (sud di New Delhi). Le fiamme hanno bruciato l'altare, le tende e 2 sedie. I colpevoli non hanno rubato niente e né danneggiato oggetti religiosi. Sulla finestra vicino all'altare, la polizia ha trovato scritti i nomi di 2 gruppi indù: il Vishwa Hindu Parishad (VHP) e quello del suo gruppo armato Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS). Entrambi i gruppi fondamentalisti sono ritenuti responsabili di altri episodi di violenza contro i cristiani verificatisi negli ultimi anni nel nord dell'India. Le forze dell'ordine sospettano che i graffiti siano un "tentativo pianificato per deviare le indagini".

In poco più di un mese, questo è il terzo attacco diretto contro i cristiani in Kerala. Il 28 agosto è stato ucciso un prete cattolico: p. Job Chittilappilly. La polizia ha arrestato un attivista del RSS, affermando che il giovane aveva confessato di aver ucciso il sacerdote per le sue "attività anti-indù". Il giorno dopo la polizia ha dichiarato che la confessione non era valida essendo il giovane sotto effetto di droghe. La Chiesa ha chiesto indagini più approfondite sul caso e la polizia afferma di aver istituito una squadra speciale per risolvere il caso.

Il secondo attacco si è verificato lunedì scorso. Un gruppo di attivisti indù ha aggredito 4 suore di Madre Teresa strappando le croci che avevano al collo e ferendole con spranghe di ferro.

Il Kerala è lo Stato dell'India con la maggiore presenza di cristiani: il 20% su 31 milioni di abitanti. Finora in Kerala le diverse comunità religiose hanno convissuto pacificamente.
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