16/02/2023, 13.20
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Onu, innalzamento del livello dei mari: più a rischio le città costiere asiatiche

È dove si concentra gran parte della popolazione e l'impatto dei cambiamenti climatici sarà più sentito. Il segretario generale Antonio Guterres ha ricordato anche le nazioni del Pacifico, i cui abitanti stanno già migrando altrove. Tra il 2013 e il 2022 il livello dei mari è aumentato di 4,5 millimetri all’anno, un tasso tre volte maggiore rispetto a quello registrato tra il 1901 e il 1971.

Milano (AsiaNews) - L’innalzamento dei livelli dei mari è una minaccia per i Paesi in cui sono presenti città costiere, ha dichiarato in un rapporto l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), ricordando che i centri abitati più popolosi si trovano in Asia: Mumbai, Shanghai, Dhaka, Bangkok e Jakarta sono particolarmente a rischio, seguite poi da Maputo, Lagos, il Cairo, Londra, Copenhagen, New York, Los Angeles, Buenos Aires e Santiago.

Almeno 900 milioni di persone che vivono in aree costiere in tutto il mondo subiranno l’impatto dell’innalzamento dei mari, mentre gli abitanti dei piccoli Stati del Pacifico come le Figi, Vanuatu e le Isole Salomone, già sommerse in parte e senza avere la disponibilità economica per contrastare da sole i cambiamenti climatici, si stanno già trasferendo altrove, ha sottolineato ieri il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres rivolgendosi al Consiglio di sicurezza: “Se le temperature aumentano di 2 gradi Celsius, l'innalzamento del livello dei mari potrebbe raddoppiare. In qualsiasi scenario, Paesi come Bangladesh, Cina, India e Paesi Bassi sono tutti a rischio”, ha proseguito Guterres. "L’Omm ci dice che anche se il riscaldamento globale sarà per miracolo limitato a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, ci sarà comunque un considerevole innalzamento del livello del mare, per cui “ogni frazione di grado conta”.

Secondo il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale, tra il 1971 e il 2018 la dilatazione termica (il fenomeno per cui un corpo aumenta di volume all'aumentare della temperatura) ha contribuito all'innalzamento del livello delle acque del 50%, la perdita di ghiaccio nei ghiacciai del 22%, la perdita della calotta glaciale del 20% e i cambiamenti di accumulo d’acqua nel terreno dell’8%. Di conseguenza tra il 2013 e il 2022 il livello dei mari è aumentato di 4,5 millimetri all’anno, un tasso tre volte maggiore rispetto a quello registrato tra il 1901 e il 1971.

Secondo precedenti studi che avevano valutato l’impatto dell’innalzamento del livello del mare sulle città di Bangkok, Hong Kong, Tokyo, Jakarta, Seoul, Taipei e Manila sono almeno 15 milioni le persone in Asia che saranno colpite dalle inondazioni costiere entro il 2030  e oltre 1.800 i chilometri quadrati di terra che rischiano di essere sommersi. La cifra di persone colpite sale però a quasi 600 milioni se si considerano tutte le regioni costiere del continente dove vive gran parte della popolazione asiatica a seguito della rapida urbanizzazione degli ultimi decenni. Si pensi s città come Dhaka, Yangon e Ho Chi Minh City oltre a quelle già citate. L’impatto economico sarà di 724 miliardi di dollari di prodotto interno lordo eroso in percentuali diverse per ciascuna città con variazioni dallo 0,4% al 96%. 

Più nel dettaglio, oltre il 96% della superficie terrestre di Bangkok potrebbe essere sommersa nel 2030 mettendo a rischio la vita di 10,45 milioni di persone. Da tempo nella vicina Indonesia il governo ha varato un piano per spostare la capitale nella città di Nusantara, sull’isola del Borneo, perché Jakarta è già per il 40% sommersa, con la parte settentrionale della città che sta sprofondando a un ritmo di 4,9 centimetri all’anno. 

Ma il problema dell’innalzamento delle acque non si limita a sommergere le costruzioni cittadine: a Mumbai, dove l’80% della città potrebbe finire sott’acqua entro il 2050, è compromessa anche la sicurezza alimentare perché l’aumento della salinità ha ridotto la produzione ittica.

Anche le coste cinesi sono minacciate, e in particolare le città di Tianjin, Shanghai e Guangzhou. Un rapporto dell’anno scorso metteva in luce che nel 2021 il livello dei mari si era alzato di 84 millimetri rispetto alla media registrata tra il 1984 e il 2011, con un aumento annuo di 3,4 millimetri, un dato superiore alla media globale. Shanghai ha cominciato a esaminare la possibilità di costruire canali di drenaggio e barriere contro l’innalzamento delle maree, ma secondo gli esperti climatici la combinazione di innalzamento delle acque unita all’incremento delle temperature aumenterà anche la frequenza e l'intensità delle mareggiate e delle precipitazioni, danneggiando le coste cinesi in maniera più intensa rispetto all'inondazione diretta.

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