25/09/2023, 10.44
PAKISTAN
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Okara: fugge da rapimento e matrimonio forzato, il calvario di un'adolescente cristiana

di Shafique Khokhar

Masheel Rasheed è stata anche abusata sessualmente dai propri rapitori. Il padre aveva tentato di denunciare l'accaduto alla polizia, ma non ha ricevuto sostegno dalle forze dell'ordine. Ora lui e la figlia vivono nascosti perché temono ritorsioni da parte di estremisti musulmani.

Okara (AsiaNews) - L’ultimo caso di rapimento di un’adolescente cristiana racconta i pericoli a cui sono sottoposti gli appartenenti alle minoranze religiose in Pakistan: Masheel Rasheed, 16 anni, è stata sottoposta a violenza sessuale ed è stata poi convertita all’Islam per sposare il proprio rapitore, Abdul Sattar.

Masheel è la figlia più giovane di Rasheed Masih e fa parte dell’unica famiglia cristiana nella città di Okara, che conta circa 10mila residenti e si trova a sud-ovest rispetto alle città di Lahore e Fisalabad. Il loro calvario in quanto cristiani è iniziato a ottobre 2021, quando gli abitanti locali hanno imbrattato la casa e rubato alcuni effetti personali. La famiglia ha presentato una denuncia alla polizia che ha portatao alla condanno dell’imputato. 

La situazione è degenerata l’anno successivo, quando il 25 ottobre 2022 Masheel è stata rapita. La ragazza si stava preparando per andare a scuola quando gli assalitori hanno fatto irruzione in casa e picchiato il padre fino a renderlo incosciente.

Durante la prigionia Masheel è stata drogata e sottoposta ad abusi fisici e sessuali. Segni di tortura sono ben visibili sulle sue braccia. 

Durante il processo in tribunale per ottenere il certificato di matrimonio è stata costretta a dichiarare il falso perché i rapitori l’avevano minacciata dicendo che avrebbero ucciso la sua famiglia se non avesse collaborato. 

Nonostante le denunce del padre alla polizia, Masheel è tornata dalla sua famiglia perché è riuscita a fuggire. All’inizio della prigionia la ragazza aveva fatto un primo tentativo, ma è stata subito ripresa. Solo dopo la morte del fratello di Abdul Sattar, l’uomo musulmano che l’ha seviziata e poi sposata, Masheel è riuscita a raggiungere Okara e tornare dal padre.

Il padre, sconvolto, ha raccontato di aver cercato instancabilmente giustizia, ma di essersi trovato davanti un muro di indifferenza e collusione all’interno delle forze di polizia.

Da dieci giorni lui e la figlia hanno lasciato Okara, temendo per le loro vite. Masheel è traumatizzata e non riesce a parlare. Ha paura di tornare a casa perché sa che i rapitori sostengono che debba riunirsi al marito, la cui famiglia è molto influente in città.

Joseph Jansen, presidente dell’organizzazione di difesa delle minoranze religiose Voice for Justice, ha denunciato l’accaduto: “Masheel aveva solo 15 anni quando il suo matrimonio è stato ritenuto valido da un giudice nel distretto di Okara, anche se in Pakistan l’età legale per sposarsi è di 18 anni”. Jansen ha poi chiesto un intervento del governo pakistano per garantire la protezione dei cristiani perseguitati: “Rasheed Masih e sua figlia rimangono in grave pericolo”, ha detto ad AsiaNews. “Il Pakistan è vincolato dalla Costituzione a sostenere i diritti e la sicurezza delle sue comunità religiose minoritarie”.

Shamaun Alfred, portavoce dell’Associazione delle minoranze del Pakistan, ha ricordato che i certificati di nascita, i documenti di registrazione della Chiesa e le certificazioni scolastiche sono documenti legali che forniscono informazioni accurate sull'età di un individuo. Tuttavia, nei casi di matrimoni forzati con minorenni, questi atti vengono spesso ignorati consentendo pratiche illegali difficili da sradicare: “Il fallimento delle istituzioni statali nel riconoscere e sostenere la validità di tali documenti ufficiali è un ostacolo significativo nella lotta contro i matrimoni forzati e infantili. Non solo mina lo Stato di diritto, ma mette anche in pericolo la vita e il futuro di innumerevoli minori”.

Rachel Mary, attivista per i diritti delle donne, ha aggiunto che la polizia favorisce costantemente i gruppi islamici e tratta le comunità minoritarie come inferiori. “Gli estremisti musulmani offrono volentieri rifugio a questi criminali, giustificando le loro azioni con il pretesto di convertire gli altri all'Islam e diffondere così la loro fede nell'Islam. Il calvario della famiglia Masih evidenzia l'urgente necessità di riforme e di protezione delle minoranze religiose in Pakistan, dove tali atrocità continuano a affliggere la vita di cittadini innocenti”. 

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